Attilio mangano,Le intermittenze del cuore

326ddc7babf06c5d0a497f9f1ee4b60d.jpgDomenica 18 gennaio 2004(“RECENSIONI” …DOC. 19) ATTILIO MANGANO: IL passato é precipizio, l’avvenire é una montagna ( su ” LE INTERMITTENZE DEL CUORE” DI EUGENIO BORGNA.)Signore: é tempo. L’estate era immensa. > Deponi sulle meridiane la tua ombra, > e libera sulle campagne i venti. > > Fa’ che gli ultimi frutti siano colmi, > dà loro altri due giorni di tepore, > conducili a maturità e infondi > nel denso vino l’ultimo sapore. > > Chi non ha casa, ormai più non edifica. > Chi ora é solo, a lungo resterà in solitudine, > a scriver lunghe lettere, a leggere, a vegliare > e qua e là inquieto per i viali > tra le foglie che turbinano a errare. > > (RAINER MARIA RILKE) > > ======================================= – recensione al libro di EUGENIO BORGNA > Le intermittenze del cuore ( FELTRINELLI, Milano, 2003,16 euro). IL PASSATO E’ PRECIPIZIO, L’AVVENIRE E’ LA MONTAGNA > > > > C’é una struggente bellezza nell’ultimo libro di Eugenio Borgna , “Le > intermittenze del cuore” che impedisce di ricorrere a una recensione > convenzionale e regala suggestioni di ordine diverso. Perché siamo in presenza > sotto certi aspetti di una specie di manuale di psichiatria fenomenologica- > che studenti e specialisti possono usare opportunamente- e però al tempo > stesso entriamo nel vivo di una storia di “esempi” di dolore e di malattia in > cui ritroviamo personaggi “famosi” (Fedor Dostoevskij, Antonia Pozzi,Sylvia > Plath), adolescenti anoressiche, depressioni, psicosi, trapianti di > organi,allucinazioni visive e auditive: una casistica che rivela il suo > segreto nella capacità di passare dalla psicopatologia alle “emozioni” di > tutti ( l’amicizia, la tenerezza, il desiderio d’amore, la malinconia, le > lacrime), sicché il patologico si manifesta come blocco, arresto,chiusura, di > quelle stesse emozioni ma al tempo stesso solo una capacità di porsi il > problema dell’altro e delle sue emozioni può consentire un approccio che sia > davvero terapeutico. C’é forse , per qualche lettore più ingenuo e > accomodante,il rischio di leggere il tutto come un inno all’amore e al > sentimento di buona volontà, come se di per sé un sentimento d’amore per > l’altro sia la miglior cura per la stessa psicopatologia. Ma questo é un > fraintendimento possibile, non la tesi di Borgna, che affida alla > farmacoterapia ” la condizione curativa essenziale” ma segnala appunto come > il trattamento psicoterapeutico comporti una discesa nella vita emozionale > dei pazienti che sia anche saperla riascoltare dentro di sé.In realtà l’aspetto innovativo del lavoro di Borgna va individuato nel > supporto filosofico stesso con cui ci si interroga sul rapporto tra malattia > e interpretazione: ” la psichiatria non é la neurologia”, dice il titolo di un > paragrafo, anche la tesi apparentemente più “neutrale” per cui ogni funzione > psichica si esaurisce in funzioni cerebrali, ha in sé premesse filosofiche. > Borgna si richiama apertamente alla filosofia ermeneutica da un lato e alla > fenomenologia di Husserl dall’altro,sicché il problema non é tanto quello > della riscoperta dei sentimenti ma quello dell’applicazione del metodo > fenomenologico : ogni atto psichico é sempre correlato intenzionalmente con un > oggetto e questo perché ” la coscienza é sempre coscienza DI qualcosa: non c’é > una coscienza “vuota” “. > Le pagine più importanti sono quelle inerenti le allucinazioni: esse non sono > una “percezione senza oggetto’, lo aveva capito già negli anni quaranta G.E. > Morselli con le sue ricerche, oggi é lecito affermare che chiunque abbia > allucinazioni ” percepisce QUALCOSA, anche se qualcosa di radicalmente DIVERSO > da quello che percepiamo realmente noi quando NON abbiamo allucinazioni.” > (E.Strauss) > Vengono in questo senso riprese le straordinarie analisi di Eugene Minkowski > sulla schizofrenia, il tempo vissuto e lo spazio : siamo in presenza di una > crisi di quella che Minkowski chiama PROFONDA SOLIDARIETA’ SPAZIOTEMPORALE, > crisi innescata da una vera e propria defaillance del tempo vissuto > accompagnata da una ipertrofia dello spazio vissuto. Borgna applica questi > schemi all’interpretazione del caso di una paziente, Liliana, che é passata > dal sentire voci a forme di delirio e di allucinazione psicotica; siamo in > presenza di un inghiottirsi del passato e di una scomparsa della possibilità > di progetto mentre invece lo spazio “aumenta all’infinito”. Per questo Borgna > fa sua e riprende la bellissima immagine che Minkowski prese da un paziente > schizofrenico: “Il passato é precipizio e l’avvenire é la montagna”. > La fenomenologia di una psicosi vista come percezione distorta, alternarsi di > disorta esperienza del tempo e distorta esperienza dello spazio, costituisce > una riflessione importante non solo nel merito del dibattito stesso fra > psichiatri ma proprio perché introduce categorie per così dire classiche dello > stesso dibattito filosofico : da un lato é infatti l’INTERSOGGETTIVITA’ di > Husserl a essere riproposta come chiave di lettura, dall’altro son proprio > le categorie di spazio e tempo. Le allucinazioni sono una RADICALE > METAMORFOSIDELL’INTERSOGGETTIVITA, fa capire Borgna stessa. Ma questa > condizione di un qui-e-ora che non ha più passato e non sa pensare il futuro, > di un presente eterno che si colloca al di fuori di ogni tempo e di ogni > spazio,é tipica della psicosi e insieme carica di significato per la vita di > tutti, per il nostro stesso sapere sociale: spazio e tempo tornano a essere > categorie con cui leggere metamorfosi e crisi, blocco e ripiegamento della > coscienza moderna. Viene in mente ( qui naturalmente Borgna non c’entra più) > il dibattito filosofico-politico sulla condizione post-moderna e quello sulle > caratteristiche dei movimenti, del loro essere NO FUTURE -come si diceva – e > della loro assenza di memoria : emergeva come positivo un presente puro, in > cui la trasformazione conta in sé e non ha eredità o modelli, é movimento ( > che abolisce lo stato di cose presente?). La trasformazione dell’ > intersoggettività come molla permanente si potrebbe quasi dire, la > condizione nomade come condizione dello spostamento positivo. La condizione ” > senza passato e senza futuro” di cui si parlava come metafora di una > rivoluzione diversa non aveva certo niente a che fare con il senza > passato-senza futuro della condizione schizofrenica, rinviava a un HIC ET NUNC > diverso, voleva essere una condizione di soglia per l’attraversamento > possibile e la trasformazione reale.,un discorso su come e perché cambiare il > mondo. Fino a che punto invece non siamo di fronte a una malattia del sociale > e della sua capacità di progettare, al suo ripiegare su un presente che si > ripete? Domande solo da porre. > La scelta di Borgna di intitolare il suo libro “le intermittenze del cuore” > (da Proust) esplicita il richiamo a quella linea interpretativa che ,da > Pascal in poi, contrappone la logica del cuore alla logica della ragione > calcolante- come ebbe a dire Heidegger- e che vuole connettere il vissuto e la > significazione,la parola non detta e l’intuizione, l’immagine dell’altro e il > dialogo con l’altro. Chi scriverà la storia delle lacrime, chiedeva Roland > Barthes: idealmente risponde la psicotica Antonia : > > Io non so parlare > ma so ascoltare il silenzio > delle parole, > so comprenderne il significato > solo quando sono lontana dal loro rumore. > Parole non mie, > che si siano lasciate ascoltare, > ora sono diventate > anche mie. > Posso donarle, > come se parlassi.”. > >

Attilio mangano,Le intermittenze del cuoreultima modifica: 2008-05-30T01:42:29+02:00da mangano1
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Un pensiero su “Attilio mangano,Le intermittenze del cuore

  1. interessante. non so se lo comprerei, i casi clinici sono belli ma spesso dolorosi. per distrarci, perché non guardi il nostro blog?

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