Maria Laura Rodotà, La cagna nera

Dal CORRIERE DELLA SERA 25 marzo 2009
maria laura rodotà

LA FIRST LADY NEL MIRINO
I blog di destra scatenati contro Michelle
«Per l’amor di Dio! È una cagna nera». Insulti e volgarità dai siti cristiani vicini ai repubblicani
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In Italia sarebbe più semplice. Si risolverebbe tutto con una bella ronda intorno alla Casa Bianca; o proponendo un tetto massimo del 30 per cento di bambine Obama nelle classi della scuola dell’obbligo. Negli Stati Uniti è complicato. Un cittadino su dieci discende da schiavi africani; il nuovo presidente è figlio di un africano; sua moglie, avvocato plurilaureato, discende da schiavi. Sono liberal, sono una famiglia unita e impeccabile come ce n’è poche nella destra conservatrice; sono, ammettiamolo finalmente, un po’ neri. E insomma, la destra conservatrice più esplicita non ci vuole stare e a volte si lamenta in modo sgangherato.
Aveva iniziato il più famoso conduttore radiofonico repubblicano (e oltre) Rush Limbaugh, subito acclamato come vero leader del partito. Hanno seguito altri personaggi radiofonici, altri blogger, qualche deputato. Michelle Bachmann, neomaccartista eletta nel Minnesota, ha incitato alla lotta armata contro gli Obama. Altri sono, se possibile, più disturbati da sua moglie. Michelle O. è una forza della natura; Maureen Dowd del New York Times, impressionata dalla sua energia, dai discorsi pubblici alla semina nel nuovo orto della Casa Bianca (tutta la First Family ci dovrà lavorare, ha detto Michelle, «che ne abbiano voglia o no») si è chiesta «se nello Studio Ovale non ci sia l’Obama sbagliato». Per dire. Può darsi. Ma l’Obama femmina innervosisce molto, pare.
Anche quando va tra gli studenti della zona più povera e nera di Washington, Anacostia, a dire «studiate, studiate anche se vi prendono in giro. Anch’io venivo sfottuta perché prendevo voti alti, perché era “comportarsi da bianchi”». E, ovvio, a lei è andata bene e il successo suo e del marito rischia di cambiare la percezione degli afroamericani, e soprattutto la percezione che hanno gli afroamericani di se stessi. Pare non dovesse parlare così, in quanto «è falsa, ha un falso accento» e, di conseguenza, è «trash in the White House», spazzatura alla Casa Bianca; «la spazzatura è daltonica, attraversa tutte le categorie ecosocionomiche». Ecosocionomiche? Vabbè, a smonnezzare Michelle è stata la celebrità da radio Tammy Bruce, lesbica pro aborto di estrema destra, se usa terminologie confuse la si può anche capire, suvvia. E si capisce anche perché (per correttezza politica, per non dare spazio a chi offende in cerca di pubblicità), i grandi giornali non ne parlano.maria1.jpg
In compenso, online, se ne parla parecchio. Fino alle trionfali battute di Burt Prelutsky, autore televisivo e columnist di Townhall.com, popolare sito web di un network cristiano: «La vera domanda è: se la First Family prende un cane femmina, sarà la Prima Cagna o dovrà accontentarsi del secondo posto?». E poi: «I media di sinistra stanno cercando di convincerci che questa sosia di James Brown ha l’allure e il glamour di Jackie Kennedy. Ma non è bella, per l’amor di Dio! È una cagna nera». Per amor di Dio, il network cristiano ha rapidamente rimosso l’articolo. Non prima che venisse ripreso dall’Huffington Post, però. E che l’Huff Post, il sito di notizie liberal di Arianna Huffington diventato lettura obbligatoria dalla campagna presidenziale in poi, venisse criticato da lettori e blogger causa presunto compiacimento nel riportare gli insulti e così spargerli in giro (forse erano prevedibili e non evitabili, quegli insulti; di certo qualcuno sarà contento di leggerli; d’altra parte anche i lettori più entusiasti sanno che gli Obama, per quanto neri, sono alla Casa Bianca e loro no; qualcuno di loro prima o poi si abituerà, si presume, e sarà una buona notizia).
Maria Laura Rodotà
25 marzo 2009

Maria Laura Rodotà, La cagna neraultima modifica: 2009-03-25T22:08:00+01:00da mangano1
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