Daniele Mansuino,Esoterismo e comunismo

ccf51feaabc31fb2cfac4cac491c90e5.gifdalla Newsletter mensile di www.riflessioni.it febbraio 2008 Nella prima parte del diciannovesimo secolo, le novità politiche generate dalla Rivoluzione Francese e dal periodo napoleonico avevano messo in subbuglio il mondo della Filosofia. Molti sentivano che questa era, in un certo senso, giunta al termine di un lunghissimo cammino intrapreso ai primordi della civiltà occidentale e che l’aveva accompagnata lungo l’intero suo corso, talvolta riecheggiandone e talvolta anticipandone gli sviluppi; nel corso del quale l’Umanità si era progressivamente affrancata dal dominio della Natura per ottenere, per mezzo dei lumi della Ragione, un più efficace controllo sulla realtà.Ma in che modo la Filosofia dovesse rispecchiare questo punto di arrivo non era chiaro; in particolare, il dibattito verteva su come l’uomo dovesse rapportarsi con l’idea di Assoluto, che certuni consideravano l’ingombrante retaggio di un superstizioso passato e altri – sebbene consenzienti a riproporla in una nuova forma scevra dai rigidi dogmatismi dell’oppressione religiosa – reputavano un indispensabile principio regolatore della spiritualità umana.Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) propose l’idea di un Assoluto “dinamico”: in questa visione, l’Assoluto è realtà che diviene, Soggetto il cui movimento produce tutto ciò che è, producendo contemporaneamente sé stesso. Questo implica l’identificazione di realtà e razionalità l’Assoluto si costituisce in realtà nella forma di un processo dialettico, che può essere suddiviso in tre momenti successivi:* nel primo momento, l’intelletto concepisce la realtà come formata da una miriade di determinazioni separate, senza concepire la miriade di relazioni tra di esse costituente la totalità;* nel secondo, prende coscienza che ogni determinazione sottintende una negazione, e di conseguenza una realtà così concepita non è altro che un indecifrabile insieme di contrasti;* nel terzo, mediante la comprensione, riduce i contrasti all’unità del tutto.a concezione di Hegel non era scevra da ambiguità, e molto presto tra i suoi discepoli e ammiratori si delinearono differenti interpretazioni. Mentre la “Destra hegeliana” poneva l’accento sugli effetti vivificanti della nuova concezione di Assoluto nei rapporti tra Filosofia e Religione, la “Sinistra” – pur accettando con entusiasmo la dialettica – più che uno strumento teso a perpetuare l’idea di Assoluto scorgeva in essa una sorta di archetipo del processo critico: ovvero lo schema progettuale del diritto-dovere dell’uomo a intervenire sulla realtà per modificarla.Ludwig Feuerbach (1804-1872) fu il principale esponente della Sinistra hegeliana. Egli affermò che le preoccupazioni religiose di Hegel avevano sconvolto nella sua filosofia i rapporti tra concreto e astratto, dando origine a una descrizione del mondo contrassegnata da un rovesciamento dei rapporti reali.Invece, per Feuerbach, il reale nella sua realtà (…) è il reale come oggetto del senso: è il sensibile. Verità, realtà, sensibilità sono identici. Solo un ente sensibile è un ente vero, reale. Solo attraverso i sensi un oggetto viene dato in senso autentico – non attraverso il pensare per sé stesso. L’oggetto dato dal pensare o identico al pensare è soltanto pensiero.Le critiche portate da Feuerbach affascinarono uno studente di filosofia, Karl Marx (1818-1883), al quale del pensiero hegeliano era sempre andata stretta l’idea che la Filosofia, come la “nottola di Minerva”, si levasse in volo soltanto al calar del crepuscolo, ovvero la sua funzione fosse quella di descrivere la realtà a posteriori.Il giovane Marx riteneva invece che il dovere della Filosofia nei confronti della realtà fosse quello di cambiarla. Era quindi d’accordo con Feuerbach nel considerare la prospettiva di Hegel rovesciata; fece notare come particolarmente nocivi fossero gli effetti che tale rovesciamento operava nel campo della politica, consentendo la possibilità di far passare per buona qualsiasi ingiustizia purchè si trovasse il modo di giustificarla mediante concezioni astratte.Il consenso di Marx nei confronti di Feuerbach non era tuttavia incondizionato: quest’ultimo infatti, sebbene avesse… rovesciato il rovesciamento, non aveva tratto dalla nuova prospettiva le dovute conseguenze. Pur avendo proclamato che l’uomo è un essere naturale, aveva continuato a trattarne come se fosse un’entità astratta, omettendo di prenderlo in considerazione proprio dal punto di vista della sua concretezza: ovvero del suo rapporto con tutti gli altri uomini nella produzione reale della vita , (…) un rapporto materiale-sociale che modifica profondamente e “produce” la natura Invece, il primo presupposto reale da cui partire è che gli uomini, per poter “fare storia”, devono essere in grado di vivere. Ma il vivere implica prima di tutto il mangiare, il bere, l’abitazione, il vestire e altro ancora… “Sorge e si sviluppa da questa semplice osservazione il marxismo, la corrente di pensiero che ha realizzato il sogno di Prometeo: sottrarre agli Dei il fuoco dell’Assoluto per farne dono all’umanità. Quest’ultima, considerata nel complesso delle sue relazioni e dei suoi rapporti, è il centro dell’Universo e la misura di tutte le cose.“Noi stessi facciamo la nostra storia, ma anzitutto in premesse e condizioni ben determinate. Fra queste sono decisive, in ultima analisi, quelle economiche. Ma anche quelle politiche ecc., anzi perfino la tradizione mulinante nelle teste degli uomini hanno una parte, sebbene non decisiva.”“(…) La storia si fa in modo tale che il risultato finale scaturisce dall’urto di molte volontà singole, ciascuna determinata ad essere quella che è da condizioni particolari di vita. Esistono dunque innumerevoli forze che si intersecano, un gruppo infinito di parallelogrammi delle forze da cui esce una risultante, l’evento storico, che a sua volta può essere considerato come il prodotto di una forza agente come tutto in modo inconscio e involontario. Infatti ciò che ogni singolo vuole è impedito da ogni altro, e quello che risulta è qualcosa che nessuno voleva. Così la storia procede, finora, a guisa di processo naturale, e soggiace sostanzialmente alle medesime leggi di movimento.”Questa visione è indubbiamente molto lontana da quella tramandata in seno all’esoterismo tradizionale, per la quale la realtà oggettiva – teatro della storia – non è altro che uno degli innumerevoli stati dell’essere. Al centro della concezione esoterica non troviamo né l’umanità considerata collettivamente né il singolo individuo fisico, bensì un’astrazione chiamata Uomo Universale, comprendente e sintetizzante ogni forma di manifestazione.Per molti esoteristi, la contraddizione tra la visione del mondo marxista e quella tradizionale costituisce argomento sufficiente per considerare marxismo ed esoterismo inconciliabili. Questa presunta inconciliabilità viene data per scontata a un punto tale che le meccaniche geremiadi sui danni inferti all’umanità dal “materialismo” fanno ormai parte dell’armamentario di tutti gli autori esoterici in cerca di facili consensi, i quali se ne servono come alibi per far digerire ai loro lettori ogni sorta di arrovellate fantasticherie, basta solo che abbiano un’apparenza “spirituale”.E’ questo a mio giudizio un vero e proprio inganno: sia perché il “materialismo” posto sotto accusa è sempre, guarda caso, quello storico e filosofico (e mai nessuno si premura di denunciare con eguale severità il materialismo “di fatto” implicito nella struttura del sistema economico e politico globale), sia perché tace il fatto che anche nel mondo dell’esoterismo ci sono scuole ponenti al centro del loro insegnamento l’uomo materiale: così ad esempio tutte le scuole di ispirazione buddista, e le scuole sciamaniche rimaste immuni dal sincretismo cristiano.Queste ultime, in particolare, non escludono la possibilità che l’uomo possa accedere agli altri stati dell’essere (e anzi assai meglio che altrove tale possibilità viene in esse insegnata e praticata): solo, si astengono dal codificarla in forma di mappa, nella considerazione del fatto che forzarla entro i limiti di uno schema tridimensionale porterebbe al risultato di falsarla e al rischio di precluderla.Così, in luogo di confondere la mappa con il territorio imponendo al discepolo di identificarsi in una concezione divinizzata implicante il possesso di immaginarie facoltà che di fatto l’uomo non possiede (un marxista aggiungerebbe: e che forse non ha mai posseduto), le scuole sciamaniche considerano più onesto e produttivo partire dall’uomo così come è oggi – dall’uomo materiale.E’ questo un punto di vista perfettamente conciliabile con quello del marxista, che dice: il mondo è materiale, e in un mondo materiale valgono leggi specifiche; di conseguenza, la sua chiave di interpretazione è il materialismo. Che poi esistano mondi in cui valgono altre leggi può anche darsi, ma il mondo materiale resta comunque ciò da cui partiamo: cerchiamo dunque di interpretarlo in base alle sue leggi, senza falsarne l’analisi con l’introduzione di elementi ad esso alieni.Questo può essere poco romantico, ma Gurdjieff ci ricorda che nessuna forma di sviluppo interiore può essere conseguita se non mettendo da parte ogni scorretto uso dell’immaginazione e prendendo le mosse dalle condizioni reali dell’uomo.Il carattere riconosciuto dal materialismo alla realtà oggettiva le conferisce funzioni in parte analoghe a quelle rivestite dal concetto di Assoluto nelle religioni: per esempio, essa è il luogo dell’emanazione e del riassorbimento. Dalla realtà oggettiva l’immaginazione dell’uomo tende ad allontanarsi lungo i sentieri dell’ideologia, ma ad essa poi invariabilmente ritorna.E’ciò che accade nei sogni, dai quali sempre ci risvegliamo; è ciò che Don Juan affermava spiegando a Castaneda che il punto di unione può essere spostato per un breve periodo dalla sua posizione abituale ma poi vi ritorna sempre, perché attratto dalla forza enorme sviluppata da miliardi di uomini che tengono la loro attenzione focalizzata costantemente sulla realtà.Non vorrei tuttavia spingere questa analogia fino a rivendicare una centralità della realtà oggettiva analoga a quella dell’Assoluto nelle religioni, per non cadere io stesso nell’errore che ho ravvisato a proposito della concezione esoterica dell’uomo: la riduzione al simbolismo geometrico di realtà che, non essendo tridimensionali, possono dalla geometria essere rappresentate soltanto in modo imperfetto, aprendo la porta a possibili errori di interpretazione. Per esempio, si parla sovente dell’“edificio del marxismo”; ma questa definizione, per quanto largamente usata, è inesatta, perché Marx è rimasto fedele alla dialettica hegeliana, semplicemente trasferendone il soggetto dall’Assoluto all’umanità: di conseguenza, non si tratta tanto di un “edificio” statico quanto di un processo in divenire, fondato sul costante avvicendamento delle tre fasi che ho descritto sopra: affermazione, negazione, superamento (tesi, antitesi e sintesi).Ora, dal punto di vista esoterico, è doveroso far notare che questo processo corrisponde esattamente all’azione delle “tre forze” (attiva, passiva e neutralizzante) nel sistema di Gurdjieff; la quale a sua volta non è altro che una delle innumerevoli applicazioni del “ternario ermetico” dislocate un po’ dovunque tanto nell’esoterismo quanto nella storia della Filosofia.Il ternario ermetico è a sua volta una derivazione del ternario alchemico: Materia Prima, Antimonio e Sale dei Filosofi. I potenziali effetti dirompenti di un’eventuale applicazione delle sue leggi al campo sociale sono da sempre temuti agli Alchimisti, che in più di un caso si sono letteralmente sbracciati per tentare di evitarla. Nel 1936, Eugène Canseliet commentava la notizia che le “Tre Frecce” (simbolo ermetico del ternario), erano state adottate come emblema dal Partito Socialista Francese (SFIO) con queste parole piene di angoscia:“L’insegna adottata dalla sezione francese dell’Internazionale Operaia non può non sconcertare il filosofo e spingerlo in un abisso di riflessioni.(…) Bisogna pensare che una volontà occulta e onnipotente abbia imposto ai dottrinari della rivoluzione sociale questo segno rivelatore (…)?”Appaiono di conseguenza piuttosto imbarazzanti gli sforzi, compiuti negli ultimi anni da sedicenti studiosi, di dimostrare i legami tra comunismo e esoterismo sulla base degli incontri di Rasputin con Bonc-Bruevic o di Stalin con Gurdjieff, o andando a scomodare addirittura la… veggente di Breznev, senza neppure aver fatto caso che l’intera struttura basilare del comunismo è di fatto una derivazione del ternario ermetico.In realtà, proprio in virtù della sua conclamata discendenza umanistica, il comunismo è – tra le correnti politiche contemporanee – quella che più di tutte ha beneficiato di influenze esoteriche, e senza dubbio la sola in cui, volendo, gli apporti di tali influenze potrebbero essere ricostruiti con facilità e precisione.Mediante l’applicazione del ternario, il marxismo ricostruisce passo a passo l’intero processo dello sviluppo sociale (o per essere più precisi, della produzione sociale dell’esistenza). Si addiviene così al punto critico della divisione del lavoro nelle forme del lavoro manuale e del lavoro mentale, in seguito a cui la coscienza individuale può realmente figurarsi di essere qualcosa di diverso dalla prassi esistente questo dà origine all’ideologia, ovvero l’errata concezione secondo cui le forme culturali possano essere considerate indipendenti dalle condizioni materiali della vita.Nell’accezione marxista, quindi, il termine ideologia ha un valore negativo (proprio perché il marxismo è un processo e non un edificio, è una contraddizione in termini parlare di ideologia comunista): esso infatti definisce la tendenza a creare sistemi di pensiero astratto, come ad esempio le religioni, viziati dalla contraddizione di fondo che possa esistere qualcosa non direttamente influenzato dai processi materiali dell’esistere.La produzione sociale dell’esistenza è caratterizzata da due elementi: le forze produttive e i rapporti di produzione (che trovano la loro formulazione nei rapporti di proprietà). L’insieme dei rapporti di produzione costituisce la struttura della società, sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica nella quale vanno incluse anche le manifestazioni artistiche e culturali.Quando, ciclicamente, lo sviluppo delle forze produttive non è più contenibile nell’ambito dei rapporti di produzione esistenti si ha la rivoluzione, che si risolve nella comparsa di un nuovo modello di società, più evoluto del precedente . Esaminando la storia del passato, Marx individuò quattro modelli di rapporti di produzione, l’ultimo dei quali è il modo di produzione capitalistico, e previde che la prossima rivoluzione darà origine al quinto: il modo di produzione socialista.Nel mio articolo sulla trasmutazione interiore ho accennato alle forme successive adottate dal fenomeno esoterismo dalla preistoria ai nostri giorni (delle quali una sola – quella che seguì alla comparsa degli alfabeti, e che oggi è al tramonto – può essere definita esoterismo nell’attuale accezione del termine).Esaminato nel complesso, il processo di cui sto parlando consiste nella trasmissione di procedure tendenti al controllo degli stati molteplici dell’essere; con il trascorrere dei secoli ha rivestito molte forme diverse, e ai giorni nostri è disperso in una miriade di “scuole”, separate tra loro da diversissime concezioni cosmologiche, politiche e terminologiche.Il solo modo per trarre fuori qualcosa di buono dalla gran quantità di nozioni, spesso contraddittorie e strampalate, che si tramandano nelle “scuole” è tener presente la prospettiva storica dell’intero processo e guardare oltre le modalità in cui si esso manifesta, non diversamente da come il marxista guarda attraverso le multicolori e fuorvianti apparenze dei rapporti sociali per individuare la realtà dei rapporti di produzione.Soltanto così si possono individuare e cogliere le tecniche più importanti, le quali – se prelevate dal contesto in cui vennero tramandate, e integrate nel quadro d’insieme – possono essere usate tanto per conseguire maggiori poteri mentali quanto per agire con forza sulla realtà.Altrove ho segnalato l’utilità di usare come “griglia”, per meglio comprendere e coordinare tra loro tecniche esoteriche diverse, lo schema interpretativo delle leggi della comunicazione delineato da Marshall McLuhan in Understanding media. Così facendo, appare evidente che le tecniche giunte ai nostri giorni si differenziano tra loro in base ai modelli sociali che hanno attraversato nel corso della storia; la loro comprensione, quindi, non può dirsi completa se non si tiene conto di come quei modelli sociali si sono evoluti dal punto di vista dei rapporti di produzione.E’ questo un campo di studi ancora completamente vergine, la cui esplorazione porterebbe al non disprezzabile risultato di trasformare l’esoterismo in una scienza. Non sentendomi qualificato per avviare un’impresa così ambiziosa, tutto quello che posso fare è elencare qui di seguito alcune analogie tra forme esoteriche e rapporti di produzione che io stesso ho rilevato, nella speranza che un giorno o l’altro qualcuno migliore di me possa riprenderli e svilupparli.Al comunismo primitivo corrisponde la fase dello sciamanesimo individuale, quello cioè laddove ogni uomo era sciamano di sé stesso: infatti la struttura delle società di cacciatori-raccoglitori concedeva all’attività immaginativa il tempo necessario all’esplorazione degli stati molteplici dell’essere, e l’assenza di specializzazione nel lavoro inibiva la concezione che, per ragioni di ordine sociale, qualcuno potesse esserne escluso.A questa fase subentrò, nell’ambito delle società nomadi più evolute, quella che potremmo definire dello sciamanesimo specializzato, nella quale ogni tribù delegava l’accesso agli stati molteplici dell’essere a un solo individuo, in modo che gli altri membri avessero più tempo a disposizione per fissare la propria attenzione sul piano della realtà oggettiva.McLuhan ha posto in rilievo come a questa fase iniziale della fissazione sul piano della realtà oggettiva corrisponda il modello culturale di percezione auditiva: l’orecchio non ha la possibilità di operare una selezione tra i suoni, mentre l’occhio l’ha per le immagini, quindi il nomade – avvezzo alla trasmissione orale della cultura – sperimenta una totale e costante compenetrazione col mondo che lo circonda ; al punto che non esiste, nei linguaggi delle popolazioni nomadi, un termine per definire la coscienza di sé dell’uomo considerata separatamente dalla realtà.La percezione di un “io” separato dal resto cominciò ad avere corso in parallelo con il passaggio dell’uomo al sedentarismo. La prima e più importante conquista dell’uomo sedentario era stata la creazione degli alfabeti, frutto e fonte ad un tempo del modello di percezione visiva, che ai nomadi era sconosciuto. Dalla percezione visiva di una realtà frammentata in mille elementi uno separato dall’altro (io, gli altri, ecc.), ebbe origine la nuova usanza di trovare definizioni anche per concetti completamente astratti.Dalla possibilità offerta dagli alfabeti di poter catalogare le astrazioni ebbe origine la Filosofia, e con questa la tendenza a definire le pratiche sciamaniche entro un complesso di teorie di natura ideologica, che è ancora oggi uno dei tratti peculiari dell’esoterismo.Mentre da una parte gli sciamani diventano sacerdoti e inventano le religioni, riciclando le tecniche di trasmutazione interiore in sistemi ideologici volti al controllo sociale, una minoranza si sforza invece di mantenere in vita la tradizione sciamanica nella sua forma originaria, dando origine all’esoterismo (piccole cerchie segrete). L’obbiettivo di preservare intatta la tradizione però non fu raggiunto, perché inevitabilmente le forme mentali del sedentarismo influenzarono, col trascorrere dei secoli, anche gli esoteristi.Una caratteristica della progressiva fissazione dell’umanità sul piano della realtà oggettiva è l’affermarsi di opprimenti rapporti di dipendenza tra uomo e uomo, cristallizzati nell’ambito di rapporti sociali assai rigidi: questo si rifletterà anche sulla struttura dell’esoterismo, determinando il sorgere di particolari condizioni di aggregazione giunte fino ai nostri giorni, quali ad esempio le forme iniziatiche contrassegnate dalla comunanza di mestiere (degenerate successivamente in forme di arbitrario classismo) o da opprimenti gerarchie, rafforzate dall’obbligo del segreto.Questi tratti dell’esoterismo si formano nei modelli sociali corrispondenti al modo di produzione asiatico e a quello di tipo schiavistico, nei quali – sebbene l’attività dell’uomo in quanto produttore di merci rappresenti ancora una parte subordinata – la suddivisione dei ruoli sociali è già in atto, e il processo della divisione in classi si è avviato. Nell’Europa del Medio Evo, l’avvento del modo di produzione feudale segna il ripiegarsi dell’economia su modelli localisti ben più arretrati rispetto alla globalizzazione ante litteram del mondo antico: la maggioranza degli uomini si ritrova confinata nel mondo dell’agricoltura, la cui pratica – vincolando l’uomo al ciclo delle stagioni – favorisce l’acutizzarsi della percezione del tempo, e incrementa così oltremodo quella tendenza al “pensiero lineare” che segna un ulteriore distacco dalla tradizione sciamanica originaria.E’ molto significativo come lo stesso Karl Marx, definendo ne Il Capitale i tratti distintivi del modo di produzione feudale, abbia posto in evidenza come esso sia caratterizzato dall’avvenuto connubio tra tempo e lavoro.Per tutto l’arco del Medioevo, la struttura economica creata dall’uomo accentua il divario rispetto all’economia naturale delle origini, denotando una sempre maggiore tendenza ad obbedire a regole sue proprie piuttosto che subire direttamente le leggi della Natura.Questo processo avanza di pari passo con la progressiva emancipazione delle categorie artigiane, determinando conseguenze destinate a ripercuotersi anche sull’esoterismo: infatti, il connotarsi delle “iniziazioni di mestiere” nella forma di organizzazioni che si oppongono alla rigidità della struttura sociale tradizionale determinerà l’insorgenza di “forme di spiritualità alternativa” che spianano la strada all’emancipazione della classe borghese.Pur tra le stridenti ingiustizie dalle quali è caratterizzato fin dagli inizi, il modo di produzione capitalistico apre a sua volta la strada al socialismo, mandando in frantumi le consolidate rigidità del mondo feudale.L’inurbamento messo in moto dal capitalismo sradica gli uomini dalle tradizioni dell’agricoltura e li ammassa nelle città in condizioni di grande miseria. Questo influisce a livello profondo sulla mente umana, rendendola più instabile e suggestionabile: il percorso collettivo, intrapreso dall’uomo sedentario, dal polo emozionale della mente verso quello razionale non procede oltre, e si pongono le premesse perché il “progresso” inverta il suo corso.Sia pure con una gradualità per alcuni secoli quasi inavvertibile, l’umanità orienta il suo cammino in direzione di un ritorno verso il polo emozionale. Un effetto poco osservato, e senza dubbio non previsto, di questo fenomeno è che rende la mente umana progressivamente sempre più idonea a comprendere e recepire le sofisticate tecniche di controllo dell’emozionalità che erano in uso al tempo degli sciamani.Si avvia in questo modo l’evoluzione dell’esoterismo in neosciamanesimo, riguardo alla quale molto si potrebbe scrivere confrontando tra loro le caratteristiche dei movimenti esoterici dal Rinascimento in poi: è molto facile rilevare l’emergere di tratti neosciamanici sempre più marcati, che attestano il regresso dalla iper-razionalizzazione della cultura esoterica a forme caratterizzate dalla prevalenza della sfera emozionale.Anche l’avvento di questa fase è un processo storico assai lento, le cui conseguenze incominciano a vedersi con chiarezza appena oggi. Il suo imporsi è stato oltremodo accelerato dal diffondersi delle nuove tecnologie di comunicazione, perché si è visto che – nelle parole di McLuhan – il medium è il messaggio: ovvero, indipendentemente dalle idee che vengono diffuse, il risveglio delle pulsioni ancestrali è alimentato dalla natura stessa dei media, che agiscono sulle aree cerebrali relative allo sviluppo delle emozioni.Per chiarire questo concetto con un esempio: non è importante se Avril Lavigne dichiara di amare Bush ),trascinando in questo modo un altro po’ di giovani verso la destra. Quel che importa è rendersi conto che il sistema mediatico di cui ella è espressione sta modificando la psicologia delle masse giovanili in modo tale che, più passa il tempo, più i giovani sono ricettivi ai messaggi di tipo emozionale e meno a quelli di tipo razionale.Questo è un processo di per sé neutro, non di destra né di sinistra. Si tratta di una deriva storica inarrestabile, conseguenza inevitabile dell’evoluzione tecnologica, che non ha nessun senso cercare di combattere frontalmente come buona parte della sinistra ha fatto finora. Il futuro è di quella parte politica che meglio imparerà a padroneggiarlo, imparando a tradurre nel modo più efficace i propri messaggi razionali in termini emozionali; il fatto che la destra ci sia riuscita fino ad oggi meglio della sinistra non costituisce affatto una prova che il neosciamanesimo sia di per sé affine al pensiero di destra, come molti da entrambe le parti sembrano credere.Assai più rilevante è la contrapposizione tra neosciamanesimo ed esoterismo, il quale ultimo – di destra o di sinistra che fosse – era comunque ideologicamente connotato; il neosciamanesimo invece, analogamente all’antico sciamanesimo dell’umanità nomade, si va delineando come non-lineare, non-razionale e non-ideologico, e rispetto all’esoterismo è assai meno fondato sulla teoria e assai più sulla prassi. Queste connotazioni lo rendono assai più adatto alle caratteristiche mentali dell’uomo del futuro, e non a caso sta conoscendo negli ultimi anni un boom senza precedenti.Ai nostri giorni sta avanzando su molte direttrici convergenti, la più importante delle quali è una nuova fase di crescita delle superstiti scuole sciamaniche dell’antichità. A queste ultime vanno costantemente aggiungendosi nuove organizzazioni derivate in tutto o in parte dalla tradizione esoterica; questa è la prima distinzione da tener presente per chi voglia approfondire gli studi in questo campo, saper distinguere tra lo sciamanesimo originario e quello “di ritorno”.E’ importante ribadire che le tecniche neosciamaniche funzionano assai meglio e più rapidamente quando vengono praticate a livello collettivo; e come tali potrebbero un giorno costituire il fondamento di un esoterismo del modo di produzione socialista, del quale il processo che fin qui abbiamo esaminato può suggerirci abbastanza esattamente le caratteristiche.Infatti, come abbiamo visto, l’insorgere del modo di produzione capitalistico ha segnato il giro di boa nel percorso emozioni-razionalità-emozioni. Da ciò consegue che, se il cammino verrà percorso fino in fondo, l’ultima fase sarà analoga alla prima, delineando cioè l’insorgere di un’umanità caratterizzata dallo sciamanesimo individuale del comunismo primitivo.Perché il processo possa giungere a compimento, non si può non tenere conto che il materialismo storico è costretto a misurarsi con difficoltà ben più complesse rispetto a quelle, determinate dalle condizioni naturali, in seno alle quali prese forma spontaneamente il comunismo primitivo.Se infatti i nostri antenati dovevano confrontarsi soprattutto con le forze della natura, la coscienza collettiva dell’uomo contemporaneo non è forgiata direttamente da acquazzoni, catene montuose e gatti che miagolano, bensì essa è soprattutto la percezione della realtà della natura al filtro del sociale; il merito più immortale di Marx è di essere stato il primo a rendersene conto, rigettando le cosmologie precedenti fondate sull’ipotesi di un rapporto non mediato tra umanità e natura.Per questo, mi sembra fuori luogo fondare l’analisi dei possibili scenari del futuro in base all’analisi di una “scuola” del remoto passato. Tra quelle giunte ai nostri giorni, soltanto una non ha ancora compiuto il passaggio dallo sciamanesimo individuale allo sciamanesimo specialistico, ed è il Tempo del Sogno degli Aborigeni australiani; ma di essa non ho approfondito lo studio, perché sono convinto che il fossato temporale e culturale tra l’uomo contemporaneo e gli Aborigeni sia troppo ampio perché egli possa impadronirsi delle loro tecniche e praticarle Credo piuttosto che il neosciamanesimo individuale verrà a crearsi da solo – accompagnato dall’evolversi della società in senso socialista – , nel momento in cui la fase attuale avrà esaurito le sue possibilità; cioè nel momento in cui il neosciamanesimo contemporaneo concluderà il suo processo di auto-spoliazione da tutte le incrostazioni di ideologia esoterico-religiosa.Questo è un momento che sta lentamente maturando. Per quanto infatti non sia avulsa dal mondo del neosciamanesimo una componente “spirituale” derivata dalle religioni, essa va riducendo la propria rilevanza di decennio in decennio, lasciando spazio alla riscoperta dello sciamanesimo originario; in seno al quale, le concezione di un dio trascendente era (ed è, laddove sia ancora praticato) del tutto estranea.Così, nell’ambito delle odierne scuole sciamaniche (un tipico esempio: le macumbe interetniche latinoamericane) sempre più apertamente viene oggi insegnato l’uso di energie importate sul piano della realtà oggettiva da altri stati dell’essere, mediante cui è possibile facilmente colpire i nemici e influenzare a distanza le opinioni e le azioni delle personeGuardando alla storia recente, è possibile documentare che un po’ dovunque l’espansione del neosciamanesimo è andata di pari passo con la diffusione del movimento rivoluzionario, benché soltanto di rado i due fenomeni si siano combinati tra loro E’ assai prevedibile che, in un prossimo futuro, la coincidenza tra la laicizzazione del primo e la ripresa del secondo possa produrre – in termini di azione neosciamanica collettiva – risultati interessanti.Nell’articolo sul sistema enochiano ho accennato a come sia possibile, fondandosi sulla tecnica adatta, unificare il processo di trasmutazione interiore con l’azione sulla realtà. Questa non è una mia invenzione, bensì null’altro che lo sciamanesimo allo stato puro: nel quale l’illusione visiva di un mondo artificialmente suddiviso tra me stesso e gli altri si dilegua, restituendo al mondo quella unità tra coscienza ed essere che Marx per primo ha riscoperto e rielaborato.

Daniele Mansuino,Esoterismo e comunismoultima modifica: 2008-03-01T16:00:47+01:00da mangano1
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