da L’unità
Con Monicelli sulle barricate
di Gabriella Gallozzi
STUDENTI IN LOTTA
Standing ovations e applausi hanno accompagnato la proiezione del corto, ma soprattutto l’intervento di Monicelli: «Se non dobbiamo vergognarci di essere italiani è per il nostro cinema, la musica, il teatro che ancora hanno rispetto nel mondo. Il resto è tutto degrado, desiderio di arraffare e arricchirsi, un po’ come capita in tutto l’Occidente. Da noi, però, quello che è più grave ancora è l’intento del governo di tagliare la scuola pubblica, come è la vostra, l’unica nel settore, per favorire quella privata destinata solo ai ricchi. A tutto questo ci dobbiamo opporre. Opporci a questo governo velleitario che sembra davvero un’Armata Brancaleone». Lotta dura, insomma, riprende anche Renzo Rossellini – tra i promotori della protesta insieme a Mimmo Calopresti – che nel «nome del padre» rivendica il dovere a «ribellarsi contro l’ingiustizia. Questi tagli alla cultura sono in realtà un’altra legge ad personam: ci vogliono stupidi, incapaci di scegliere e di capire. Mai dai tempi del fascismo eravamo arrivati così in basso. Levare alla gente la coscienza è criminale. Contro tutto questo si deve protestare con veemenza. E invito gli studenti ad essere molto cattivi». Le proteste montano. Continua anche l’occupazione del Centro Sperimentale «depennato» in extremis dagli «enti inutili» dell’ultima manovra del governo. Durante la parata militare del due giugno un gruppo di studenti del Centro è stato fermato dalle forze dell’ordine mentre cercava di srotolare uno striscione con la scritta: «Cultura: omicidio di stato». 11 di loro sono stati portati in commissariato, interrogati e denunciati per «manifestazione non preavvisata». Ha ragione Monicelli: la cultura è davvero sovversiva.
04 giugno 2010