Natalia Castaldi, C’era una volta un indiano

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VENERDÌ, 26 GIUGNO 2009

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C’era una volta un indiano
Se si fosse almeno un indiano, subito pronto e sul cavallo in corsa, torto nell’aria, si tremasse sempre un poco sul terreno tremante, sinché si lasciavano gli sproni, perché non c’erano sproni, si gettavano via le briglie, perché non c’erano briglie, e si vedeva la terra appena innanzi a sé come una brughiera falciata, ormai senza il collo e la testa del cavallo!

Franz Kafka, Desiderio di diventare un indiano

Joan Baez – House of The Rising Sun, 1960
Del perduto senso – C’era una volta un indiano

C’era un sogno,
una stella, sapeva
di mare, reti,
fabbriche e sudore.
E c’era un ragazzo
che voleva lottare
con pochi soldi
ed una chitarra di cartone.

Aveva una penna
cui affidare
l’ardore, come
una donna che
gli custodisse il dolore.
Esistevano i poeti,
i cantori, i profeti
e le sue mani erano
farfalle libere nel sole.

Sono passate le maree
senza lasciare conchiglie
tra le alghe ed il suo
cavallo ammansito
reclina il capo sul
fieno amargo
d’uno steccato.

Rimasticato nel cappello
ora abbassa la visiera:
la stella perduta nel
pentagramma confuso
del pensiero dentro i
suoi occhi si confonde al
soprabito di scena.

C’era una volta un indiano
adesso s’è impiegato.
Alla fiera delle cose perdute
tira somme come un ragioniere:
non scontentare nessuno
il suo mestiere.
postato da: nataliacastaldi

Natalia Castaldi, C’era una volta un indianoultima modifica: 2009-06-29T17:45:00+02:00da mangano1
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