cisione della Cultura…leggo sul Corriere di oggi….
da Patrizia Gioia
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Leggo sul Corriere questa incredibile storia del tentativo di ridicolizzare l’attività di Lucrezia De Domizio Durini, colei che a Bolognano( la città di Beyus) porta avanti da sola o quasi l’eredità del grande artista.
Gentile e, mi permetta, cara Lucrezia,
anche se ci conosciamo personalemnte, la nostra frequentazione è quasi inesistente nei luoghi sulla terra, ma dato che altri spazi e altri tempi “invisibili” sono inseparabili dai visibili, mi sento a lei vicina in questo momento dove la maggior parte delle persone ha dimenticato l’Anima e naturalmente hanno trasformato la cultura in prodotto che deve avere solamente ottimi ritorni e audience.
Nulla di più lontano da una Cultura che ci forma e ci trasforma.
So il suo dolore di oggi, credo che chi ha questa fede dove teoria e prassi sono inseparabili, non può non provare dolore in tempi come questi.
Ma sono proprio questi tempi che possono dare forma al prossimo passo e sono persone come lei, che non mollano mai, almeno ci provano, che possono essere luce ed esempio.
Il cammino dell’individuazione è in solitaria e difficoltoso, ma la gioia che la passione del fare da è la vera saggezza, chè come scrive l’amato Panikkar: “la vera saggezza nasce quando l’amore del sapere e il sapere dell’amore si fondono”.
“Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti”. Questo insegnamento parla a noi uomini di buona volontà.
E’ altra la strada tracciata, tutto quello che lei ha seminato non andrà perduto, forse qualche seme non arriverà a frutto, ma il terreno c’è, certo è dato ad ognuno di noi renderlo quotidianamente fertile, così che ogni Cultura possa essere se’ stessa, in armonia, che altro non è che Amore.
Chi non conosce sè stesso, metterà sempre un nemico fuori, chè il solo nemico è dentro, è il dolore umano per l’essere finito che siamo, che se non incontrato dentro questo dolore, l’angoscia primaria, il solo peccato originale, diventerà aggressione per l’Altro fuori.
E si sa che l’Amore del nemico, rende il nemico vulnerabile, ma rende vulnerabili anche noi.
Ma solo accettandoci tali, in una relazione con l’Assoluto, potremo trasformare il mondo.
Non usi le loro armi, continui sulla sua strada, la sola che conta. Vi troverà pochi amici, ma è con quelli che si è vera famiglia.
Le è vicina, con la stessa sua passione e il suo stesso dolore,
Patrizia Gioia
NOTA REDAZIONALE
Joseph Beuys (Krefeld 1921-Düsseldorf 1986) fin dai primi anni Sessanta si è imposto come uno dei protagonisti dell’Arte contemporanea d’avanguardia. Ha partecipato alle prime manifestazioni del gruppo Fluxus e ha poi delineato il suo lavoro nell’area delle performances e dell’impegno politico, sociale, ambientale, umanitario ed economico.
Ha fondato movimenti culturali come l’Organizzazione per la Diretta Democrazia e la Free International University: F.I.U. Presente alle rassegne internazionali più prestigiose dalle Documenta Kassel alle Biennali di Venezia, ha tenuto un’importante antologica al Guggenheim Museum di New York. Le opere di Joseph Beuys sono conservate nei maggiori Musei del mondo.
Dal 1971 fino a pochi giorni prima di morire, la presenza del Maestro tedesco in Italia è stata costante più che in qualsiasi altro paese al mondo. Beuys in Italia -e precisamente nel piccolo paese abruzzese di Bolognano, dove aveva uno Studio ed ha avviato la creazione della famosa Piantagione Paradise- trovò il terreno fertile per diffondere il suo credo fatto di amore e di fraterna collaborazione fra uomini liberi.
]Bolognano è un paesino abruzzese di circa 400 anime. Prima dell’arrivo di Beuys, era un normale borgo rurale che viveva tranquillamente d’agricoltura, colpito, come molti piccoli centri, dalla piaga dello spopolamento e dell’emigrazione dei più giovani verso le città.
Percorrendo l’autostrada Roma-Pescara, il paese si svela come all’improvviso, disposto a gradoni sulle pendici della montagna. La vegetazione è rada, composta soprattutto da bassi arbusti e distese brulle adibite a pascolo. Il paese arroccato sembra di cartapesta e ricorda un pezzo di presepe. Onestamente credo non sia appropriato definirlo “bello”. Certamente, però, sarà per la natura selvaggia o per l’ubicazione su una dorsale di un colle bruscamente proteso verso il precipizio di un canyon scavato e disegnato nei secoli dal fiume Orta, il luogo ha qualcosa di eccezionale, di unico, in grado di turbare. Sensazione che deve anche aver toccato il cuore di Joseph Beuys quando decise di fare del paesino di Bolognano una parte fondamentale della sua opera italiana Difesa della Natura, operazione gigantesca nata in questo piccolo paese ed espansa per il mondo con eventi, discussioni, donazioni, opere, edizioni, video; una difesa della natura da leggere in senso antropologico, come salvaguardia della creatività e dei valori umani