specialistica che non so se possa trovare il suo spazio più adatto in un blog.
D’altronde la poesia di tipo religioso ha un valore pieno e integrale in epoche
di corrispondenza tra religiosità popolare e visione del mondo , ideologia
dominante, Jacopone da Todi letto al di fuori del suo contesto appare
portatore di un lingaggio non più universalistico ma datato. A me sembra che
la originale trovata di usare versetti e maledizioni bibliche, profezie ed
evocazioni, per un loro riadattarsi all’oggi rischi l’oscillazione tra sacralità e
dissacrazione, solennità e retorica: la vicenda dei versetti satanici alla
Salman Rushdie è in questo esemplare, rovesciando il buon uso in satira,
solennità e ironia. Fino a che punto insomma il buon uso letterale della maledizione biblica è possibile davvero o si
sovraccarica? La Macellaia Santa è la nuova Giovanna d’ Arco? Nel tempo
in cui Bertolt Brecht spodestava dal tronoHitler definendolo muratore, barbiere, metteva a nudo il grottesco del potere,
ma in che misura oggi è possibile sottrarsi alla FATWA della condanna a
morte che incita all’odio e alla vendetta biblica contro Israele, non più visto
come stato politico ma come peccato ?
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