Vittorio Rieser, Consumo e lavoro due sfere congiunte

03303a2cfec8e27f95d64e19de7bc88e.jpgda LIBERAZIONE In una recente comunicazione a un seminario di Transform (Il lavoro e la vita, ottobre 2007), Mimmo Porcaro invitava a dedicare un’attenzione politica al tema del consumo: «…il consumo si è organizzato come una macchina simbolica molto più coerente e pervasiva di prima, ed afferra in queste nuove vesti quote sempre crescenti degli stessi ceti meno abbienti». E più oltre: «è oggi proprio il consumo … a costituire lo spazio principale di socializzazione per la gran parte degli individui». Di qui, il «suggerimento per una futura inchiesta operaia», di prendere pienamente in considerazione la sfera dei consumi. In effetti, nella cultura (o per lo meno nel senso comune) della sinistra, il consumo è stato spesso visto come un elemento interamente determinato da altri fattori, “alienato” nel senso oggettivo e soggettivo del termine: o perchè interamente determinato dal livello di reddito, per cui alla stratificazione dei redditi corrispondeva meccanicamente una stratificazione dei consumi, o (in modo più sofisticato) perchè i modelli di consumi sarebbero “plasmati dall’offerta”, e in ciò si manifesterebbe ancora una volta (e in modo più subdolo e pervasivo) la subordinazione della sfera del consumo alla produzione capitalistica.Se vogliamo uscire da questi schemi deterministici, e provare ad analizzare il consumo come un aspetto importante dei comportamenti e della coscienza delle classi lavoratrici (come suggerisce Porcaro), un utile strumento è il recente libro di Maura Franchi, IL SENSO DEL CONSUMO (Bruno Mondadori 2007, pp. 233, euro 20,00).Maura Franchi riporta l’attenzione sui soggetti del consumo e sulle loro strategie: non certo vedendoli nei termini astratti e idologici dell’economia neo-classica, come soggetti che puntano a ottimizzare la propria utilità in un mondo immaginario libero da vincoli, ma come soggetti che, muovendosi in un mondo pieno di vincoli e condizionamenti, sviluppano delle proprie strategie dotate di senso, non sono cioè delle semplici marionette manovrate dall’offerta capitalistica. Più precisamente: l’offerta di beni è essa stessa condizionata in qualche modo dai comportamenti e dalle esigenze dei soggetti, e muta e si articola in conseguenza; inoltre, non c’è corrispondenza meccanica tra stratificazione sociale (di reddito e di appartenenza di classe) e modelli di consumo: i confini si fluidificano, e ad esempio modelli di consumo in passato esclusivi delle classi privilegiate si estendono oggi anche (in parte) alle classi lavoratrici, per cui anche il significato (spesso sottolineato) dei consumi come “simboli di status” si trasforma.Un esempio particolarmente significativo, in questo quadro, è il capitolo sui consumi degli anziani, che mostra quanto i loro comportamenti siano lontani dal cliché del vecchio pensionato, che spesso abbiamo ancora in mente.L’autrice si sofferma maggiormente sulle strategie “ricche” di consumo – che, lo sottolineiamo ancora una volta, non sono più esclusive delle classi ricche; ma, persino negli strati al di sotto della soglia di povertà, potremmo comunque osservare delle strategie, che non sono solo di pura sopravvivenza, ma compongono un mix di consumi articolato, non limitato ai cosiddetti beni di prima necessità. Mi sono limitato qui a sottolineare gli aspetti dell’analisi di Maura Franchi più utilizzabili politicamente, in una prospettiva di inchiesta sulla condizione dei lavoratori che non si rinchiuda sulla fabbrica, e che veda il consumo non come sfera separata (ed alienata) ma come componente essenziale dei comportamenti (e della coscienza) dei lavoratori. Ma l’analisi contenuta nel libro è molto più ricca – basti pensare a capitoli come quello dedicato ai “consumi della paura”, o a quello sulla “produzione del corpo”, o a quello sul cibo – e apre davanti agli occhi del lettore tutto un mondo, popolato da soggetti che – tra mille vincoli e condizionamenti -si scavano dei percorsi, che sono anche di “ricerca individuale di senso del mondo”.27/02/2008

Vittorio Rieser, Consumo e lavoro due sfere congiunteultima modifica: 2008-02-27T22:55:15+01:00da mangano1
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