Giulio Stocchi, Avviso ai naviganti

giulio.jpg

Un po’ amara, ma adatta ai tempi…

Avviso ai naviganti
l’air du temps:
ognuno
si gratti la rognagiulio1.jpg
con le dita
che ha

Giulio Stocchi

20/11/2008
Nicola Fanizza, Veicolare nuovi miti?
dal sito POLISCRITTURA

!7.11.08 NICOLA FANIZZA
“Contre-attaque:

Occorre un contrattacco,
un contrattacco capace di veicolare
nuovi miti!”

«Contre-Attaque»

Le ultime – che mi ricordano le elezioni del 1930 in Germania – rendono evidente una rottura, una discontinuità di tipo politico in quanto la sinistra non è più rappresentata a livello parlamentare. Ciò nondimeno non penso che la battaglia elettorale sia stata persa per colpa dei generali (i gruppi dirigenti dei diversi partiti della sinistra) o della bandiera (il simbolo Arcobaleno, in luogo della falce e del martello) allo stesso modo in cui i dirigenti del movimento operaio tedesco non furono i responsabili dell’avvento del nazismo. Piuttosto penso che la sconfitta attuale sia riconducibile alla bronzea necessità delle dinamiche della globalizzazione che hanno investito la società italiana in generale e, in particolare, le regioni del Nord in questi due ultimi decenni. Ovvero ritengo che i risultati elettorali si configurano come la traduzione politica di fenomeni sociali. La globalizzazione con l’immigrazione ha instillato negli impiegati, negli operai poco istruiti e precipuamente nella plebaglia del Nord da una parte il rancore territoriale, ovvero la volontà di difendere la propria terra e la propria identità, vista come una seconda natura inalterabile, come un luogo dell’essere sempre identico e non come ciò che appartiene alla zona del divenire; e, dall’altra, ha innescato – attraverso il recupero della comunità vista come appartenenza e non come mancanza, debito nei confronti dell’altro – un processo di territorializzazione. Sembra strano ma la deterritorializzazione produce processi di territorializzazione. A tutto ciò, va aggiunto la crisi dei mutui e la stessa chiusura di Malpensa che sono comunque riconducibili ai flussi della globalizzazione. Ovvero vi sono flussi che dall’esterno investono il nostro paese allo stesso modo in cui la Germania dopo il ’29 fu investita da una crisi che era nata altrove. Ebbene c’è un’analogia fra la Germania di allora e l’Italia di oggi. Negli anni ’20 l’accelerazione della modernizzazione capitalistica in Germania aveva messo in crisi i vincoli sociali e il nazismo fece breccia nell’immaginario dei tedeschi instillando un desiderio di comunità basato sul sangue e sul territorio. Quelle elezioni, oltre a segnare un sensibile successo dei seguaci di Hitler (i nazisti passarono da 800 mila voti del ‘28 a 7 milioni), videro una radicalizzazione del voto a sinistra in quanto i socialdemocratici persero voti a vantaggio dei comunisti. Accadde allora che i disoccupati, non sentendosi tutelati dal governo dei socialdemocratici, votarono per i comunisti. E la stessa cosa sembra essere avvenuta da noi. La Sinistra Arcobaleno, oltre a perdere voti a vantaggio della Lega (tantissimi!) e del PD non li ha forse persi anche (1,5%) a favore dei trockisti? I precari e gli emarginati – non essendo stati tutelati dal governo «amico» nei precedenti due anni – hanno probabilmente votato per Ferrando e per la Sinistra Critica! Ciò che ha comunque determinato il voto alla Lega è la paura, una paura che porta a difendere il proprio territorio dalle multinazionali e, insieme, dai diversi. Da qui le difficoltà della sinistra che – allora come oggi – non è attrezzata per rispondere alla sfida dei nostri tempi. Il guaio è che non si può rispondere al mito del territorio con la semplice ragione, al mito della comunità con il volto dissolto della società. È troppo tardi per essere ragionevoli! E la sinistra è piena di razionalisti ingenui. Occorre un contrattacco, un contrattacco capace di veicolare nuovi miti! Occorre, insomma, una ragione mitica! Come ci ha insegnato per primo Schelling in una lettera dell’anno 1800 indirizzata al suo amico Hegel – e in seguito G. Bataille sulle pagine della rivista «Contre-attaque» del 1934/’35 in contrasto con A. Breton -, i miti non si combattono solo con la ragione ma anche e, soprattutto, attraverso la forza di un altro mito. Tuttavia va anche detto che questo è avvenuto almeno in parte nelle ultime elezioni in quanto Veltroni – veicolando lo slogan SI PUO’ FARE – ha puntato comunque sulla potenza delle immagini. Di certo non è bastato!

Giulio Stocchi, Avviso ai navigantiultima modifica: 2008-11-24T16:51:00+01:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo