Clara Macor,Il mio incontro con Carmen Consoli

CONCORSO
La studentessa e la cantante
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In occasione del Festival internazionale di giornalismo di Perugia, la vincitrice del contest “Ambiente: Italia ferita” di Repubblica@Scuola ha intervistato Carmen Consoli. Ecco il suo articolo
di CLARA MACOR

Clara Macor e Carmen Consoli
PERUGIA – Alle venti e trenta del 21 aprile 2010, a Perugia, in occasione del “IJF” (International Journalism Festival 1), ho avuto il piacere di intervistare la cantante Carmen Consoli, definita da Jon Pareles, critico del New York Times, “una magnifica combinazione tra una rocker e un’intellettuale e una voce piena di dolore, compassione e forza”. La cantautrice, reduce da un’intervista tenuta poco prima al teatro Pavone, si è presentata all’Hotel Brufani Palace, sede del Festival, accompagnata da Luca Valtorta, direttore di XL, il mensile di Repubblica.

Volevo chiederle, da donna, se è stato difficile lottare in un mondo musicale in cui la componente maschile è prevalente.
“Io non ho dovuto lottare. Dico semplicemente che non si può sempre puntare il dito verso un mondo maschilista. Non è vero che vengono agevolati gli uomini nel mondo della musica. Anzi, ai miei tempi andava di moda la cantautrice. Quindi: se noi donne andassimo avanti con il merito, quindi studiando e lavorando duramente, e non con le nostre grazie, probabilmente riusciremmo meglio. Oggi c’è una “fame di donne”, ma non emergono. Vogliono tutte fare le interpreti”.

Ritiene sia difficile farsi notare senza utilizzare il proprio fisico?
“Questo è un problema che ai miei tempi non esisteva: infatti si premiava il merito. Adesso, invece, sembra di essere tornati un po’ agli anni Ottanta, in cui la carriera dell’artista era legata all’impresario. Il mio consiglio è quello di studiare e credere seriamente in ciò che si fa, con talento e preparazione. Con quest’ultima, prima o poi, si arriva dappertutto”.

La musica deve evitare di esprimere pensieri politici oppure deve entrare nel vivo delle questioni, esprimendo i propri pensieri?
“Io ritengo che in una democrazia sia fondamentale il giudizio personale. Democrazia vuol dire “potere nelle mani del popolo”. Coloro che ci governano devono conoscere le nostre idee e le nostre aspirazioni, altrimenti non ci rappresenterebbero correttamente”.

Facendo ciò non teme di condizionare il pensiero dei suoi fans?
“Io credo che la politica sia nobile. Essa nasce dall’esigenza di far convivere entità diverse. Quindi, anche parlando di qualcosa che non ha a che fare con destra o sinistra, faccio politica. Io, però, esprimo solo la mia idea in senso generale, non entro nel dettaglio”.

Con la canzone “Domani” degli Artisti Uniti Per L’Abruzzo, ha contribuito, cantando, a lanciare un messaggio positivo. Cosa pensa di questa esperienza?
“Io non ce l’avrei fatta da sola. E’ un po’ come il teatro: quando si mette in scena un’opera corale è più facile parlare di ciò che riguarda la collettività. Quindi in “Domani” eravamo in tanti a parlare di qualcosa che sentivamo. E’ stato bello, ho incontrato i miei colleghi e abbiamo creato qualcosa di positivo. Poi c’è stato il concerto di sole donne, organizzato molto bene”.

Quanto bada alla singola parola nei suoi testi?
“Moltissimo. Io credo che la parola sia un’azione. Ha un senso biblico forte. La parola ha il potere di trasformare una bugia in realtà se viene ripetuta più volte”.

Cosa pensa delle nuove proposte musicali, lanciate dalla televisione?
“Non le conosco bene. Sinceramente sono un po’ preoccupata per questi ragazzi. I primi due anni fanno un grande successo, poi rischiano di essere dimenticati. Nessuno pensa alla loro carriera. Una volta, invece, si lavorava sulla carriera. Quando un’artista era pronto lo si metteva nel vivaio, la casa discografica investiva ed uscivano dischi. Posso citarti De Gregori, Battiato e molti altri artisti usciti negli anni Settanta. Tornando a me, io ho sempre fatto questa scelta: curarmi un pubblico. Questo lo si può fare solo con un contatto dal vivo. Non mi tradirà mai, se io non lo tradisco. La televisione, al contrario, non può costruire pubblico dal vivo. Preferisco, dunque, esibirmi nei concerti e non andare in televisione”.
(26 aprile 2010)

Clara Macor,Il mio incontro con Carmen Consoliultima modifica: 2010-04-27T15:20:59+02:00da mangano1
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