Domenica 25 settembre si svolge la marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli”.

MARCIA PERUGIA-ASSISI. PER LA PACE E LA FRATELLANZA DEI POPOLI ….
INSURREZIONE MORALE DEL POPOLO ITALIANO. DOMENICA 25 SETTEMBRE IN MARCIA DA PERUGIA AD ASSISI – del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
(…) marciare per la pace significa marciare contro la guerra, e l’ideatore della marcia Perugia-Assisi Aldo Capitini era di una chiarezza cristallina nel proporre l’opposizione integrale alla guerra. (…)
sabato 24 settembre 2011.

Il “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo

Domenica 25 settembre si svolge la marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli”.

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Il primo obiettivo che essa si pone, andando al concreto, e’ far cessare la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia. Poiche’ marciare per la pace significa marciare contro la guerra, e l’ideatore della marcia Perugia-Assisi Aldo Capitini era di una chiarezza cristallina nel proporre l’opposizione integrale alla guerra.

La marcia Perugia-Assisi e’ quindi innanzitutto l’insurrezione morale del popolo italiano contro le guerre assassine cui lo stato italiano sta partecipando. E’ quindi innanzitutto l’opposizione civile al crimine e alla barbarie della guerra. Il suo scopo principale e’ quindi che cessi immediatamente la partecipazione italiana alle guerre in Afghanistan e in Libia.

*

L’altro principale obiettivo, al primo intimamente connesso, e’ far cessare la persecuzione razzista dei migranti. Poiche’ affermare la fratellanza tra i popoli implica riconoscere i diritti umani di tutti gli esseri umani, e l’ideatore della marcia Perugia-Assisi Aldo Capitini era di una chiarezza cristallina nel proporre l’opposizione al razzismo come ad ogni altra forma di discriminazione, oppressione, sfruttamento e persecuzione.

La marcia Perugia-Assisi e’ quindi anche innanzitutto l’insurrezione morale del popolo italiano contro il colpo di stato razzista compiuto dal governo. E’ quindi anche innanzitutto l’opposizione civile al crimine e alla barbarie del razzismo. Il suo scopo principale e’ quindi anche che siano immediatamente abrogate tutte le misure razziste imposte da governanti scellerati.

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Domenica 25 settembre da Perugia ad Assisi si marcia contro la guerra e contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e contro tutte le persecuzioni.

  Il “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
  Viterbo, 21 settembre 2011

   Mittente: “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
  strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
  e-mail: nbawac@tin.it
  web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

SUL TEMA, IN RETE E NEL SITO, SI CFR.:

Alex Zanotelli (Manovra ed armi: “il male oscuro” – Napoli, 24 agosto 2011):

“[…] E’ un autunno drammatico questo, carico di gravi domande. Il 25 settembre abbiamo la 50° Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo? Deve essere una marcia che contesta un’Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.

E il 27 ottobre sempre ad Assisi, la città di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa, i leader delle grandi religioni del mondo. Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo. Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte. Che vinca la Vita!”.

MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. “VA’, RIPARA LA MIA CASA”!!! Benedetto XVI ha ricordato la conversione di Francesco: «l’ex play boy convertito dalla voce di Dio»… ma ha “dimenticato” la denuncia sul “ritardo dei lavori”, fatta da Pirandello già a Benedetto XV.

Gioacchino da Fiore invita Benedetto XVI a correre ai ripari

COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2011): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA (“LOGOS”) COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI
  VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE “CATTOLICA” E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.

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> INSURREZIONE MORALE DEL POPOLO ITALIANO. – ALDO CAPITINI. Un maestro di minoranze eretiche, una solitudine senza isolamento (di Raffaele Liucci – Aldo Capitini asceta della nonviolenza).
23 settembre 2011, di Federico La Sala
Aldo Capitini asceta della nonviolenza

di Raffaele Liucci (il Fatto/Saturno, 23.09.2011)

«HO LASCIATO LA pratica della religione cattolica da ragazzo. Sono tornato ad occuparmi di temi religiosi, dopo circa sei anni, alla fine della Grande Guerra, ma senza riprendere né la pratica né la fede della religione tradizionale». Già nell’incipit di questo straordinario libro di Aldo Capitini, Religione aperta, edito per la prima volta nel 1955 e ora riproposto da Laterza, c’è tutto il contegno del suo autore: scarno, umile, ascetico, senza una sbavatura né un grammo di retorica. Un «protagonista appartato» della cultura italiana, un’opera per molti versi ancora attuale.

Innanzitutto, il presente libro è un antidoto allo spaventoso rigurgito di clericalismo e di superstizione che sta ammorbando il nostro tempo. Per Capi-tini, religione non significa affatto credere in dogmi cervellotici (la trinità) e bislacchi (l’immacolata concezione). O pensare che le stimmate di padre Pio siano il frutto di un intervento soprannaturale (e non, invece, delle fialette di acido fenico che l’astuto frate cappuccino si procurava sottobanco). Per Capitini, la religione è un’etica dello sguardo, un’«apertura» sul mondo. Una religione laica, laicissima, la sua, che non deprime il libero pensiero, ma lo fortifica, in una comunione («com-presenza») con tutti gli esseri viventi, dagli uomini agli animali sino alle piante. Proprio come insegnano le dottrine orientali non trascendenti, il buddismo in primis, che tanto affascinarono anche Schopenhauer.

In secondo luogo, in queste pagine non si parla di Dio, ma di uomini. In effetti, come diceva Benedetto Croce, i libri che discutono di Dio in astratto, separandolo dall’umanità, «fanno sbadigliare». Che cos’è, la teologia, se non una raffinata crestomazia di masturbazioni mentali (il solo tipo d’onanismo ammesso dai catechisti)? Secondo Capitini, invece, il mondo è fatto dai «singoli individui», e «la vita fondamentale è quella che li considera nella loro singolarità insostituibile».

In terzo luogo, qui non c’è traccia di preti, rabbini ortodossi, mullah e altri ragni velenosi. Gli unici sacerdoti, dice Capitini, sono gli apostoli «dell’amorevolezza e del sacrificio, della nonviolenza e della nonmenzogna». Tanto più che un vero sacerdote «non chiederà mai un merito speciale, un riconoscimento esterno». Chissà cosa ne pensa monsignor Fisichella.

In quarto luogo, Capitini rifugge dall’etica sado-maso della Passione. La vita non è affatto quella «ruota di dolore che ti stritola», come sostengono compiaciuti molti «credenti» (madre Teresa di Calcutta spiegava ai malati terminali che le loro pene erano come «baci di Gesù»). Proprio perché il dolore è insensato e non dona alcuna purificazione, esso va combattuto e mai santificato nelle messe piagnucolose: «Non vi pare religioso la mattina della festa, invece di andare in una chiesa, recarsi in un ospedale, assistere un moribondo, e sentire che quella persona non va nel nulla, ma, lasciato il suo corpo, si unisce all’intima presenza con tutti?». Non è un caso – e siamo all’ultimo punto – che il pensatore perugino dedichi alcune delle pagine più ispirate a confutare l’idea del Dio assoluto e onnipotente, propria del monoteismo. In verità, più che un Dio amorevole, costui sembra un autentico psicopatico, che si delizia alla vista dei tormenti inflitti alle sue creature. Un «diavolo», scrive Capitini, un demonio pompato da quelle fiabe maligne che sono i testi sacri.

Per concludere. Capitini credeva in una religione interiore e nonviolenta, «rivolta non alla liberazione dalle conseguenze del peccato, ma alla liberazione dal peccato stesso». Una scommessa perduta, vista con sospetto anche dai comunisti, che lui non amava («lavano con l’acqua sporca»). Per tacer della Chiesa. Eppure, ancor oggi la sua voce non è afona, per chiunque voglia ascoltarla. Un maestro di minoranze eretiche, una solitudine senza isolamento.

-Aldo Capitini, Religione aperta, prefazione di Goffredo Fofi, introduzione e cura di Mario Martini, Laterza, pagg. 248, • 20,00

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> INSURREZIONE MORALE DEL POPOLO ITALIANO. —- 50 anni di Marcia Perugia-Assisi: 50 buone ragioni per partecipare (di Mao Valpiana)
22 settembre 2011, di Federico La Sala

  50 anni di Marcia Perugia-Assisi
  50 buone ragioni per partecipare

di Mao Valpiana

presidente del Movimento Nonviolento *

1

E’ impegnativo partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. Non per i venticinque chilometri da percorrere, che sono niente al confronto con le distanze affrontate da chi fugge dalla guerra e cerca salvezza, ma per l’assunzione di responsabilità che ciò comporta. Significa mettersi in cammino “per la pace e la fratellanza dei popoli”. E’ l’impegno di una vita.

2

Se si e’ da soli si cammina, o si corre. Solo se lo si fa con altri si può marciare. Bisogna prepararsi bene per marciare insieme; e’ necessario avere la stessa meta, obiettivi comuni, e spirito di condivisione. Farlo per la pace e la fratellanza dei popoli, significa marciare per il futuro dell’umanità.

3

La Marcia Perugia-Assisi, diceva Aldo Capitini, è un’assemblea itinerante. Prima di partecipare ad un’assemblea ci si prepara adeguatamente, studiandone bene la lettera di convocazione e l’ordine del giorno. Ogni marciatore che vuole partecipare alla Marcia in piena consapevolezza dovrebbe quindi leggere il documento del Movimento Nonviolento “Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione”.

4

Nello zainetto che ogni partecipante prepara per marciare lungo il percorso della Perugia-Assisi ci metterei, insieme ad un panino ed una bottiglietta d’acqua, il Quaderno di Azione nonviolenta con lo scritto di Aldo Capitini “Teoria della nonviolenza”, e poi inviterei tutti i marciatori ad imparare a memoria il primo punto della Carta programmatica del Movimento Nonviolento: “opposizione integrale alla guerra”.

5

Muoiono nel Mediterraneo i migranti. I loro corpi vengono gettati nel mare, senza degna sepoltura. Sono vittime innocenti della guerra e del razzismo. Quando marceremo da Perugia ad Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli” sentiremo la loro compresenza. Sarà la testimonianza più vera e più dura che la guerra è un crimine contro l’umanità.

6

Tutti sono invitati a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi. La Marcia è di tutti e per tutti. Nel cammino ideato da Aldo Capitini il plurale di “tu” è “tutti”. Saremo tutti uniti a marciare contro la guerra. Tutti in cammino verso l’orizzonte della nonviolenza, che è il varco attuale della storia.

7

  Marciare per la pace, significa marciare contro la guerra.
  Marciare contro la guerra, significa marciare per abolire gli eserciti.
  Marciare per abolire gli eserciti, significa marciare contro le spese militari.
  Marciare contro le spese militari, significa marciare per il disarmo.
  Marciare per il disarmo, significa iniziare a disarmare se stessi.
  Se vuoi marciare per la pace, prepara il tuo disarmo unilaterale.

8

Perugia, simbolo della laicità. Assisi, simbolo della religiosità. Il cammino da Perugia ad Assisi unisce laici e religiosi. Li unisce nella ricerca comune della nonviolenza, così come la nonviolenza unisce oriente ed occidente. Storie e culture diverse si incontrano e si mescolano nella strada che dai Giardini del Frontone porta alla Rocca di Assisi. E’ accaduto nel 1961, accadrà nuovamente nel 2011.

9

La Marcia Perugia-Assisi non è una semplice manifestazione. Non è un qualsiasi corteo. Non è una protesta. Non è una ricerca di “visibilità”. Non la si fa per “bucare il video”. Non è un fatto “mediatico”. Non è una tradizione, non è una ritualità. La Marcia Perugia-Assisi è un’assemblea itinerante, è il popolo della pace che si convoca e si mette in cammino, è un’azione nonviolenta che si rinnova ed ha un valore in sè.

10

Approfondire la conoscenza del pensiero, delle iniziative e della figura di Aldo Capitini, è il modo migliore per prepararsi alla Marcia Perugia-Assisi. Ad un giovane che volesse farlo, consiglierei di iniziare con la lettura di un bel testo autobiografico di Capitini: “Attraverso due terzi di secolo”.

11

Il cammino non è solo un susseguirsi di passi. E’ anche un orizzonte, un panorama che cambia ad ogni curva, terra sotto i piedi e cielo sopra la testa. Quando Capitini ideò il percorso da Perugia ad Assisi prestò molta attenzione al paesaggio umbro, lo stesso che vedevano gli occhi di Francesco, il santo della nonviolenza, nel suo peregrinare. Per questo ci accosteremo umilmente, con rispetto e con “sacralità” al tragitto della marcia Perugia-Assisi.

12

La marcia Perugia-Assisi del 1961 fu anche una festa, una celebrazione, una liturgia. Tra i partecipanti c’erano familiarità e tensione ideale. I contadini e gli operai indossarono “il vestito della festa”, con la giacca ad il cappello. Mogli e madri portavano ancora il lutto per il marito o il figlio persi nella guerra terminata da solo sedici anni. Cinquant’anni dopo dobbiamo prepararci a marciare con la stessa compostezza di quegli uomini e quelle donne che ci hanno preceduto sulle strade della Perugia-Assisi.

13

La marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini, si inserisce nella tradizione delle marce nonviolente, a partire dalla “marcia del sale” promossa da Gandhi al culmine della campagna di disobbedienza civile per la liberazione dell’India. Sarebbe bello, e giusto, che ogni partecipante alla marcia del 25 settembre 2011 dedicasse un pensiero, durante il cammino, al Mahatma Gandhi.

14

Molte persone, pur desiderandolo, non potranno partecipare alla marcia Perugia-Assisi, perchè malate, perchè anziane, perchè detenute, perchè indigenti, perchè dedite a compiti non rinviabili. Marceremo anche per loro.

15

Dalla marcia Perugia-Assisi si leverà una richiesta corale, rivolta al governo e al Parlamento: non tagliate i salari ma le spese militari. Porre al primo punto dell’agenda politica la riduzione del bilancio del Ministero della Difesa, sarà uno dei compiti della marcia.

16

Tra le dissennate misure “anti crisi” varate dal governo, vi è la soppressione delle festività civili “non concordatarie” e il loro spostamento alla domenica più vicina. Ciò significa cancellare le feste del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno. La marcia Perugia-Assisi dovrà schierarsi a difesa della memoria e rivendicare le tre feste laiche fondamentali: quella antifascista, quella dei lavoratori e quella repubblicana.

17

Il popolo della pace si metterà in cammino, sulle orme di Aldo Capitini. Ci saranno anche bambine e bambini, e pure gli animali accompagneranno questo popolo. La “liberazione” nonviolenta, nel pensiero capitiniano, riguarda adulti e fanciulli, ed ogni essere vivente. Tutti marceranno insieme.

18

Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione. Quando ha approvato la guerra in Libia, quando ha giustificato l’intervento militare in Afghanistan, quando ha promulgato leggi che prevedono spese belliche, ha tradito il proprio ruolo. L’articolo 11 della Costituzione italiana ripudia la guerra e il Presidente deve vigilare che così sia. Se il Presidente della Repubblica, come già in passato è avvenuto, intende mandare un messaggio ai marciatori della Perugia-Assisi, ne tenga conto.

19

Ogni singola persona che deciderà di partecipare alla marcia Perugia-Assisi, sarà un’aggiunta preziosa. La marcia è un patrimonio collettivo, costituito dai marciatori tutti, che ne sono i responsabili. Ogni singolo cartello, ogni striscione, ogni slogan, ha un’importanza decisiva, perchè andrà a costruire il messaggio complessivo che la marcia offrirà alla pubblica opinione. Per questo tutto deve essere orientato ad un rigoroso spirito nonviolento, come voleva Aldo Capitini.

20

La marcia Perugia-Assisi esprime una grande attenzione alla natura e all’ambiente. Sarà buona cosa produrre minor inquinamento possibile per recarsi a Perugia: privilegiare il treno rispetto ai mezzi privati, utilizzare la bicicletta quando possibile, riempire alla massima capienza pullman e automobili. Cercheremo anche di evitare ogni inutile inquinamento acustico e rumori molesti. Ogni singolo marciatore dovrà fare attenzione a non disperdere nessun rifiuto, non lasciar cadere carte e volantini per terra, non utilizzare bottigliette di plastica, ed eventualmente riportarle via con sè. Saremo ospiti della splendida terra umbra, e dovremo lasciare il percorso da Perugia ad Assisi migliore di come lo avremo trovato. Un semplice accorgimento: portiamoci un sacchetto apposito, e se vediamo qualche rifiuto a terra lasciato da un marciatore distratto, raccogliamolo.

21

“Per la pace e la fratellanza dei popoli” (1961), “Mille idee contro la guerra” (1978), “Contro la guerra ad ognuno di fare qualcosa” (1981), “Contro il riarmo blocchiamo le spese militari” (1985), “Mai più eserciti e guerra” (2000). Sono questi i titoli, e gli obiettivi politici, delle precedenti marce che il Movimento Nonviolento vuole rinnovare e riproporre il 25 settembre 2011.

Nel cinquantesimo anniversario della prima marcia di Aldo Capitini, marceremo dunque per la pace e la fratellanza dei popoli, per raccogliere mille idee contro la guerra, per chiedere ad ognuno di fare qualcosa contro la guerra, per ottenere il blocco delle spese militari e per riaffermare che se non vogliamo più guerre dobbiamo abolire gli eserciti.

22

Sarebbe bello se ogni marciatore che parteciperà alla marcia, portasse appeso al collo un cartello, anche solo un foglio di quaderno, con scritto il proprio personale impegno contro la guerra, firmato con nome e cognome.

23

La guerra è il più grande crimine contro l’umanità. Ogni guerra, per qualsiasi motivo. Sia essa di attacco o di difesa, chirurgica o umanitaria, per il petrolio o per la democrazia, la guerra è sempre un crimine, in Libia o in Afghanistan. Questo dirà la marcia Perugia-Assisi.

24

La nonviolenza è il varco attuale della storia, diceva Aldo Capitini. Ancor oggi la marcia Perugia-Assisi cammina sui sentieri della storia e cerca il varco.

25

La Perugia-Assisi è democratica. Quando saremo in marcia ognuno di noi sarà il centro dell’iniziativa. Ogni singolo marciatore esprimerà l’idea collettiva. Non ci saranno capi, portavoce, rappresentanti. La marcia è composta da tutti i marciatori, che hanno un uguale valore in sè.

26

La vera marcia inizierà la sera del 25 settembre, quando dalla Rocca di Assisi sarà proclamata la conclusione. E’ da lì che muoverà i primi passi la marcia per la pace, quando ogni marciatore tornerà alla propria casa con l’impegno di realizzare l’obiettivo comune: opporsi integralmente alla guerra.

27

La marcia Perugia-Assisi dovrà dire parole chiare sulla politica internazionale e sulla politica interna: non vogliamo più partecipare a nessuna guerra, non vogliamo più pagare per le spese militari.

28

La marcia Perugia-Assisi è aperta a tutti, ai persuasi e ai perplessi. Raccoglie le idee di tutti, ma deve dare un orientamento preciso verso la nonviolenza. Se questo non avvenisse, sarebbe solo un’inutile marcia.

29

Accade spesso che gli abitanti lungo il percorso della marcia offrano acqua e generi di conforto ai marciatori più affaticati. E’ un gesto di accoglienza, di ospitalità, di condivisione, che commuove.

30

La musica è un’arte che unisce, che crea emozioni, che parla ai sentimenti. La colonna sonora della prima marcia fu affidata ad un giovane cantautore con la chitarra. Chi sa suonare qualche strumento lo porti alla marcia del 25 settembre 2011, e chi sa cantare non abbia timore a farlo in coro con gli altri marciatori. La musica e le canzoni ci accompagneranno da Perugia ad Assisi.

31

La marcia Perugia-Assisi condanna le guerre del passato, si dissocia dalle guerre del presente e cerca di prevenire le guerre del futuro.

32

Nessuno venga alla marcia per ostentare la propria bandiera di parte, lo striscione della propria organizzazione, il nome di uno specifico movimento. Bandiere, striscioni e movimenti devono contribuire a far prevalere l’obiettivo comune per cui marceremo insieme: il bene supremo della pace.

33

Il 25 settembre ripercorreremo la strada indicata da Aldo Capitini; il titolo della marcia sarà lo stesso dato da Capitini “per la pace e la fratellanza dei popoli”; concluderemo alla Rocca di Assisi, là dove Capitini lesse la “mozione del popolo della pace”. Dobbiamo essere consapevoli della grandezza di ciò che faremo insieme.

34

Quando si marcia, si guarda in avanti. Il valore profondo della Perugia-Assisi non è solo nella forza delle sue radici che affondano nel passato, ma soprattutto nella capacità di indicarci la strada da percorrere da domani.

35

Marceremo non per smania di protagonismo, o per sfogare indignazione o rancori, e nemmeno per rivendicare diritti negati o torti subiti; marceremo per dialogare con tutti coloro che marciano insieme a noi e con tutti coloro che ci staranno ad osservare dai bordi della strada, dalle loro case, dalla televisione e tramite i giornali. La marcia è un metodo nonviolento per comunicare con gli altri. Dobbiamo spiegarci bene e farci capire. Il messaggio è quello della nonviolenza.

36

Con Aldo Capitini, saranno in molti ad accompagnarci e darci forza durante la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre: Lorenzo Milani, Danilo Dolci, Tonino Bello, Ernesto Balducci, Alexander Langer, Davide Melodia, Gaetano Latmiral, Rocco Campanella, Birgitta Pinna Ottoson, Emma Thomas, Gervasia Asioli, Piergiorgio Acquistapace, Marco Baleani, e tantissime altre amiche ed amici della nonviolenza che qui tutti non possiamo nominare, ma che ognuno di noi porta nel cuore. Sarà la marcia della compresenza dei morti e dei viventi.

37

C’è un compito da assolvere per chi si prepara a partecipare alla marcia Perugia-Assisi: chiedere al proprio Comune, al Sindaco, ad un consigliere comunale, al Presidente della Provincia, ad un consigliere provinciale, ad un deputato o un senatore, ad un consigliere di quartiere o di circoscrizione, che si conosce o che si è votato, di partecipare alla marcia in rappresentanza dell’istituzione di cui fanno parte. Gli enti locali, le istituzioni democratiche rappresentative, sono chiamate a fare la propria parte per la costruzione della pace.

38

Camminare per la pace da Perugia ad Assisi è anche una forma di meditazione. “Ogni passo è vita, ogni passo è guarigione, ogni passo è gioia, ogni passo è libertà” dice una preghiera buddhista.

39

Sarebbe bello che alcuni tratti della marcia da Perugia ad Assisi fossero percorsi da tutti i marciatori in perfetto silenzio. Un silenzio per concentrarsi sulle vittime delle guerre; un silenzio da opporre al fragore dei bombardamenti.

40

Il rovesciamento del motto olimpico pensato da Alexander Langer (“lentius, profundius, suavius” anzichè “citius, altius, fortius”) ben si adatta alla marcia Perugia-Assisi: più lentamente, più profondamente, più dolcemente. Questi devono essere i tre caratteri di una marcia per la pace.

41

Saremo in tanti alla marcia per la pace. Ma quello che conta di più sarà essere in tanti dal giorno dopo a dire di no alla preparazione della prossima guerra.

42

Il disarmo. Questo è l’obiettivo politico di una marcia per la pace. Lo sapeva già Francesco d’Assisi che chiedeva l’indulgenza per coloro che prima di entrare alla Porziuncola abbandonavano le armi.

43

La marcia Perugia-Assisi è per la pace e la fratellanza dei popoli, e dunque è antimilitarista, antifascista, antirazzista.

44

La Costituzione italiana ripudia la guerra. Chi partecipa alla marcia Perugia-Assisi mette in atto la Costituzione.

45

La guerra è portatrice di morte. Le donne generano la vita. Il movimento femminista rappresenta l’anima profonda della marcia per la pace.

46

La marcia Perugia-Assisi raccoglie il meglio di ciò che ha saputo esprimere l’Italia negli ultimi cinquant’anni. Nonviolenti, obiettori di coscienza, pacifisti, femministe, ecologisti, referendari, scout, parrocchie, comitati, comunità di base, movimenti per i diritti civili, per i beni comuni, per la giustizia, per la democrazia, si danno obiettivi comuni: la pace e la fratellanza dei popoli.

47

La Perugia-Assisi è la marcia dell’obiezione alla cultura bellica, dell’obiezione alla politica di guerra, dell’obiezione alle spese militari, dell’obiezione di coscienza alle armi e agli eserciti.

48

“La marcia non è fine a se stessa. Crea onde che vanno lontano”. Così diceva Aldo Capitini nel 1961. Le onde della nonviolenza sono giunte fino a noi, oggi.

49

Ogni passo che i nostri piedi faranno da Perugia ad Assisi, deve corrispondere ad un fucile che le nostri mani spezzano.

50

Partecipare alla marcia Perugia-Assisi è un grande privilegio. Seguiamo le orme del santo Francesco, del mahatma Gandhi, del pastore Martin Luther King, del professor Aldo Capitini. Camminiamo sulle vie della nonviolenza.

  Movimento Nonviolento
  via Spagna, 8
  37123 Verona
  tel. 045 8009803
  Fax 045 8009212

sito: www.nonviolenti.org

War is over (John Lennon)

* Il Dialogo, Giovedì 22 Settembre,2011 Ore: 20:26

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> LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI ED A TUTTI I PACIFISTI ITALIANI (di Rete NoWar – Roma Citizens against War)
22 settembre 2011, di Federico La Sala
LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI ED A TUTTI I PACIFISTI ITALIANI

di Rete NoWar – Roma Citizens against War – Rome

Roma, 21.09.2011

Alla Tavola della Pace Via della Viola, 1 06122 Perugia Fax: 075/5739337 email: info@perlapace.it

e p.c.

alle associazioni, ai “movimenti”, agli organi istituzionali ed ai media invitati alla Conferenza di presentazione della “Marcia per la pace” Perugia-Assisi, 2011.

LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI ED A TUTTI I PACIFISTI ITALIANI

Nel manifesto di convocazione della “Marcia per la Pace” sono contenuti generi ci appelli contro “le guerre”, “la violenza”, “il commercio delle armi” ed a “met tere fine alla guerra in Libia, in Afghanistan”.

Ma allora vi chiediamo: da sei mesi è in corso in Libia, a soli 500 km dall’Italia, una sanguinosa guerra che ha comportato 9.000 azioni di bombardamento, che ha causato immani distruzioni e privazioni per la popolazione, migliaia, o forse decine di migliaia, di vittime civili innocenti, centinaia di migliaia di profughi.

DOVE ERAVATE IN QUESTI 6 MESI? Eravate voltati dall’altra parte?

Piccoli gruppi come i nostri hanno tentato di sensibilizzare l’opinione pubblica con una serie di manifestazioni ignorate dalla stampa. Abbiamo manifestato davanti all’ambasciata di Francia, davanti a Montecitorio, in Pza Venezia; ci sia mo recati presso le ambasciate dei paesi non belligeranti del Consiglio di Sicu rezza dell’ONU (Cina, Russia, India, Brasile, Sudafrica) per chiedere di favorire un cessate il fuoco immediato ed una mediazione tra le parti sotto l’egida di or ganizzazioni neutrali quali l’Unione Africana o i paesi sudamericani. Tramite co municati abbiamo invitato tutti a partecipare a queste azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, eppure ci siamo sempre ritrovati soli. Dove eravate? Quali iniziative per fermare la guerra avete intrapreso voi?

Non vi siete accorti che i paesi aggressori (USA, Francia, Gran Bretagna, Italia, paesi della NATO, monarchie arabe reazionarie come il Qatar e gli Emirati) sta vano violando lo spirito e la lettera della risoluzione dell’ONU che parlava di una presunta azione di “protezione dei civili”, ponendosi invece l’obiettivo di un cambio di regime con la forza delle armi? Non vi siete accorti che gli insorti erano continuamente riforniti di armi e appoggi logistici e militari e sobillati a non aderire ad alcuna trattativa? Non vedete che l’unico scopo di questa ope razione è la spartizione delle risorse della Libia in un ambito neo-coloniale?

Perché non una parola di condanna avete espresso sui bombardamenti e le azioni militari degli aggressori? L’unica parola di condanna esplicita l’avete ri volta contro un altro paese, la Siria, dove il governo ha aperto un dialogo con l’opposizione più responsabile. Ma anche in questo caso, come in Libia, frange di Al-Qaeda, integralisti islamici radicali ed ex-combattenti dell’Afghanistan ven gono forniti di armi e sobillati da USA, Francia, Gran Bretagna e monarchie ara be reazionarie (Arabia Saudita in testa) a destabilizzare il governo, negando ogni dialogo.

STATE FORSE INDICANDO AI BOMBARDIERI DELLA NATO IL PROSSIMO OBIETTIVO?

Vi ricordiamo che tutte le guerre e le aggressioni precedenti sono state prece dute da bugie palesi (armi di distruzione di massa di Saddam, massacro di 10.000 civili libici mai avvenuto con relative false immagini di fosse comuni, ecc.) e giustificate con la retorica dei “diritti umani” violati.

VI CHIEDIAMO: VI RISULTA CHE LE CONDIZIONI MORALI E MATERIALI DEI CIVILI DELL’IRAQ, DELLA SOMALIA, DELL’AFGHANISTAN, DEL KOSSOVO, ED OGGI DELLA LIBIA SIANO MIGLIORATE DOPO GLI INTERVENTI ARMATI “UMANITARI” OCCIDEN TALI? L’UNICO RISULTATO SONO STATI MILIONI DI MORTI E DI PROFUGHI, GUER RA CIVILE, DISASTRO UMANITARIO, CROLLO DI TUTTE LE CONDIZIONI DI VITA.

Ed ora le popolazioni delle città libiche di Sirte, Bani Walid e Sabha rischiano di essere massacrate dagli insorti, sotto l’egida di una operazione ONU approvata “per proteggere i civili” e con il silenzio-assenso vostro e di chi vi sostiene.

  IN QUESTE CONDIZIONI LA “MARCIA DELLA PACE”
  DIVENTA UN SEPOLCRO IMBIANCATO.

Questi sono i motivi per cui non aderiamo alla marcia in quanto associazioni. Non avalliamo iniziative rituali ed istituzionali, ma continueremo con le nostre iniziative concrete a favore di un cessate il fuoco e di un dialogo tra le parti in Libia, come in Siria.

Rete NoWar – Roma Citizens against War – Rome

Per ulteriori chiarimenti:
  Vincenzo Brandi brandienzo@libero.it Patrick Boylan patrick@boylan.it

* Il Dialogo, Giovedì 22 Settembre,2011 Ore: 17:17

Domenica 25 settembre si svolge la marcia Perugia-Assisi “per la pace e la fratellanza dei popoli”.ultima modifica: 2011-09-24T18:13:13+02:00da mangano1
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