Federico La Sala, L’Italia più bella

da LAVOCEDIFIOREL’
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L’ITALIA PIU’ BELLA!!! A LAMPEDUSA. I pescatori di Mazara del Vallo e la
Guardia Costiera affrontano la burrasca e salvano 650 immigrati in difficoltà –
a cura di pfls
sabato 29 novembre 2008.

[…] a Lampedusa si vivono ore febbrili. Le condizioni del mare non
permettono infatti alle motovedette di lasciare gli ormeggi. Solo i grandi
motopesca di Mazara del Vallo, anche loro in porto a causa del maltempo,
sono in grado di affrontare la burrasca. Il responsabile della Capitaneria di
porto, tenente di vascello Achille Selleri, comandante della settima
squadriglia, chiama a rapporto nel suo ufficio i pescatori della flotta
mazarese: “Signori, non ho mezzi adeguati per il salvataggio. Ho bisogno di
voi e delle vostre barche. Li salviamo?”. I capitani dei motopesca non esitano
un attimo: “Siamo pronti”.
Così cinque imbarcazioni – Ariete, Monastir, Ghibli, Twenty Two e Giulia P.G. –
prendono nuovamente il largo. A bordo, al fianco dei pescatori, gli uomini
della Guardia Costiera […]

I pescatori di Mazara del Vallo, bloccati in porto per il maltempo, erano gli
unici in grado di affrontare il mare in tempesta
Con gli uomini della Guardia Costiera a bordo dei motopesca hanno
raggiunto e recuperato due barconi carichi di migranti

Lampedusa, pescherecci nella burrasca
per salvare 650 immigrati in difficoltà
I marinai della flotta mazarese soprannominati “gli angeli del mare”: accolti
in banchina con applausi
LAMPEDUSA – Hanno affrontato il mare in burrasca, con raffiche di vento fino
a trenta nodi e onde alte dieci metri, mettendo a repentaglio la propria vita per
salvare quella di altre 650 persone. E’ uno straordinario esempio di coraggio
e di solidarietà quello dimostrato dagli uomini della Capitaneria di Porto di
Lampedusa e dagli equipaggi di quattro pescherecci di Mazara del Vallo.
Solo grazie a loro due barconi carichi di migranti non sono colati a picco; solo
grazie a loro è stata evitata quella che poteva diventare la più grande strage
dell’immigrazione nel Mediterraneo.
Tutto comincia ieri pomeriggio, quando i due barconi in navigazione nel
Canale di Sicilia lanciano l’Sos con un satellitare: “Aiutateci, il mare è in
tempesta e noi rischiamo di naufragare”, invocano disperati gli
extracomunitari chiamando i loro parenti in Italia. Scattano immediatamente i
soccorsi, coordinati dalla centrale operativa della Capitaneria di porto di
Palermo.
Il primo barcone viene avvistato all’imbrunire da un elicottero della Guardia di
Finanza, a 15 miglia da Lampedusa. A bordo 300 persone che agitano le
braccia per richiamare l’attenzione dell’equipaggio. La seconda “carretta” è
invece molto più lontana, in acque di competenza maltese. Ma la
segnalazione “girata” alle autorità della Valletta non ha alcun seguito.
Intanto a Lampedusa si vivono ore febbrili. Le condizioni del mare non
permettono infatti alle motovedette di lasciare gli ormeggi. Solo i grandi
motopesca di Mazara del Vallo, anche loro in porto a causa del maltempo,
sono in grado di affrontare la burrasca. Il responsabile della Capitaneria di
porto, tenente di vascello Achille Selleri, comandante della settima
squadriglia, chiama a rapporto nel suo ufficio i pescatori della flotta
mazarese: “Signori, non ho mezzi adeguati per il salvataggio. Ho bisogno di
voi e delle vostre barche. Li salviamo?”. I capitani dei motopesca non esitano
un attimo: “Siamo pronti”.
Così cinque imbarcazioni – Ariete, Monastir, Ghibli, Twenty Two e Giulia P.G. –
prendono nuovamente il largo. A bordo, al fianco dei pescatori, gli uomini
della Guardia Costiera. Quando riescono a intercettare il barcone ormai è
buio pesto. Ma le condizioni del mare non consentono di operare: la “carretta”
viene scortata a ridosso dell’isola, nei pressi di cala Grecale, dove la risacca
è meno forte e dove è possibile effettuare il trasbordo sull’imbarcazione più
grande, il Twenty Two.
Solo all’alba i pescatori riescono a rientrare in porto con il loro “carico”
umano: 303 persone, tra le quali 21 donne e alcuni minori. Sono stravolti. Ai
connazionali che si trovano nel centro di prima accoglienza raccontano la
loro odissea: “Siamo partiti due giorni fa dalla Libia, quattro di noi sono finiti in
mare e non siamo riusciti a recuperarli”.
Ma non c’è tempo per il dolore. Dalla Guardia Costiera scatta un nuovo
allarme: il secondo barcone è stato avvistato da un aereo militare Atlantic a
nove miglia dalla costa, mentre arranca tra le onde. E i pescatori partono
nuovamente in soccorso degli immigrati: sono oltre 350, stipati come sardine
su un vecchio peschereccio. Anche loro vengono salvati con la stessa
tecnica, questa volta dal Ghibli; anche loro trascorreranno la notte a ridosso
di cala Grecale, in attesa di potere approdare finalmente in porto.
L’importante e che sono tutti vivi: oltre 650 persone salvate in poche ore dagli
“angeli del mare”, come sono stati soprannominati i marinai della flotta
mazarese e gli uomini del Capitaneria di Porto di Lampedusa accolti con un
applauso in banchina.
* la Repubblica, 28 novembre 2008.

Federico La Sala, L’Italia più bellaultima modifica: 2008-11-29T19:40:00+01:00da mangano1
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2 pensieri su “Federico La Sala, L’Italia più bella

  1. Questa è la nostra Italia. Possibile che sia destinata a soccombere? Forse
    quei pescatori sono enormemente più coraggiosi, costanti e decisi a vincere
    di noi. Gughi Vegezzi

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