dal CORRIERE DELLA SERA 27 marzo 2009
Edoardo Semmola
INTERVISTA
Franco Cardini: tassiamoci per la libreria di don Milani
Tra due settimane chiuderà la Lef, storica libreria di don Milani e La Pira. Mezzo secolo da assoluta protagonista a Firenze. Nel 1956 la casa editrice e libreria fiorentina sfidò apertamente le gerarchie cattoliche dando alle stampe Esperienze pastorali e poi Lettera a una professoressa del priore di barbiana.

Dunque: “Facciamo una cordata, io ci metto mille euro e vediamo in quanti mi seguono”.
Doppia sfida, insomma, a mezzo secolo di distanza. Allora tutto nacque da un’idea di Gian Paolo Meucci, padre del diritto minorile italiano, e dei proprietari, i fratelli Zani, che aprirono così la prima pagina dell’avventura gloriosa della libreria di via Ricasoli.
La Lef divenne il centro nevralgico del rinnovamento politico e culturale del mondo cattolico grazie a menti illuminate come padre Balducci, La Pira, Mario Gozzini e allo stesso don Milani. Ma ora è giunta all’ultima pagina e sta per chiudere perché non ce la fa più a tenere il passo con il mercato. Per Firenze è un po’ come dimenticare la memoria di don Milani, anche se resta aperta la casa editrice. Michele Gesualdi, allievo di don Milani e presidente della fondazione che porta il suo nome, si è offerto di gestire la Lef tramite il “lavoro del nostro volontariato”. La Lef, però, muore perché non riesce a pagare l’affitto e “purtroppo – continua Gesualdi – non abbiamo abbastanza soldi”. Amareggiato, ripensa a “una Firenze in cui tutto era bello: le idee, la politica, le persone e che penna dopo penna sta perdendo tutto il piumaggio più bello”.
La sottoscrizione promossa da Cardini sta riscuotendo i primi successi: dal giallista Leonardo Gori all’associazione dei locali del centro “Vivacity”, fino al “Comitato cittadino di informazione e partecipazione” di Paolo Coccheri, la provocazione si è trasformata in un tam-tam. Anche il mondo dell’editoria partecipa con diverse proposte: da Angelo Pontecorboli a Nicoletta Pescarolo de “Le Lettere”, dal fondatore de “La Mandragola” Mario Curia a Fernando Corona della “Vallecchi”.