da il manifesto del 27 Agosto 2008
REMO CESERANI
Gli ultimi PRAGMATISTI
PINOCCHIO SUGGERIVA DI MISURARE IL NASO
Eredi di una tradizione che da William James arriva fino a Richard Rorty, impazzano negli Stati Uniti i siti che forniscono consigli pratici per trovare la soluzione a qualunque problema. Si impara, così, come comportarsi se ci si imbatte in un orso, cosa dire se si riceve un Nobel, come lasciare un party senza offendere nessuno, come organizzare il proprio funerale, e soprattutto le otto mosse per stanare un bugiardo
Come tutti sanno la tradizione filosofica del pragmatismo, la più importante e la più longeva degli Stati Uniti, fa sentire la sua influenza anche ai livelli più profondi della società, un po’ come il confucianesimo in Cina (che, con tutte le differenze, ha pure qualcosa in comune con il pragmatismo). Fondata ufficialmente da Charles S. Pierce a fine Ottocento, resa celebre dagli studi di psicologia di William James e da quelli di pedagogia ed estetica di John Dewey, il pragmatismo ha saputo attraversare tutte le turbolenze del ‘900 e rinnovarsi negli ultimi decenni con personaggi molto diversi come il logico Willard Quine, lo studioso di semantica, epistemologia e etica Donald Davidson, il filosofo della mente e del linguaggio Hilary Putnam, lo studioso di retorica, letteratura e giurisprudenza Stanley Fish e parecchi altri.
Uno degli esponenti più noti, Richard Rorty, studioso della «contingenza», si è sempre più avvicinato a posizioni che potremmo definire europee: relativismo nelle questioni della conoscenza e dell’interpretazione, solidarietà umana, difesa della democrazia, interesse per la retorica e l’immaginario letterario. Fra i suoi interlocutori europei Jürgen Habermas e Gianni Vattimo, che ha curato il testo di una conversazione pubblica tenuta da Rorty a Torino nel 2005, in uscita da Bollati Boringhieri tra pochi giorni con il titolo Un’etica per i laici, a inaugurare la nuova collana «Sguardi». Nonostante il fitto dialogo con la tradizione europea, Rorty è rimasto sostanzialmente legato al pragmatismo americano, dimostrandone ancora una volta la forza persistente e il radicamento profondo nella società. Per riassumere in poche parole il principio di base del pragmatismo (e del neo-pragmatismo contemporaneo) basta citare una frase famosa di James: «una cosa è vera, nella misura in cui funziona» (something is true, insofar as it works). È la descrizione perfetta di atteggiamenti e visioni che, accompagnandosi al behaviourismo, al sociologismo, allo scientismo (e al neuroscientismo), alla fiducia nei dati, nelle statistiche, nei sondaggi, nelle percentuali, nelle tecniche della comunicazione e della pubblicità, sembrano caratterizzare in profondo questa società. L’influsso del pragmatismo è visibile in tanti aspetti della vita quotidiana: la notevole capacità organizzativa degli americani, la tendenza a risolvere tutti i problemi pratici con un po’ di ingegno e di applicazione, la presenza quasi ossessiva, accanto a ogni oggetto e prodotto, di chiarissime, limpide istruzioni per l’uso, lo sviluppo straordinario di manuali che insegnano tutto, come cucinare i pasti, crescere i bambini, curare le malattie, accudire al giardino, riparare l’automobile, procurarsi ricchezza e felicità, ecc. ecc.. Un esempio significativo di queste capacità e ossessioni lo fornisce la presenza nella rete, che non mi pare abbia pari in Europa, se non forse in Inghilterra, di una quantità di siti che insegnano, pragmaticamente, come far funzionare le cose più varie con dei video esplicativi molto dettagliati, in cui personaggi della vita quotidiana mimano tutti i gesti e le azioni che si devono fare, di solito attraverso una serie di diapositive numerate, corrispondenti alle azioni da compiere.
Di tutto un po’
I siti si chiamano: Howcast, eHow, WonderHowTo, Inscrutables, SuTree, VideoJug, ExpertVillage (alcuni hanno anche versioni in italiano o in altre lingue). Ciascuno di questi siti ospita migliaia di video ed è aperto alla collaborazione degli appassionati: chiunque abbia inventato una qualche soluzione a un problema pratico o abbia un consiglio o una ricetta da dare può inviare il suo video. Di solito i video sono classificati per categorie: arti e mezzi di comunicazione, affari e finanza, carriera ed educazione, automobili e mezzi di trasporto, artigianato e hobby, ambiente, pronto soccorso e sicurezza, cibo e bevande, giochi, salute, vacanze, bambini e genitori, mente e corpo, teatro, cura personale, animali domestici, religione, sesso, sport, tecnologia, viaggi.
Si impara così a piegare una maglietta in due secondi, a dare un bacio appassionato, a scrivere una poesia o una lettera d’amore, ad allestire una tenda da campo, a cosa dire se si è ricevuto un premio Oscar o un premio Nobel, a lasciare un party senza che nessuno si senta offeso, a praticare le varie forme di danza del ventre, a sedurre una celebrità, a farsi servire per primi al bar, a diventare famosi, a organizzare un matrimonio oppure un funerale, o anche, in anticipo, il proprio funerale (scelta della musica da far suonare, del percorso del corteo, della scelta dei portatori della bara e così via). Volete scrivere un romanzo giallo? Ecco tutte le istruzioni pratiche (non difficile, ormai tutti scrivono romanzi gialli). Volete sapere come ottenerne la pubblicazione? Più difficile, ma ecco gli agenti letterari a cui rivolgersi o la lettera con cui spedire il manoscritto.
Qualcuno vi ha sfidato a duello? Non potete purtroppo, al giorno d’oggi, mandare i padrini e preparare le sciabole. Vanno cercate soluzioni alternative per rispondere a un offesa o riparare a essa. Per esempio: sfidare l’altro a un braccio di ferro, ingaggiare una gara di velocità nella corsa, confrontarsi in una partita di poker o in un video-game, portare la disputa in tribunale.
Là nella rete c’è sempre qualcuno pronto a insegnarci come affrontare un orso, semmai ne incontrassimo uno, come fare una buona impressione a un primo incontro, come mettere su un banchetto per vendere limonate, come decidere per chi votare alle prossime elezioni, come essere romantici, come trasformare il proprio corpo (cambiare colore e acconciatura dei capelli, disegnare un’ombra di mistero attorno agli occhi, ingrassare o dimagrire), come perdere la propria verginità (scelta del partner giusto, creazione di una atmosfera adatta, provvista di tutte le istruzioni e precauzioni del caso), come coltivare peperoni o kiwi nel nostro giardino, o preparare le più varie torte e leccornie, come fare giochi di prestigio o le più sorprendenti magie, come interpretare l’oroscopo, come fare il nodo alla cravatta, come dire il rosario, come giocare a cricket, a badminton, a bridge, a canasta e a tutti gli altri sport e giochi possibili, soprattutto a quelli le cui regole complicate non siamo mai riusciti a imparare, come diventare suonatori provetti di tamburo, tromba, chitarra e mandolino, come far tornare in vita un cellulare caduto nell’acqua, senza essere costretti a comprarne uno nuovo, come insegnare a un pappagallo a parlare e a un cacatua a non mordere, come passare una serata (e magari la notte) con una persona che ha idee politiche diverse dalle nostre (evitare gli argomenti della cronaca politica e della storia, menzionare se necessario qualcosa di positivo nel partito dell’altro, mostrarsi affabile e comprensivo, proporre una gita in bicicletta, trasformare il dialogo politico in gioco erotico preparatorio e finire a letto insieme),
Non mancano, naturalmente, i video parodistici, scherzosi, dichiaratamente comici, modellati sulle procedure narrativa del fumetto, del reality show, della fantascienza sociologica. Ce n’è uno, per esempio che, paradossalmente, insegna tutti i comportamenti igienici, di nutrizione, di gestione del corpo, che possono incoraggiare il cancro a impossessarsi del nostro organismo. Ma anche questo video, che vuole essere didattico, esibisce una serietà e una praticità di fondo, come avviene in gran parte degli altri. Non mancano neppure i video di contenuto politico, alcuni puramente informativi, altri più ironici. Volete, per esempio, diventare presidente degli Stati Uniti? Bisogna che la vostra mamma abbia a lungo sognato questo destino per voi, dovete essere molto alto di statura, bianco di pelle, maschio, eterosessuale, essere sposato a una donna moralmente integra, simpatica (non troppo intelligente e indipendente), andare in chiesa regolarmente, avere molti soldi, essere onesti (non necessariamente sinceri), saper parlare dei problemi della società (non necessariamente risolverli). Il video si conclude con un’ultima diapositiva: tutto questo può cambiare nel prossimo novembre.
Per arrivare alla verità
Mi fermo su un caso che mi sembra abbastanza significativo. Riguarda il tema della menzogna. È un tema che coinvolge profondità viennesi e astrattezze parigine e ha stimolato le riflessioni di tanti filosofi e studiosi di psicologia e retorica, da Aristotele ad Agostino, da Girard a Jankelevich, da Eco a Lavagetto e si è incarnato in tanti personaggi, da Ulisse a Pinocchio. Gli americani, pragmatisti e behaviouristi, inventori della macchina della verità (il polygraph o lie detector), che misura il grado di attendibilità di una persona sospettata davanti alla polizia sulla base di misurazioni fisiologiche come la pressione sanguigna, vanno via svelti e hanno otto consigli pratici da darci: guardate le mani del bugiardo e controllate se si tocca il viso continuamente, studiate il movimento dei suoi occhi, notate se nel suo linguaggio abbondano le frasi negative («I did not» invece di «I did») e se ci sono più informazioni del necessario, osservate il suo sorriso se vi pare sforzato, e se incrocia spesso le braccia, fate delle pause nella conversazione e notate se questo le mette in difficoltà mentre il cambiare argomento gli ispira un sentimento di sollievo.
Non manca, alla fine, il consiglio di affrontare direttamente l’interlocutore e dirgli che lo abbiamo colto in fallo. Così come non manca il solito dato statistico: il 91% degli americani ammette di dire bugie regolarmente. Collodi aveva inventato un sistema anche più semplice ed efficace: misurare la lunghezza del naso.