Massimo Tomasutti,Duemila ragioni: le intermittenze del cuore

642112128.jpgQuale tipo di Blog per “Duemilaragioni”? Un Blog ‘ristretto’ ad alcune, specifiche tematiche culturali e politiche, oppure ‘aperto’ alle complesse ed inquiete oscillazioni del presente? Plurale, settoriale, “in vitro” dedito agli spazi della contemporaneità, o che altro? E i suoi 14.000 visitatori e/o lettori sono veri o presunti? E noi tutti che vi collaboriamo, agiamo consapevolmente nella viva attualità critica di un presente difficile o, invece, ne subiamo inconsapevolmente i condizionamenti? Innanzitutto: non esistono Blog antologizzabili, nessuno – per sé stesso -, è ‘descrivibile’ nella sua contemplata obiettività. Tale insufficienza non può che accentuarsi quando dai testi pubblicati si passa ad analizzare il Prodotto “Duemilaragioni”. A riprova, non troviamo negli interventi critici sollecitati da Mangano una ‘vera’ critica del Blog stesso, inteso come prodotto complessivo. E questo si capisce: perché il singolo testo (la recensione, la poesia, ecc,) ammette fino ad un certo punto di essere considerato nella sua singola unità testuale – contemplato e descritto dal “di fuori”. Ma un Blog come “Duemilaragioni” appunto, non solo non ha limiti culturali predisposti, ma non ha nemmeno limiti disciplinari definiti: si “svolge” sotto i nostri occhi quotidianamente, cresce con noi, si pro-getta nel tempo! Una forma siffatta, si capisce, che non si lascia stringere e interpretare da una critica formalista troppo attenta ai moderni stereotipi culturali, tutti strettamente autoreferenziali – i quali rimangono sempre e comunque dentro l’episteme classico. Dovremo cambiare strumento, amici! L’equivoco, cui alcuni di noi paiono essere caduti, è quello di leggere239161210.jpg “Duemilaragioni” come un mero Blog ‘geometrico’, ‘strutturato’ che, tuttavia, proprio perché così fatto, “mentirebbe a sé stesso”. Nulla di più errato! Il carattere ‘vero’ di questo Blog è, infatti, quello della sua inesauribile interpretabilità, delle sue scritture plurali, dei suoi linguaggi composti che moltiplicano, intrecciano e scompongono le ‘differenze’ necessarie (Derrida docet, no?). Nessuno schema unificatore, nessun ‘riposante’ equilibrio dunque: questo è lo schema di “Duemilaragioni” sul quale dovremo innestare il dibattito e, sia detto per inciso, al quale molti non hanno mai nemmeno pensato. L’’opus tessellatum’ mediatico creato da Mangano risponde – credo – proprio a questi principi, (ereditati, forse, da una stagione storica e politica certo confusa, come fu il ’68, ma comunque foriera di notevoli innovazioni e sperimentazioni culturali). Quindi, al di là dei 14.000 visitatori o meno, come tutto ciò che si progetta nel tempo l’immagine e la forma del ‘nostro’ Blog non dovrà essere arrestabile in punti culturali o di discussione chiusi, ma dovrà, invece, inverarsi nel presente, senza limiti preventivi, considerandone le ‘strutture’ (le quali non sono un oggetto, ma un processo).

Massimo Tomasutti,Duemila ragioni: le intermittenze del cuoreultima modifica: 2008-09-24T19:15:00+02:00da mangano1
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4 pensieri su “Massimo Tomasutti,Duemila ragioni: le intermittenze del cuore

  1. Vorrei qui, cari amici e carissimo Attilio, precisare meglio alcune miei concetti relativi al Blog “Duemila ragioni”, concetti che, pare, qualcuno ha ampiamente frainteso. Il desiderio di Attilio di fare un Blog “pieno di vita” critica, dibattuto, gremito di opinioni, commenti non viene affatto, per così dire, ‘sopraffatto’ dal disvelamento della sua profonda natura critica. L’immagine di “Duemila ragioni” è, deve e dovrà essere sempre lo specchio del modus animi continuus del suo protagonista-autore: Attilio Mangano. “Duemila ragioni” – il Blog critico auspicato da Mangano-, non corrisponde affatto a tutti quei corrotti suggerimenti critici, oserei dire vetustamente ‘tardo-romantici’, auspicati da qualche “Grande Vecchio”. Suggerimenti dove l’ansia della Forma esplode inesausta, e dove in realtà più che la presenza dello spirito critico vale la continua approssimazione, i brulicanti ed inefficaci fermenti segreti, saturi di tecnicismo, pronti a trascinare “Duemila ragioni” nelle avventure conformiste del presente. Mangano, invece, ‘ama’ la sua creatura; ma di un amore che è Passione. E che cos’è la Passione? La passione si invera nel fare critico, dubbioso! E allora si capisce come sia proprio la forma non- classica, la forma ambigua, aperta, versata nel tempo di “Duemila ragioni” la più ‘adatta’ a volgere questa sua passione critica in amore fattivo per questa sua creatura. Gli è che solo così essa può e potrà compiere la sua ‘funzione’: continuità mutevole e metaforica perchè ‘aperta’ e viva della natura e della realtà del presente. Sarà una spiegazione sufficiente caro Attilio?

  2. anche se devo ringraziare Tomasutti e la signora Gemma per la gentilezza delle loro osservazioni a favore del mio blog, il problema che intendevo porre non era e non è tanto quellodi ” dare il voto” ma di allargare la discussione per rompere l’incantesimo del cosiddetto solipsismo, che comunque è una condizione in qualche modo strutturale ( come la ” condizione post moderna”, un punto di partenza dell’esserci contemporaneo, un punto di partenza obbligato che però non sfocia in un punto d’arrivo, è una atmosfera). Credo in tal senso alla possibilità, una volta avviato il dibattito, di ottenere
    dei risultati e di verificare il tipo di partecipazione. Grazie

  3. Mi scusereTe, e mi scuserai caro Mangano, per la mia – forse ‘inattuale’ –
    testardaggine nel voler qui ribadire il mio tanto vituperato Concetto su
    ‘Duemila ragioni’ (e si cari amici, potrete così sempre dire “umano troppo umano”). Vedete (e vedi Attilio), non si tratta di “dare il voto” – sarebbe
    un esercizio del tutto anacronistico in questo nostro presente -, o di studiare fuoriuscite tecniciste dal post-moderno ed autoreferenziale “soli-psismo” mediatico. No la ‘Questione’ primaria, sulla quale poi potremo declinare tutte le possibili variabili, è quella della Forma-blog. Delimitare il terreno, dunque. Non è possibile concepire il blog senza tenere
    presenti allo stesso tempo le ‘forme’ culturali del Sapere, e della Natura stessa di questo Sapere, che lo alimentano e lo rendono possibile. Bisogna sfuggire alle soluzioni facili che la trita eredità strutturalista della comunicazione mediatica ci ha lasciato come fardello nel nostro senso comune. “Pluralità” e “molteplicità”: dalla letteratura alla politica alla critica, dunque! Solo se e quando invereremo davvero questi assiomi (che, credetemi, non sono per niente scontati) riusciiremo a fare
    di “Duemila ragioni” quel blog tanto atteso.

  4. Discutere la forma blog è una intenzione seria e accettabile, io al momento prendo comunque atto che i messaggi e i commenti che ogni tanto arrivano sono di rapida approvazione a questo o quel testo o anche a quella canzone, non c’è al momento un dibattito a più voci su questo o quel tema, non so nemmeno io se sia un caso o una conseguenza delle varie articolazioni tematiche che questo blog consente con le sue diverse sezioni.

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