A.FAB. ,Anche il blog è ” clandestino”

ace4c2430f2312c4ac87226f89652d7a.jpgdal MANIFESTO 16 GIUGNO 2008IL CASOPrima condanna: anche il blog è «clandestino»A. FAB.Una sentenza un po’ originale: la legge è quella del 1948 «disposizioni sulla stampa» e l’articolo il 16 quello che punisce la stampa clandestina, cioè i giornali pubblicati senza la registrazione in tribunale. Il giudice che ha deciso di applicarla sessant’anni dopo cioè lo scorso 8 maggio (ma si è saputo solo giovedì) la dottoressa Patricia Di Marco del tribunale di Modica, in Sicilia. Il condannato il curatore di un sito molto popolare fino a quattro anni fa – accaddeinsicilia.net – chiuso di autorità nel dicembre del 2004. Si tratta dello storico, e giornalista, Carlo Ruta che dovrà pagare un’ammenda di 150 euro (più spese processuali per 5.000 euro) per aver aggiornato, fino alla chiusura, il suo blog. Una sentenza un po’ originale ma soprattutto spaventevole per qualche centinaia di migliaia di curatori di blog in Italia: se avessero ragione a Modica la libertà sul web sarebbe finita. E tutti dovrebbero correre a registrarsi in tribunale prima di aprire un blog.Per aver solo immaginato una cosa del genere nella legge sull’editoria, lo scorso governo fu costretto a una rapida marcia indietro dalla sollevazione dei blogger italiani. Ma una sentenza come quella della dottoressa Di Marco non ha precedenti in Europa, secondo Ruta «ci sono riscontri solo in Cina». La polizia postale di Catania aveva oltretutto accertato la «non periodicità» di accaddeinsicilia.net. Tutto inutile. E’ arrivata la condanna così come richiesto da Agostino Fera, procuratore a Ragusa da 40 anni e oggetto delle denunce di Carlo Ruta sul web. E’ stato Fera a far chiudere il sito nel 2004, lui a denunciare Ruta al tribunale di Messina. La storia che ha offeso il magistrato ragusano è quella del delitto di Giovanni Spampinato, il giornalista dell’Ora e dell’Unità ucciso nel 1972, una storia che Ruta non si stanca di ricostruire ma che aspetta ancora una verità giudiziaria sui mandanti di quel delitto. Una storia di mafia e trame nere. Fera si trovò a indagare o a non indagare su quel delitto il cui esecutore materiale Roberto Campria era all’epoca il figlio del suo superiore, il presidente del tribunale di Ragusa. Tra pochi mesi Fera sarà trasferito da Ragusa, destinazione procura minorile di Catania. Ruta intanto è stato condannato. Ma continua le sue denunce. Ne hanno già parlato il sito di articolo 21 e quello della Stampa.le

A.FAB. ,Anche il blog è ” clandestino”ultima modifica: 2008-06-18T20:51:08+02:00da mangano1
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