enrico Galavotti, I principi umanistici che fondano la storia

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da www.homolaicus.com

La storia

Ho tra le mani centinaia di figure
immagini mappe
ritagliate da vecchi libri di scuola
e mi chiedo
guardandole una per una
quando sia cominciata la storia
il momento in cui ci siamo persi
Assiri Babilonesi Egiziani…
seimila anni fa abbiamo fatto qualcosa
il cui peso ci affligge ancora
siamo passati dall’umana preistoria
alla storia selvaggia dell’uomo-lupo
che divora i suoi simili
e mi chiedo quanto tempo
ci rimane per tornare indietro

Vorrei che il tempo si fermasse, per un momento, giusto il tempo di
riflettere, di guardarsi indietro, di fare il punto della situazione. Vorrei
avere il tempo necessario per esaminare il passato, per avere l’esatta
percezione che il presente è suo figlio, un suo sviluppo coerente. Vorrei
poter dire con sicurezza: ecco, sulla base di questi principi umanistici il
presente è stato coerente col passato in questo e quel punto, mentre non lo
è stato in altri punti, avendo subito fratture, deviazioni, sbandamenti…
Mi chiedo se si possa sapere quali siano i principi umanistici che tengono
legati a un filo il passato col presente. Se li trovassimo potremmo guardare
il futuro con più tranquillità e non con l’ansia di chi non sa come le cose
andranno a finire. Infatti se questi principi umanistici fossero veri,
potremmo predisporre al meglio la vita nel presente, nella convinzione che
anche nel futuro le cose non cambieranno di molto.Per noi è assolutamente impossibile stabilire dei principi umanistici
soggetti a coerenza pratica. Qualunque cosa affermiamo in sede teoretica,
viene sistematicamente smentita dai fatti. È come se ci fossimo
specializzati a fare il contrario di ciò che diciamo. Noi non sappiamo mai,
da soli, che cosa sia meglio per noi. Non riusciamo a essere obiettivi con
noi stessi: quando facciamo qualcosa o prendiamo delle decisioni, in maniera
autonoma, senza consultarci con altri, il più delle volte sbagliamo. E
quando pensiamo di aver sbagliato è solo perché abbiamo fatto pagare ad
altri il prezzo dei nostri errori.
Per essere relativamente sicuri di non sbagliare, dovremmo attenerci
scrupolosamente a quanto ci è stato tramandato, ma questo implica che non vi
siano state rotture traumatiche tra le generazioni, cioè che non sia stata
spezzata la catena che le unisce. Ebbene, che cos’è la storia se non la
documentazione di queste continue rotture? Siamo stati talmente discontinui,
nell’evoluzione della nostra specie, che oggi ci sfugge completamente la
nozione di passato e non siamo in grado di coltivare alcuna vera tradizione,
semplicemente perché non ne abbiamo più una memoria convincente, esaustiva.
Lo dimostra il fatto che, a volte, seguendo percorsi molto tortuosi o
involuti, arriviamo a scoprire cose che le popolazioni da noi ritenute
sottosviluppate (e che molto spesso abbiamo sterminato), conoscevano già da
millenni e che si erano tramandate per via orale, senza far uso della
scrittura. Per noi occidentali tutto ciò che non è scritto quasi non esiste.
Eppure, proprio la scrittura è segno di solitudine, di estraneità al vivere
sociale; è persino indice di una mancanza di fiducia, di un sospetto di
tradimento: non ci si fida più della parola data.
Noi dovremmo porre le fondamenta di un modello di società a misura d’uomo,
in cui i rapporti tra “persone” siano la base di ogni altra cosa, una sorta
di pietra angolare per qualunque altro tipo di rapporto.

enrico Galavotti, I principi umanistici che fondano la storiaultima modifica: 2008-05-05T18:45:00+02:00da mangano1
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