Marco Belpoliti, la borraccia biberon

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da LA STAMPA 29 giugno 2008

Marco Belpoliti, Rinasco, rinasco con la borraccia biberon

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Questa estate anche i bambini avranno la loro borraccia. Non più il classico biberon, ma una vera borraccia. In realtà, quella messa in commercio dalla Avent, una delle più diffuse, è una via di mezzo tra il biberon e la borraccia stessa. Il biberon è un oggetto abbastanza recente; in Francia esiste dal 1845, in Italia dal 1868. La parola significa «poppatoio»: dal latino bibere, nel significato originario di «collo» (di bottiglia) e «becco» (di un vaso). La borraccia della Avent possiede un beccuccio, custodito da un’apertura a scatto, da cui l’acqua esce solo se aspirata.

In origine la borraccia era una fiasca di cuoio (la parola proviene dallo spagnolo barracho, ubriaco, per via del colorito rosso di chi fa uso eccessivo di vino). In effetti, la borraccia è uno di quegli oggetti che possiedono una forma variabile: vuoti non pesano e non ingombrano. Spesso sono state fabbricate con l’alluminio e usate da soldati, esploratori, ciclisti. La borraccia da cowboy è piatta, leggerissima, da legare alla sella del cavallo; per un certo periodo poi si usava il legno. Amalia Guglielminetti, la poetessa amata da Guido Gozzano, aveva un bisnonno, Pietro, che nel 1860 produceva in Piemonte borracce di legno per il Regio Esercito. In un articolo intitolato «Come nacque la borraccia» (1941) rivendica l’originalità dell’invenzione alla sua famiglia. Tuttavia si trovano borracce persino nei corredi funerari dell’Età del ferro scoperti anni fa nel bergamasco. Oggi invece le borracce sono tutte, o quasi, di materiale plastico: leggero, resistente, economico. Non hanno più la forma a fiaschetta del passato. Borracce per escursionismo, per ciclismo, per trekking, per alta montagna, per il mare, per la barca: hanno forma cilindrica e sono dotate di beccucci per bere che ricordano quelli dei biberon.

Una regressione infantile? Non solo, data la loro praticità. Il biberon s’ispira, per la parte da mettere in bocca, alla forma della tetta materna: ergonomica e decisamente piacevole. Bere e suggere sono attività che rinviano agli stadi iniziali della nostra esistenza, a un piacere primario, ma anche a un dispiacere, a una forma sottile di paura o d’angoscia: il timore della perdita del seno materno. Tra le varie offerte commerciali attuali c’è anche una tasca ad acqua che ricorda la borraccia delle origini. Prodotta in materiale plastico, è trasparente e morbida, si porta fissata al corpo mediante una breve tracolla. Serve all’escursionista che vuole idratarsi senza doversi fermare. Forse più di tutte, questa ricorda la borraccia-biberon iniziale della nostra esistenza per la commistione di dolore e piacere che implica. Come spiega Roberto Weber in Perché corriamo? (Einaudi), la corsa è infatti una forma di bellezza entro cui si nasconde il dolore. Il corridore come un neonato? Forse. Nella vita avanziamo regredendo.

Marco Belpoliti, la borraccia biberonultima modifica: 2008-06-30T17:05:26+02:00da mangano1
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