da Carlo Gambescia metapolitics 30/01/2009
Il libro della settimana: Giuseppe Galasso, Storici italiani del Novecento, il Mulino, Bologna 2008, pp. 432, euro 30,00 – www.mulino.it
Quale cammino ha seguito la storiografia italiana nel Novecento? A questa non facile domanda risponde Giuseppe Galasso in Storici Italiani del Novecento (il Mulino, Bologna 2008 pp. 432, euro 30,00). Usando l’olimpica pacatezza di chi si è formato alla scuola di Benedetto Croce.
Se ci si perdona la battuta, Galasso, notissimo storico, oggi professore emerito dell’Università di Napoli “Federico Secondo”, è l’ultimo dei Moicani della storiografia etico-politica di impianto laico e liberale. E il suo volume è interessante proprio perché sprizza una corroborante fiducia (non fede), tutta crociana, nella storia della storiografia come storia della libertà: come conquista faticosa del libero arbitrio storiografico, attraverso un ferreo Novecento, contro ogni egemonia politica e culturale.
Pertanto Galasso traccia il ritratto condivisibile – per dirla con Gioacchino Volpe – di una storiografia il cammino. Certo, con le sue luci e ombre, spesso legate a una esterofilia tipicamente italiana. Si pensi solo alla moda storiografica della École des Annales, da noi imperversante negli anni Sessanta-Settanta… Dove allo storico si sostituiva il sociologo. Ma attenzione: il sociologo d’antan. Nel senso che certi modelli sociologici utilizzati dalla storiografia francese, e poi trasmigrati nell’ italiana, erano gli stessi – seppure risciacquati nelle non sempre limpide acque strutturaliste – della tradizione positivista di fine Ottocento. Dove la storia politica veniva “risucchiata” all’interno di un mondo sociale e materiale, non modificabile dalle decisioni umane e sottoposto a leggi evolutive e “strutturali”, presuntivamente considerate, come al di là del bene e del male.
Che poi oggi manchino alla storiografia italiane le traduzioni e i giusti riconoscimenti soprattutto nell’universo anglofono, crediamo sia, purtroppo, una questione di marginalità della nostra lingua. Vittima di un opprimente processo di emarginazione che ha riguardato anche la lingua tedesca e francese, come del resto nota lo stesso Galasso. Si tratta di un fenomeno legato alla crescente egemonia politica statunitense post-1945. Che non poteva non manifestarsi, sul piano internazionale, anche nell’ambito della vita scientifica e dell’editoria storiografica. Ma questa è un’altra storia. Politica, appunto.
Tuttavia crediamo che il professor Galasso, dall’alto del suo storicismo, consideri anche il “neo-impero” americano, uno dei tanti della storia. E sicuramente non l’ultimo.
Una ragione in più per leggere Storici italiani del Novecento.