FED LA SALA,Una risata sugli eventi di Parigi e la nuova “donazione di Costantino”.

 

cervellino.gifEVANGELO E TEOLOGIA POLITICA DEL “MENTITORE”: SCIENZA E FEDE  PER IL “RISCHIARAMENTO” (“AUFKLARUNG”) NECESSARIO, CHE GIA’ DANTE E KANT SOLLECITAVANO …. 
A PARIGI ACCOLTA E APPLAUDITA  LA VERITA’  RIVELATA AGLI ESSERI UMANI DAL PAPA E DAI VESCOVI.  SIAMO TUTTI UNO: VOI siete nati “da un uomo e una donna” (NOI siamo nati da Donna e da Dio). Sull’Avvenire, in difesa del “dato di natura”, un’editoriale di Marina Corradi – con note
La questione che ha portato tanti a Parigi è, nella sua sostanza, proprio in questa ubris rifiutata: lasciate che i figli continuino a provenire da un padre e da una madre, com’è nel dato di natura che ci precede.

a c. di Federico La Sala
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In difesa di un dato di natura
Da un uomo e da una donna
di Marina Corradi (Avvenire, 15 gennaio 2013)
La pacifica, grande marcia che ha colmato Parigi affermando: «Siamo tutti nati da un uomo e da una donna», ha il sapore di un evento che, dalla cronaca, potrebbe passare alla memoria collettiva e forse perfino alla storia del popolo francese. Quello slogan, né ostile né omofobo, ma semplicemente asserente una realtà oggettiva, appena vent’anni fa sarebbe apparso assurdo, tanto ovvio è il concetto che sostiene. Che, invece, in centinaia di migliaia siano scesi in piazza per ricordare un dato di natura, dà la misura di quanto lontano, a 35 anni dalle prime fecondazioni in provetta, si è già arrivati. Chi affermava che l’avvento della fecondazione artificiale non sarebbe stato così rilevante per la concezione dell’uomo, è smentito: se l’essere nati, e voler nascere ancora, «da un uomo e da una donna» è oggetto di una così appassionata difesa, significa che dentro un “Mondo nuovo” alla Huxley ci siamo già spinti.
La folla di ogni età e provenienza sociale, di fedi diverse e anche di nessuna fede, scesa per le strade di Parigi, in certe foto scattate domenica ha l’incedere tranquillo ma massiccio di una sorta di nuovo, trasversale Quarto Stato, come Pellizza da Volpedo lo dipinse nel primo Novecento. Hanno portato semplicemente se stessi, non provocatori né rivendicativi, testimoniando con le proprie facce quella comune umana origine di nati da un uomo e da una donna; chiedendo che questa naturalità sia data anche a chi nascerà domani.
Se una tale richiesta, fatta in questi corali pacifici termini, venisse giudicata a priori passatista e oscurantista, si dimostrerebbe solo quanto c’è di puramente ideologico nella pretesa di metter mano alle fondamenta della procreazione e anche del matrimonio, così come reggono da secoli il vivere comune in Occidente. Verrebbe provata l’esistenza di quell’ideologia cui alludeva la filosofa Hannah Arendt nel Dopoguerra, quando, riferendosi alle prime ambizioni della scienza di creare o modificare la vita in provetta, scriveva che l’annunciato uomo del futuro sembrava «posseduto da una sorta di ribellione contro l’esistenza umana come gli è stata data, un dono proveniente da non so dove, che desidera scambiare, se possibile, con qualcosa che egli stesso abbia fatto».
La questione che ha portato tanti a Parigi è, nella sua sostanza, proprio in questa ubris rifiutata: lasciate che i figli continuino a provenire da un padre e da una madre, com’è nel dato di natura che ci precede. (Singolare poi il perpetuarsi della contraddizione con una cultura ecologista che difende con forza e quasi assolutezza di dogma la naturalità, finché si discute di ogm o di equilibri della fauna e della flora del pianeta; ma sembra non riconoscere il diritto a un’uguale naturalità per i figli dell’uomo). La novità del 13 gennaio è che certa “modernizzazione” alla Zapatero – che in Europa sembra ormai un destino inesorabile, quando non sia già arrivata – a Parigi ha trovato un freno imprevisto, in un fronte trasversale e inedito; che senza urla, in pace, ha chiesto che un progetto di legge si fermi, e si ascoltino anche le ragioni dell’altra metà (e forse più) del Paese. Indipendentemente da ciò che farà Hollande, una giornata che lascerà il segno; la prova di una possibile resistenza a un “progresso” alienante e apparentemente inarrestabile, da parte di uomini diversi per storia e appartenenza, ma fedeli alla semplicità di un dato originario: siamo nati tutti da un uomo, e da una donna.

Titolo:MEMORIA EVANHELICA: SEMPRE ACCOGLIERE, MAI ESCLUDERE ….
Sempre accogliere, mai escludere…

di Raymond Gravel

in “www.lesreflexionsderaymondgravel.org” del 27 settembre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

26a domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Domenica scorsa eravamo invitati ad accogliere il piccolo, il debole, il povero, il bambino, e a farci servitori di tutti. Oggi, siamo invitati a non escludere colui o colei che vive il vangelo in maniera diversa e che non fa parte del nostro gruppo, della nostra Chiesa. Non possiamo più riservare Dio ad alcuni, a degli eletti, a delle élite. Non possiamo più fissare Dio in una religione, in un gruppo, in un sacerdozio, in una Chiesa. Non possiamo più arricchirci mentre ci sono poveri nella miseria. Quando si va verso Dio, verso la sua Parola, quando si aderisce all’insegnamento del Cristo del vangelo, lo Spirito crea cose nuove, crea la novità, e nulla e nessuno può impedirglielo.

Il vangelo di questa domenica ci dice tre cose:

1. Nessuno è proprietario di Dio o di Cristo: “Giovanni, uno dei Dodici (quindi un apostolo, un vescovo, un dirigente, un responsabile della Chiesa), disse a Gesù: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva” (Mc 9,38). L’evangelista non dice: ’perché non ti seguiva’, ma ’perché non ci seguiva’. Che pretesa! Non è più la fede in Cristo che conta: è la fede agli apostoli che Giovanni rivendica. Una parola così si attualizza facilmente oggi. Le gerarchie ecclesiastiche del primo secolo assomigliano stranamente agli apostoli di oggi e ai responsabili della nostra Chiesa.

Quando, dall’alto della nostra statura, diciamo che il mondo si sta perdendo, perché ha abbandonato l’istituzione Chiesa, ci appropriamo di Dio come se ci appartenesse. E tuttavia, le nostre società dette laiche che si ispirano ai valori cristiani di apertura, di accoglienza, di rispetto, di dignità, di uguaglianza, di tolleranza, di giustizia, sono più vicine a Dio e alla sua Parola di quanto lo siamo noi stessi. Personalmente, quando sento certi capi della Chiesa condannare le persone che difendono gli omosessuali, i divorziati-risposati, le donne che hanno subìto un aborto, le persone umiliate dalla vita, mi dico: ma per chi si prendono? Assomigliano stranamente agli apostoli del vangelo che vogliono impedire alle persone di agire in nome di Cristo.

Purtroppo, per troppo tempo, nella Chiesa si è deciso “per” Dio, al posto di Dio, imponendo ai credenti dottrine, principi, regolamenti che hanno favorito molto di più l’ingiustizia, l’esclusione, l’intolleranza, la disuguaglianza… Mettendo la dottrina prima del vangelo, abbiamo perso le basi stesse della nostra fede cristiana, che deve esprimersi attraverso il rispetto dell’altro, l’accoglienza incondizionata, la giustizia, l’uguaglianza, l’apertura, la tolleranza, il perdono, la misericordia, l’amore gratuito, la dignità di tutti, la fiducia e la speranza.

Il vangelo deve venire prima di tutte le dottrine; se no, non è più il vangelo. È Cristo che dobbiamo seguire e non gli apostoli. Gli apostoli devono condurci a Cristo. E se la dottrina crea degli esclusi, bisogna abolirla, modificarla, adattarla.

Già nell’Antico Testamento si sapeva che Dio non appartiene a nessuno. Nel brano del libro dei Numeri che leggiamo oggi, Mosè trova il proprio incarico troppo pesante, tanto più che il popolo si lamentava in continuazione. Mosè forma allora un consiglio di saggi, 70 persone, che sono invitate nella Tenda dell’Incontro, il tempio, la Chiesa del suo tempo, per una celebrazione della Confermazione in cui la Spirito di Dio sarà dato loro, affinché diventino profeti e possano condividere il compito di Mosè. Ma ecco che due dei settanta non si recano alla celebrazione. Sono Eldad e Medad, restano a casa loro.

Ma l’autore del libro dei Numeri ci dice che anche loro hanno ricevuto lo Spirito di Dio, benché non fossero presenti alla celebrazione della Confermazione. Allora Giosuè, il servo di Mosè, interviene: “Mosè, mio signore, impediscili!” (Nm 11,28). Come se Dio non potesse dare il suo Spirito senza l’autorità di Mosè. Conosciamo la risposta di Mosè: “Sei tu geloso per me? Volesse il Signore porre su di loro il suo spirito per far sì che fossero tutti profeti nel suo popolo!” (Nm 11,29).

2. Lavorare per Cristo, significa seguirlo. La risposta di Gesù all’apostolo Giovanni: alla persona che lavora per me “non impediteglielo, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome, e subito possa, parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9,39-40). La risposta di Cristo alla Chiesa di oggi è la stessa che ha dato a Giovanni: la famiglia formata da persone provenienti da precedenti separazioni, la coppia divorziata risposata che educa i figli di entrambi, secondo i valori evangelici, lavorano per Cristo; sono Chiesa anche loro. L’omosessuale che si impegna in nome della sua fede cristiana a rendere il mondo più giusto e più fraterno, lavora per Cristo; anche lui è Chiesa. Il prete che vive una relazione d’amore e che svolge bene il suo ministero, lavora per Cristo; anche lui è Chiesa. Le donne che sono state ordinate prete su una barca e che sono a servizio delle loro comunità cristiane, lavorano per Cristo; anche loro sono Chiesa. Allora, perché escludere quelle persone, con il pretesto che non seguono le regole che ci siamo dati. Non sono le regole la cosa importante… L’essenziale, è seguire Cristo.

Può anche capitare che quelle persone siano più profeti di coloro che lo sono ufficialmente, secondo le regole dell’istituzione. È la prima lettura a dircelo. L’autore del libro dei Numeri precisa, parlando delle 68 persone che si sono recate alla celebrazione per essere confermate: “Quando lo Spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito” (Nm 11,25b). In fondo, non è perché hanno seguito delle regole e risposto ai criteri di selezione, che diventano automaticamente profeti. È dalle loro azioni che si riconoscono i veri profeti. È vero anche oggi. Ci sono coppie di persone provenienti da precedenti unioni che sono segni d’amore, più di quanto non lo siano delle coppie sposate, che sono ancora insieme ma che non si amano. Allo stesso modo, ci sono persone che si impegnano sul piano sociale e che sono più cristiani di molte altre che vanno in chiesa tutte le domeniche. Ricordo alcune dichiarazioni dei giudici della Corte Suprema del Canada quando hanno espresso la loro decisione riguardo al matrimonio omosessuale… Le loro dichiarazioni erano molto più vicine al vangelo di quelle che venivano dal Vaticano. È incredibile. Ma è la realtà!

3. Avvertimento per i capi della Chiesa. L’evangelista Marco mette in guardia colui che rifiuta, condanna, esclude un piccolo, un povero, una persona umiliata dalla vita. Questo avvertimento riguarda innanzitutto i capi della Chiesa poiché sono solo loro che possono rifiutare, condannare ed escludere i piccoli; i comuni cristiani non hanno quel potere: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare” (Mc 9,42). È dura come sentenza! È la maniera forte degli Hells Angels. Se la si applicasse oggi, penso che saremmo sorpresi di vedere certe persone in fondo all’oceano. E a questo punto Marco menziona tre membra che possono servirci a compiere la nostra missione o che possono nuocere e impedirci di assumerla: la mano, il piede e l’occhio…

La mano: può servire per condividere o per tenere per sé Il piede: può servire per andare verso gli altri o per fermarsi e non andare più avanti L’occhio: può servire per vedere l’altro, aprirsi alla sua realtà, accoglierlo e comunicare con lui, oppure per chiudersi nei confronti dell’altro, per giudicarlo, per condannarlo, per escluderlo. Ciò che Marco ci dice, in fondo, è che se queste membra non ci aiutano a compiere la nostra missione, sarebbe meglio perderle per non perdere noi stessi.

Concludendo, una parola sulla seconda lettura di oggi, la lettera di Giacomo, in cui l’autore ci dice di fare attenzione alla ricchezza: anch’essa ci può chiudere su noi stessi, impedirci di condividere, renderci ingiusti verso gli altri e renderci indifferenti alla miseria e al bisogno degli altri: “Dei lavoratori hanno mietuto sulle vostre terre e voi non li avete pagati; il loro salario grida vendetta, e le proteste dei mietitori sono arrivate alle orecchie del Signore onnipotente” (Gc 5,4). “Avete vissuto sulla terra in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage” (Gc 5,5). “Avete condannato il giusto e lo avete ucciso, ed egli non vi ha opposto resistenza” (Gc 5,6).

E per finire, vorrei condividere con voi la riflessione dell’esegeta francese Jean Debruynne: “Immediatamente, il gruppo degli Apostoli, per bocca di Giovanni, reclama la superiorità esclusiva di Gesù. Vogliono l’esclusività dei diritti d’autore sui fatti e sui gesti di Gesù. Pretendono di essere i soli a poter dare il passaporto, la carta d’identità cristiana. Gesù, al contrario, annuncia loro il superamento del possesso. Voler pretendere di rinchiudere il Vangelo, significa voler impedirgli di essere vangelo. Lo Spirito di Dio è libero. Nessuno potrà obbligarlo a seguire la via gerarchica. La preoccupazione degli Apostoli è di escludere. Quella di Gesù è di chiamare e di aprire”.
Autore    Città    Giorno    Ora
Federico La Sala    Milano    16/1/2013    12.01
Titolo:IL CRISTIANESIMO RIDOTTO AD ALLEANZA INCESTUOSA ….
COME IN TERRA COSI’ IN CIELO UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA “EDIPICA”!!! L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA AF-FARAONICA COSTANTINIANA, REGNA ANCORA…

“Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico proprio. Però in quello zigote stava il Verbo di Dio”(dichiarazione del Cardinale Dario Castrillon Hoyos alla XV conferenza internazionale del Pontificio consiglio, la Repubblica del 17 novembre 2000, p. 35)

LA “SACRA FAMIGLIA” DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA NON HA NIENTE A CHE FARE CON LA FAMIGLIA DI GESU’, DI GIUSEPPE E MARIA … E’ UNA COPPIA INCESTUOSA: LA MADRE ELENA E L’IMPERATORE COSTANTINO, IL “SIGNORE DEL MONDO” E LA MADRE DI “DIO”.

L’ARCA DELL’ALLEANZA, IL “PRESEPE” EVANGELICO, COME MANGIATOIA DELLA “FATTORIA DEGLI ANIMALI”!
Autore    Città    Giorno    Ora
Federico La Sala    Milano    16/1/2013    22.03
Titolo:NATI DA UOMO E DONNA. Parigi insegna ….
NATI DA UOMO E DONNA. Parigi insegna ….

«(…) fino al 1906, data in cui l’insegnamento adotta la tesi della fecondazione dell’ovulo con un solo spermatozoo e della collaborazione di entrambi i sessi alla riproduzione e la Facoltà di Parigi proclama questa verità ex cathedra, i medici si dividevano ancora in due partiti, quelli che credevano, come Claude Bernard, che solo la donna detenesse il principio della vita, proprio come i nostri avi delle società prepatriarcali (teoria ovista), e quelli che ritenevano (…) che l’uomo emettesse con l’eiaculazione un minuscolo omuncolo perfettamente formato che il ventre della donna accoglieva, nutriva e sviluppava come l’humus fa crescere il seme» (Françoise D’Eaubonne).

Cfr.: Federico La Sala, Chi siamo noi in realtà?,

http://xoomer.virgilio.it/gsarubbi/filosofia/chisiamonoi21062003.pdf

p. 9
Autore    Città    Giorno    Ora
Federico La Sala    Milano    17/1/2013    04.12
Titolo:IN NOME DEL DIO CARO-PREZZO (“CARITAS”), MONTI …
Mario Monti boccia i matrimoni gay e le adozioni per le coppie omosessuali. “Per me – dice – la famiglia è formata da un uomo e una donna ed è giusto che i figli crescano con madre e padre”. Lo fa nel corso del programma Lo spoglio su Sky Tg24.

Flavio Romani, presidente Arcigay, replica in serata: “Monti getta finalmente la maschera e dimostra la sua conversione da leader Europeo a bulldozer del Vaticano. Dopo aver assistito al passo indietro di Alessio De Giorgi, unico candidato gay visibile nel suo partito, impallinato dalle destre con il metodo Boffo e non difeso da Monti, siamo costretti ad ascoltare una sua dichiarazione contro le famiglie omosessuali buona per le peggiori teocrazie e il più deleterio fondamentalismo. Evidentemente i lunghi anni passati in Europa non gli sono serviti a niente”.

VEDI: http://www.repubblica.it/politica/2013/01/16/news/export_monti_bacchetta_berlusconi_all_estero_non_v.

FED LA SALA,Una risata sugli eventi di Parigi e la nuova “donazione di Costantino”.ultima modifica: 2013-01-18T12:55:31+01:00da mangano1
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