Gianfranco La Grassa,Il potere dei manager

:da www.ripensaremarx.it
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SABATO, 27 SETTEMBRE 2008
IL POTERE DEI MANAGER a cura di GLG
Ho tratto questa notizia (già pubblicata su certi giornali ma non con evidenza) dal sito di Marcello Foa; non sono riuscito a riprodurre la vignetta, ma comunque non è la cosa più rilevante. Quanto è qui riportato spiega (solo in parte, c’è dell’altro) come mai sia “fallita” la “rivoluzione manageriale” e sia tornata in auge la proprietà (azionaria). Tuttavia la soluzione non penso sia nel semplice ritorno dell’imprenditorialità, ritenuta sana; e nemmeno però nell’eleggere a taumaturgo lo Stato, la proprietà “pubblica”, quest’altra grossa menzogna. Nessuna delle ideologie dominanti, fra loro in opposizione antitetico-polare (cioè che si sorreggono a vicenda nel solito “gioco degli specchi” tra destra e sinistra) risolvono nulla di nulla. Si deve ripensare tutto.

dal blog di M. Foa:

Questa è una splendida vignetta pubblicata nei giorni scorsi dalla stampa americana e riassume, meglio di qualunque articolo, un aspetto cruciale del tracollo del sistema finanziario americano. Il banchiere in nero ha scritto sul cartello: “Per cortesia liberatemi dai debiti o sarò costretto a rovinarvi tutti”. La signora commenta: “Oh poveretto, permettici di aiutarti ora che sei in difficoltà, ma fai in modo di trattenere per te stesso un centinaio di milioni di dollari o giù di lì quale bonus per le tue capacità manageriali“.

E’ quel che, purtroppo, sta accadendo: gli ultimi due megadirettori della Aig, il colosso delle assicurazioni salvato dal fallimento, hanno ricevuto buonuscite di 47 e di 22 milioni di dollari; ma la notizia più sconcertante riguarda la Lehman Brothers, di cui è appena stato decretato il fallimento: i megadirettori se ne vanno con la liquidazione mostruosa da 2,5 miliardi di dollari.

Questo non è più capitalismo, ma un mandarinato che da decenni plasma a proprio piacimento ampie porzioni dell’economia e della finanza mondiale e che non paga mai per i propri sbagli. E’ l’antitesi di un sano spirito imprenditoriale che, a fronte di grandi guadagni potenziali, esige l’assunzione di responsabilità personale, in tutti i settori: dal bancario all’industriale.

Questi manager hanno invece un solo orizzonte: l’arricchimento personale con filosofie d’investimento fondamentalmente speculative e con un unico beneficiario certo: loro stessi. Fino agli anni Ottanta le grandi fortune venivano create nell’arco di decenni talvolta attraverso il lavoro di più generazioni, negli ultimi tempi bastavano quattro-cinque anni al vertice di una banca d’affari o di una multinazionale per ottenere ricchezze stratosferiche, senza mai rischiare nemmeno un centesimo del proprio capitale, bensì sempre quelli degli altri. Ricchezze ingiustificate, ricchezze malsane.

Questa è la vera casta, che ha portato il mondo al collasso. Ed è inutile parlare di risanamento se alla fine il suo potere non viene sradicato, se non si cambiano davvero le regole, ripristinando l’antico buon senso e un’autentica meritocrazia imprenditoriale.

Chissà se McCain o Obama ne saranno capaci, il potere di questa lobby è molto forte…

Gianfranco La Grassa,Il potere dei managerultima modifica: 2008-09-28T19:12:00+02:00da mangano1
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