Antonio Spagnuolo, Conversazione con Luigi Magni

dalla rivista Poetry wave-dream
aggiornamenti intorno alla poesia contemporanea

mercoledì, 24 settembre 2008
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RECENSIONE N° 25
Marina Piccone : “Conversazione con Luigi Magni” – ed. Effepi libri – 2008 – pagg. 136 – € 12,00

Segnalare in una rassegna dedicata esclusivamente alla poesia un volume che parla di cinema non è casuale, giacché anche di poetico tratta un simile testo, ove tempo e sorpresa conducono a riflessioni sostenute da spunti di notevole interesse, e da racconti sensibilmente armoniosi e fascinosi.
La breve intervista di Marina Piccone al re del cinema romano Luigi Magni, il personaggio attualmente più rappresentativo della romanità dopo Petrolini, Alberto Sordi, Anna Magnani, Gabriella Ferri, la Lupa e Romolo: il regista di “Scipione detto anche l’Africano”, “La Tosca”, “Nell’anno del Signore”, “In nome del papa re”, “In nome del popolo sovrano” e di tanti altri film, ci conduce pagina dopo pagina attraverso una chiacchierata che potrebbe essere veramente suggestiva, con i suoi improvvisi coinvolgimenti e le sue repentine confidenze. Magni ripercorre vicende significative della propria vita privata e professionale inquadrando fatti e aneddoti, spesso poco noti, nei loro contesti storici, politici e sociali dal fascismo ai nostri giorni. Ne viene fuori un affresco con parole che richiama il Pinelli per il modo di rappresentare Roma, quella di una volta, con tratti rapidi ed essenziali in cui spesso i particolari resi con precisione danno il senso, la differenza e la carnalità della rappresentazione.
Il regista qui si racconta, tra un ricordo e l’altro, tra una parabola ed un commento, tra divagazioni e aperture fantastiche, per scorrere1011189710.jpg freneticamente attraverso quei film che lo hanno reso famoso. Egli ha Roma nel cuore, e la sente in tutta la sua meravigliosa storia, dal tempo in cui diventa capitale, sino ai nostri giorni, sconvolta dai rivolgimenti politici e culturali, e in questo suo coinvolgimento emotivo sciorina con dovizia la sua filmografia e la sua biografia, soffermandosi su alcuni aspetti che potrebbero apparire polemici circa la insistenza e la drammaticità di alcune sequenze che non devono essere lette come anticlericali o distruttive.
Egli racconta con emozione : “… era una sorta di bottega dove tutti lavoravano per lo stesso obiettivo. L’applauso non era un apprezzamento a uno o all’altro, ma un riconoscimento collettivo. Eravamo come una grande famiglia, della quale facevano parte tutti quelli che prendevano parte alla lavorazione del film, dal regista all’operatore, dal protagonista alla comparsa.”
Riferimenti e coinvolgimenti si leggono con grande semplicità, suscitando interessi specialmente nelle rivelazioni inedite.
Antonio Spagnuolo

Antonio Spagnuolo, Conversazione con Luigi Magniultima modifica: 2008-09-24T19:03:00+02:00da mangano1
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