Laura Larcan, Architetture del futuro

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da LA REPUBBLICA 25 GIUGNO 2008

GRANDI EVENTI
L’architettura del futuro
anche l’Italia dice la sua
Apre la terza edizione del London Festival of Architecture e il nostro paese espone oltre 40 progetti di sostenibilità ambientale. La coscienza eco-compatibile tra cave trasformate in stadi, case sugli alberi, impianti di co-generazione con tetti per skaters
di LAURA LARCAN

LONDRA – Non di soli abusi edilizi, rocamboleschi condoni, acrobatici saccheggi di risorse patrimoniali o trionfi apocalittici di spazzatura, vive l’Italia. Una coscienza di sostenibilità ambientale ce l’ha eccome, e la sfoggia con inaspettato vigore e creatività visionaria alla terza edizione del London Festival of Architecture, che, inaugurato il 20 giugno, si protrarrà fino al 20 luglio. Una coscienza che fa brillare l’estro del manufatto edilizio made in Italy all’interno della più innovativa e poliedrica kermesse dedicata in Europa all’architettura – senza togliere nulla alla monumentale e impegnata Biennale di Architettura di Venezia – che per un mese intero trasforma la capitale britannica in un febbricitante laboratorio di velleità costruttive. Sotto il titolo programmatico “Fresh! fresh thinking, fresh talent, fresh approach, fresh air and fresh food”, mostre, performance, installazioni, incontri, dibattiti, laboratori, percorsi, concerti, letture, animazione, in gran parte en plein air, articolati intorno a cinque “hubs”, cinque punti nevralgici della città collegati tra loro da un battello sul Tamigi e da percorsi ciclabili.

“Sustainab. Italy – Energies for Italian Architecture” è l’evento espositivo italiano che raccoglie 41 progetti di giovani architetti italiani under 45, per la maggior parte già realizzati in Italia e non solo, selezionati tra una rosa di 174 candidati, dai curatori Luca Molinari e Alessandro D’Onofrio, legati dal filo rosso del risparmio energetico, del riciclaggio delle acque, di materiali ecologici e non inquinanti, di una idea di costruzione a dimensione più umana, guardando con un pizzico di sentimentalismo al recupero di insediamenti industriali, a nuove aree produttive, alle tanto sognate scuole e asili, a centri comunitari, ai famigerati parchi e spazi pubblici, a residenze e uffici. La mostra, promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali (Parc – Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio), dal Ministero degli Affari Esteri (Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale) e dall’Istituto Italiano di Cultura di Londra, è dal 25 giugno nello spazio Viabizzuno inlondra (122 Great Titchfield Street London W1W 6ST), mentre l’Istituto Italiano di Cultura ((39 Belgrave Square), ospiterà incontri-dibattiti con architetti italiani e inglesi.

Dice Alessandro D’Onofrio: “A più di vent’anni dalle prime definizioni ufficiali, ad opera di organismi Onu, del concetto di sostenibilità e a quasi 30 anni dalla sua comparsa nelle teorie ecologiste, è possibile individuare chiaramente, nella produzione architettonica contemporanea italiana, le linee in espansione di una ricerca progettuale che ha fatto proprie le istanze ambientali”. E aggiunge Luca Molinari: “Con Sustainab. Italy non abbiamo voluto lanciare una provocazione, ma piuttosto un segnale forte e operativo che considera la pratica del progetto consapevole sulle questioni ambientali una delle modalità forti per segnare un’evidente e positiva inversione di tendenza. Vogliamo raccontare che il nostro Paese e le sue generazioni di giovani progettisti rispondono alle montagne di immondizia e di discariche abusive con la forza attiva del progetto di architettura come pratica di costruzione culturale, sociale, simbolica e politica della realtà contemporanea”.

Dati alla mano, l’operazione di creatività sostenibile propone architetti da tutta Italia (18 dal Nord, 15 dal Centro, 7 dal Sud). Venticinque dei lavori selezionati sono già stati realizzati, sette sono in corso di realizzazione e gli altri sono in avanzato stato di progettazione o recenti vincitori di concorsi. Le opere sono localizzate in tutto il paese (17 progetti al Nord, nove al Centro, dieci al Sud), con la felice constatazione che alcuni lavori di giovani autori italiani cominciano a essere realizzati anche all’estero (in Portogallo, in Burkina Faso, a San Paolo del Brasile, a Shanghai e, da New York, un progetto per Pechino).

Ed ecco che in una sorta di autentico showroom, sfilano i progetti selezionati in un allestimento di grande appeal. Tutta l’euforia eco-compatibile dei paladini italiani diventa un galleria di sontuosità hi-tech che attraversa tre macro-aree tematiche. S’incontra l’architettura “sociosostenibile”, come la definisce D’Onofrio, identificata sotto la voce “a misura d’uomo” che raccoglie edifici low tech, realizzati a bassissimo budget con scopi sociali o persino umanitari, dagli asili ai centri sociali, passando per centri per orfani o disagiati psichici in zone di conflitto, ma anche mense e consultori. “Il più significativo è l’asilo dei C S in Veneto – racconta Molinari – un edificio ben costruito e inserito nella campagna ai margini del paese, e in cui gli spazi interni cercano un buon equilibrio tra calore dei materiali, della luce e scala interna dell’architettura. Due opere realizzate invece in altri paesi come la Scuola per ragazze madri autocostruita in Burkina Faso dallo studio FARE e la casa per Ninos de rua dello studio GAP indicano una modalità interessante nel combinare l’attenzione alle poche risorse disponibili e una forma evoluta di impegno civile. Mentre impressiona per complessità e ricchezza funzionale il lavoro del giovane studio Modus che a Bressanone realizza un piccolo impianto di co-generazione che diventa sul suo tetto spazio d’incontro e gioco per gli skaters e per le nuove generazioni”.

Nella categoria critica “frammenti di paesaggio” fioccano i progetti di restauro e recupero edilizio accanto a quelli più propriamente di tipo paesaggistico. Ed è qui che spicca il concorso vinto per la realizzazione del nuovo stadio del Siena nell’area adiacente la città da parte degli studi Iotti e Pavarani con Marazzi: “Il recupero di una vecchia cava diventa l’occasione per risarcire il paesaggio di una ferita e insieme per realizzare un impianto sportivo non impattante – avverte Molinari – mentre particolare attenzione merita il progetto realizzato dallo studio Marc di Torino per un piccolo circolo sportivo sulla riva del Lago Maggiore che mostra come con un piccolo budget si possa realizzare un opera attenta al paesaggio circostante e insieme orgogliosa della propria contemporaneità”. E due sofisticati interventi sfoggiano una acuta sensibilità per il recupero del paesaggio italiano come la casa del fiorista vicino a Torino di Elastico e il restauro a casa dello studente dell’antico carcere di Aversa di Davide Vargas.

E si chiude con le “energie per l’ambiente” con i progetti cioè che puntano ambiziosamente a trovare un felice rapporto, anche estetico, tra tecniche e tecnologie disponibili e possibili nuovi stili di vita. “Tre progetti in fase di prossima realizzazione ci lasciano immaginare come sperimentazione e mercato si possano incontrare generando visioni utili e necessarie per il futuro come è per il nuovo palazzo per uffici di Park a Milano, il recupero dell’area Atac a Roma di Labics e il nuovo centro di ricerche Enea a Ferrara di Mario Cucinella”.

Notizie utili – “Sustainab. Italy”, dal 25 giugno al 20 luglio, Viabizzuno showroom, 122 Great Titchfield Street, Londra.

Orari: dal lunedì al venerdì, 10.00-18.00.

Informazioni: www.parc.beniculturali.it, www.lfa2008.org.

(25 giugno 2008)

Laura Larcan, Architetture del futuroultima modifica: 2008-07-01T16:55:58+02:00da mangano1
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