M.L.F. La ” svolta” di Vasco Rossi?

b044957354be783425e506b625bdfe8d.jpgdal CORRIERE DELLA SERA DODICI CANZONI IN «IL MONDO CHE VORREI» RICHIAMO ALLA SPIRITUALITÀ NEL BRANO «E ADESSO CHE TOCCA A ME»Vasco «rinnega» la vita spericolata«Bisogna anche saper frenare… Rivaluto le illusioni che aiutano a vivere»MILANO — «Non si può spingere solo l’acceleratore, bisogna anche frenare… ci si deve accontentare», dichiara Vasco Rossi affidando a una registrazione la presentazione del suo nuovo album «Il mondo che vorrei», 12 canzoni tutte nuove (tranne «Basta poco») in uscita domani. Rispetto ai concetti di «Vita spericolata » una svolta assoluta, ribadita sin dal primo brano «Il mondo che vorrei».«Vita spericolata» spiazzata da «Vita tranquilla» come quella ipotizzata recentemente da Tricarico? Non esageriamo. Non è una scelta, ma una resa alla realtà della vita e delle cose. Dice Vasco: «La realtà che vedo mi fa schifo, è triste e odiosa. Per questo ho rivalutato i sogni e le illusioni che aiutano a vivere meglio: credere in un amore, una donna, un rapporto, avere una fede, magari non vera o sbagliata. L’importante è crederci. Vivi meglio».Rassegnato? «Per carità, più inquieto che mai. La realtà è veramente pessima: non solo mortifica moltissimo le aspirazioni umane, ma non pone limiti alla sofferenza. Lo so, è una presa di coscienza un po’ amara. Bisogna accontentarsi. A me la cosa non piace per niente. L’uomo normale non ha scelta, soffre, l’artista si ribella all’idea di non poter spiccare il volo. Io spero solo che alla fine della corsa ci sia un angelo o un rock and roll ben riuscito».Da cosa era nato il sogno di una «Vita spericolata»? «Dall’idea di volare sempre senza tempi morti come nei film, dove si vedono solo cose belle e importanti e mai banali. I miei genitori sognavano per me una vita sicura, il posto in banca o in comune o statale. Io sognavo invece un avventuroso precariato, una esistenza non garantita. Però neppure io posso vivere come un cartone animato, ma d’altra parte sono insofferente ai limiti che la natura dà all’uomo. E allora ecco che ritorniamo alla rivalutazione dei sogni, i protagonisti di questo disco».C’è una canzone, «E adesso che tocca a me», che sembra un richiamo alla spiritualità. «In verità mi accorgo che non abbiamo bisogno di cose, oggetti, ma di situazioni “dentro”. Ed eccomi qui a ringraziare il cielo e le chitarre. Se stai bene dentro è ok anche una modesta capanna, ma se vivi in una villa grandissima e il tuo riferimento è Bill Gates, sei finito».Altra canzone fortemente concettuale è «Cosa importa a me» «Dimenticare non è facile, ma perdonare, almeno per me, è impossibile. Gesù Cristo proclamava la necessità del perdono. Ma è qualcosa che sono costretto a lasciare agli uomini grandi. Quelli piccoli come me si sforzano di dimenticare perché a perdonare non ce la fanno».C’è una canzone, «Ho bisogno di te», che ripete all’infinito queste uniche quattro parole affidando il resto del messaggio a diverse intonazioni e alla musica.«Si, ogni tanto — confessa Vasco — cerco di fare testi minimalisti, usando meno parole. In realtà mi accorgo che nella vita non sono capace di chiedere aiuto quando ne ho veramente bisogno. Perché mi sento prigioniero. Le principali prigioni sono le dipendenze. Da un amore, da una persona, da un vizio, dal fatto di voler essere più ricco e potente. I politici sono dei tossicodipendenti da potere. Però a loro non li arresta nessuno, ai drogati sì».Vasco, che cos’è in sostanza «Il mondo che vorrei»? «Una bella pietrona piantata qui per la vostra primavera».M. L. F.Il Mondo Che VorreiEd è proprio quello che non si potrebbe che vorreied è sempre quello che non si farebbe che fareied è come quello che non si direbbe che direiquando dico che non è così il mondo che vorreinon si può…sorvolare le montagnenon puoi andaredove vorresti andaresai cosa c’è!?ogni cosa resta quiqui si può…solo piangeree alla fine non si piange neanche più!Ed è proprio quando arrivo lì che gia ritornereied è sempre quando sono qui che io ripartireied è come quello che non c’è che io rimpiangereiquando penso che non è così…il mondo che vorreinon si puòfare quello che si vuolenon si può spingeresolo l’acceleratoreguarda un po’ci si deve accontentarequi si puòsolo perderee alla fine non si perde neanche più.. E Adesso Che Tocca A MeE adesso che sono arrivatoFin qui grazie ai miei sogniChe cosa me ne faccioDella REALTÀAdesso che non hoPiù le mie illusioniChe cosa me ne fregaDella VERITÀAdesso che ho capitoCome va il mondoChe cosa me ne faccio Della SINCERITÀE adessoE adesso E adesso che non hoPiù il mio motorinoChe cosa me ne faccioDi una macchinaAdesso che non c’èPiù Topo GigioChe cosa me ne fregaDella SvizzeraAdesso che non c‘èPiù brava genteE tutti son più furbi Più furbi di meE ADESSO CHE TOCCA A MEE ADESSO CHE TOCCA A MEE ADESSO CHE TOCCA A MEE ADESSO CHE TOCCA A ME

M.L.F. La ” svolta” di Vasco Rossi?ultima modifica: 2008-03-27T17:42:37+01:00da mangano1
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