Mila Spicola,Il dubbio quizzone del preside che verrà.

La ricreazione non aspetta
Pensieri di una lavoratrice della conoscenza

 

Unknown.jpegIl dubbio quizzone del preside che verrà.

Concorso da preside. Ovvero mal di test 2 la Vendetta. Errare è umano, perseverare è diabolico. Dopo il pasticcio delle griglie di correzione errate dei test di valutazione dei ragazzi (le mitiche prove INVALSI), Mariastella riesce nuovamente ad imbroccare con successo la via dell’errore. Roba che la Pellegrini è una principiante in quanto a record.
Il suo mal di test colpisce ancora: questa volta le vittime sono i poveri docenti alle prese con i test di preselezione per accedere al concorso da preside.
Riguardo ai quali ci sono una certezza e anche un mistero.
La certezza è che, nella batteria di 5.750 test pubblicati on line, tra i quali verranno sorteggiati i 100 quiz a cui dovranno rispondere i circa 42.000 docenti che aspirano a uno dei 2.386 posti da dirigente scolastico, si annidano non pochi errori e non poche domande da “grattachecca della sora lella”, come nel caso di alcuni test di ammissione universitari.
Il mistero è quello relativo alla fuga non da Alcatraz ma di notizie. Parrebbe che alcuni test fossero già on online da almeno un giorno prima, messi in rete da un fantomatico personaggio con adeguato nickname (“Preoccupato”…roba da Paperinik), e la cosa pregiudicherebbe la regolarità del concorso. Sottolineo l'”erebbe” perchè al MIUR ormai prevale la versione del “nulla di grave, va tutto bene”, adattabile a qualunque cialtroneria, anche la più indifendibile.
Il mal di test di cui soffre in maniera ormai cronica la ministra si è dunque prontamente insinuato dalla certezza e dal mistero, di cui sopra, alle sinapsi cerebrali dei 42.000 aspiranti concorrenti e lì staziona da giorni.
Se vi capita di andare tra i corridoi e le segreterie e la presidenze delle scuole in questi giorni di preparazione delle attività scolastiche lo riconoscereste sulle facce dei colleghi che si cimenteranno nelle prove.
Aureole grigie e fumanti  stazionano intorno alle calotte craniche e mi ricordano quelle dei ragazzi alle prese lo scorso giugno con il teorema che non c’era o il 41bis comma 3 versione h della domanda relativa al vestitino a fiori di Camilla. Argomento incomprensibile nel testo sottoposto alla loro comprensione.
Ripeto il mantra: ma a che servono dei test se sono sbagliati? Sia che debbano appurare le competenze dei ragazzi, sia che debbano verificare quelle degli adulti che a loro volta potrebbero andare a finire con l’appurare le competenze di molti altri….
Dalle parti di viale Trastevere la norma è l’errore. E questo lo abbiamo capito. Il mistero è come riescano puntualmente a coprirlo o camuffarlo quell’errore.
Ma noi lo dobbiamo subire e scontare proprio proprio per forza? Noi, con al seguito un milione di figli di mammà?
Nell’Italia della barzelletta di cattivo gusto si aggiunge anche questa: a che serve svenarsi a stabilir regole su regole su regole con procedimenti burocratico-informatici degni del sadismo più nero se poi tutto il castello si frantuma di fronte alla banalità dell’errore? Se le regole sono imposte da un governo senza regole che senso ha? Riderci su?
Una risata deve per forza seppellirci? Non possiamo iniziare a propugnare il ritorno al “siamo seri per favore” senza essere tacciati di musoneria? Io non ce la faccio più a vedermi circondata da persone che “massù..ridiamoci un po’…!!” Ma che te ridi? La vita come un bel testo ironico è una cosa, l’avaspettacolo scadente è ben altro.
L’Europa ci chiede di compilare la certificazione delle competenze dei nostri alunni.
E le incompetenze di chi predispone batterie di errori dietro errori chi le certifica? Le manderei con un telegramma a tutti gli estimatori della bella MariaStella”ogni cosa sai far tu, qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu”. Insieme ai costi però. Perché tutto ciò ha un costo, anche questo certificabile.
Torniamo alla certezza e al mistero. La certezza è: questi qua qualcuno li ha votati. E siamo nel terreno dell’ovvio. Direi più di qualcuno. Il mistero: perché si ostinano a dire che “comunque la Gelmini sta facendo bene, sta tagliando tanti sprechi..” malgrado tanto sfacelo e malgrado abbia tagliato l’essenziale e non lo spreco? E i test sbagliati rientrano nello spreco o nell’essenziale? Chi li paga? A ciascun concorente verrà fornito all’esame il libro stampato coi test… 5.600…Chi li paga? Roba da film di Orson Welles. E ancora vi “convince la Gelmini”? Forse perché è “l’oggetto del desiderio di gran parte dell’elettorato maschile” e questo vi basta?! Perchè anche questo ci tocca sentire…Veramente oscuro però..Pensa te cosa ci tocca leggere…eppure sembrerebbe essere vero persino questo paradosso.. generando e alimentando una confusione tale  tra etica ed estetica e competenza tale da divenirne maestri mondiali.
Sarà arduo spiegare tutto ciò tra dieci , quindici anni ai ragazzi di oggi che saranno adulti domani. Anche perchè sfugge alla comprensione di molti di noi già da adesso. “Ma come è potuto accadere?”. Con un test. Con un mal di test.
Sperando sempre che anni e anni di test sbagliati non li abbiano confusi del tutto e che i nostri ragazzi imparino che il punto interrogativo è una doverosa  ipotesi e non un fermaglio per i capelli.

Mila Spicola

https://www.facebook.com/pages/La-scuola-sè-rotta-il-libro-sulla-scuola-dellera-Gelmini/203173906386917
 
9 settembre 2011

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