Mirella Serri, Donne tra le fauci del lupo

da La Stampa 11/2/2009 –
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MIRELLA SERRI
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STUPRO E TABÙ UNA STORIA DI RITI E MITI

Donne tra le fauci del lupo

Un saggio sugli abusi sessuali e sulle distorsioni che li circondano

«Ma cosa ha fatto a mia figlia?». «Solo un gioco che farei con le mie stesse figlie».

Sarà. Ma la quattordicenne Harriet era stata stesa a forza sul divano, con le gonne sollevate, un cuscino in faccia e «violentemente deflorata» – lei stessa lo aveva riferito ai giudici – dal padrone giocherellone. Però Harriet aveva commesso un paio di errori. Innanzitutto rifiutando il risarcimento che le era stato proposto e poi intonando una canzoncina audace a una festicciola. Mal gliene incolse. Aveva gettato ombre sulla sua reputazione e questo pesò sul verdetto finale. Ma forse il processo per lei sarebbe andato lo stesso in malora. Alla fine dell’800, quando la domestica Harriet perde la causa, la domanda che circolava nei tribunali era: «E’ possibile per un uomo solo violare una donna contro la sua volontà?». No, era il responso. Persino se «su cosce e seno si rinvengono tracce di lotta»: infatti alle gentildonne di solito «piace dar prova di resistenza prima di cedere», sostenevano gli esperti forensi. Per difendersi erano poi dotate di «potenti muscoli pelvici».

Questa rappresentazione di signore e signorine connotate da una porta ben serrata, impossibile da spalancare, è una delle immagini che più fioriscono intorno agli abusi sessuali, a partire proprio dalla metà del XIX secolo. La ritroviamo un po’ dovunque in Gran Bretagna, Stati Uniti, Australia: a inseguire nel tempo e nei vari continenti i «miti», i luoghi comuni che avvolgono la vera storia dello «Stupro» è la studiosa Joanna Burke. In un bellissimo excursus sulla Violenza sessuale dal 1860 a oggi (in uscita dalla Laterza) affronta l’argomento più discusso e al contempo più inafferrabile e misterioso, da sempre annegato in un mare di credenze e di interpretazioni opinabili. Quali sono, dunque, i miti più diffusi ancora oggi sulle vittime di indesiderati appetiti? Quali i pregiudizi sulle prede di lupi e orchi affamati?

L’accusa di essere «mendaci» morde attualmente ragazze, mature signore, persino bambini ritenuti pronti a gettar fango sugli innocenti. Le motivazioni? L’invenzione di uno stupro può essere tanto originata dall’«invidia del pene», singolare tesi in voga a partire dagli anni Quaranta, quanto dal desiderio di vantaggi pecuniari. Nel 2001, commentando le cifre degli indennizzi stabiliti in Gran Bretagna – 11 mila sterline a cui si potevano aggiungerne 1.000 per un naso rotto, 4.400 per un femore fratturato e così via in una galleria di occhi pestati o cavati, di traumi cranici e colli spezzati -, parte della stampa sosteneva che con tariffe a «prezzo fisso si sarebbe avuto un incremento delle denunce».

Mamme scatenate per proteggere i loro giovanotti stupratori, toghe schierate a difesa si appoggiano invece spesso e volentieri alla tesi del piacere che provano le donne nell’«essere sopraffate». E’ stato questo il cavallo di battaglia della psicoanalista femminista Hélène Deutsch. «Di femmina incline allo stupro» si discetta in trattati giuridici e si accompagna all’identikit di chi «con abbigliamenti, scelte di vita» solletica le altrui brame e desidera essere posseduta con forza.

E l’aggressore, questo sconosciuto? Anche il criminale è nelle tenaglie dei luoghi comuni. Alla fine del XIX secolo si cercava di decifrarne la personalità tramite la fisiognomica: naso rapace e organo sessuale extra small erano i suoi tratti fondamentali, si diceva. All’inizio del ‘900 i violentatori erano soprattutto gli «anziani», ovvero gli over quaranta-cinquanta che, con l’allungarsi della vita, vedevano protrarsi la loro inappagata libidine. Il razzismo ha dato il suo contributo: i neri che avevano tentato di violentare una donna bianca in Texas e Georgia potevano essere condannati a morte, un bianco per lo stesso reato poteva beccarsi da pochi mesi a qualche anno di prigione. Nel 1968 lo stupro diventò bandiera e «atto di ribellione dei giovani di colore contro la società dei bianchi»: a sventolare il vessillo fu Eldridge Cleaver. Il leader di «Potere nero» fece poi ammenda di tanto orrore. Negli anni Trenta si presero di mira gli «immigrati e i senza fissa dimora». E la tradizione della caccia allo straniero senza mezzi di sostentamento e reo a priori continua oggi più che mai.

Attualmente l’abuso sessuale è in declino? La Bourke documenta che, a partire dal 1910, violenze e soprusi sono in costante aumento, con una pausa negli anni Cinquanta. Dai mitici Sixties in poi si è verificato un vero exploit dovuto anche all’incredibile ascesa delle denunce: in Gran Bretagna tra il 1985 e il 2003 sono passate da 1.842 a 12.293. Ma non sono diminuiti i malfattori che se la spassano: più del 25% delle vittime nel Regno Unito non si rivolge alla polizia e meno del 5 per cento dei denunciati viene condannato. Cambiano i riti e i miti ma lo stupro cresce e domina incontrastato. E anche i tabù che lo accompagnano.

Mirella Serri, Donne tra le fauci del lupoultima modifica: 2009-02-11T20:14:00+01:00da mangano1
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