‘U TAGGHIAMU ‘STU PALLUNI?

combo.jpgAlessandra Eronico
http://duemilaragioni.myblog.it/media/01/02/1220805251.mp3
Quattro ragazzi, una frase che suona come esplicita minaccia, fatta dai “grandi” infastiditi quando, bambino, tiri calci ad un pallone perché è l’unico gioco che puoi fare per strada e per mostrare chi sei, un dialetto forte, essenziale e tuttavia comprensibile, la voglia di cambiare perché se ti arrendi è la fine, anche dei sogni. Tutto questo nel videoclip, bellissimo, dei Combomastas, gruppo rap palermitano che ha scelto la musica come arma per combattere l’illegalità. Un brano che è scaricabile gratuitamente e legalmente da www.combostudio.it., il sito ufficiale del gruppo. Un video che mostra i vicoli di Palermo, dove continua ad esistere il retaggio antico di non lasciare scampo a chi ha avuto la sorte di nascere povero in un quartiere povero, in questa città che nega ogni opportunità di riscatto a coloro che, con coraggio, non accettano di “farsi tagliare il pallone”, perché non possono, non devono e, soprattutto, non vogliono essere ostaggio di chi vorrebbe decidere del loro futuro, privandoli perfino della speranza di poter cambiare. Frasi dure e pesanti come macigni, terribili nella loro crudezza ed ancor più terribili nella loro verità. C’è la rabbia, in questo video, ma non la rassegnazione, che è il male più vero e profondo di questa città, dove non importa se hai il diritto di ottenere qualcosa, è più facile e comodo chiedere il “favore”, perpetuando così l’antica pestilenza di ignoranza e sottomissione. Bravi i rapper, dai nomi singolari e dagli sguardi fermi di chi non ha paura e crede nelle cose che fa; bravo Sasà Salvaggio, che ha voluto partecipare al remix di “U tagghiamu stu palluni?”nelle vesti insolite di palermitano triste, che ricorda agli amministratori che la politica è bene di tutti e non “cosa loro”, consapevole del fatto che da soli non potremo mai cambiare nulla, ma che insieme possiamo costruire una città da vivere e non da subire. Scelta coraggiosa, quella dei Combomastas, senza fini commerciali, di grande responsabilità sociale, di straordinario impatto, che viene amplificata dalle migliaia di visualizzazioni su www.youtube.com/combomastas, dalla trasmissione del videoclip su Mtv, portando con sé l’importantissimo messaggio di una città possibile. La crew, composta da Othello a.k.a. EddiePalermo, SeccoJones, Eliaphoks, Shorty, sta lavorando al primo album, dal titolo “Musica classica”; senza retorica, con autentico impegno, i Combomastas hanno scelto di stare in trincea per la cultura della legalità, per respingere con forza la mafia, tutte le mafie, piccole e grandi vessazioni che hanno una sola origine: la prevaricazione. Othello, il veterano del gruppo, non si lascia imbrigliare dalle leggi del mercato, rinunciando ai facili guadagni e regalando a tutti il brano che già prima del lancio ufficiale veniva diffuso dai ragazzi passando da un cellulare all’altro, attraversando il web su facebook e tanti altri siti, dimostrando che la voglia di cambiare ha un impatto emotivo fortissimo ecombo1.jpg coinvolgente.
Lo ha ben compreso la Questura di Palermo, che ha dato il suo contributo alla realizzazione del video insieme alla Fondazione Progetto Legalità, seguite dal Sole24Ore, da Repubblica e dal Giornale di Sicilia. Perché l’antimafia non può essere fatta soltanto da altisonanti parole, deve essere concreta, quotidiana, caparbia, deve iniziare dalle scuole, essere sostenuta dalle famiglie, supportata dalle Istituzioni, ma, soprattutto, deve essere nell’animo di ciascuno, nei gesti, nelle piccole cose, nell’educazione, nella politica. Politica che non è un concetto astratto, è la vita di ogni giorno, è la certezza di ottenere ciò che spetta a ciascuno per il solo, semplice fatto di far parte di una società civile. E’ l’aver riconosciuti i propri diritti, primo fra tutti il diritto allo studio (“studiare costa!”) per affrancarsi dall’ignoranza che impedisce di crescere, di imparare a pensare, di essere liberi. A Palermo come in ogni città, dove altre mafie sono in agguato, subdole, per stringere tra le loro spire i più indifesi, quei ragazzini che possiedono solo un pallone per dimenticare, finchè dura il gioco, la miseria, il degrado del loro quartiere, la difficoltà se non l’impossibilità di un riscatto. Dove quegli stessi ragazzini confondono la violenza e la prepotenza con l’essere uomini e sognano di arruolarsi nell’esercito vergognoso della delinquenza, che gli darà il denaro che la loro famiglia non ha mai avuto, li renderà temuti e rispettati. Ma non li proteggerà dal male. Da qui l’impegno dei Combomastas per far conoscere il loro brano nelle città italiane, nelle scuole, sui siti web dei quotidiani, ovunque c’è un ragazzino che tira calci ad un pallone perchè sia libero di giocare, e di crescere e di scegliere il proprio futuro, perché fuggire è diserzione: si rimane, per cambiare. Per vivere. Per vincere.

‘U TAGGHIAMU ‘STU PALLUNI?ultima modifica: 2009-01-28T16:08:00+01:00da mangano1
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