Giacomo Leopardi, Sopra il ritratto di una bella donna

 

 

36067_109914592406456_100001637469604_79915_6149867_n.jpgQui sotto vi invio una delle poesie fra le meno note di Leopardi e un breve scambio di commento con Ester Capucciati
, docente di religione  a Piacenza. Ciao   Franco  Toscani

Grazie Franco! La categoria della possibilità è la suprema categoria della ragione quando la ragione da misura si fa domanda e aspettativa. La ragione misura di tutte le cose non riesce a contenere l’esuberanza del cuore che la spacca da tutte le parti e chiede di più! Ciao, un abbraccio.

Cara Ester, “or come … tant’alto senti?”, domanda Leopardi in questa poesia che non conoscevo: è la bellezza e lo splendore della condizione umana, che oscilla , come diceva Eugenio Montale, fra il sublime e l’immondo, con una maggiore propensione verso l ‘ immondo. La domanda resta aperta, per l’oscurità/difficoltà della cosa e per i nostri limiti umani. Un affettuoso saluto, ciao   Franco

SOPRA IL RITRATTO DI UNA BELLA DONNA

SCOLPITO NEL MONUMENTO SEPOLCRALE

DELLA MEDESIMA

Tal fosti: or qui sotterra
Polve e scheletro sei. Su l’ossa e il fango
Immobilmente collocato invano,
Muto, mirando dell’etadi il volo,
Sta, di memoria solo
E di dolor custode, il simulacro
Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo,
Che tremar fe’, se, come or sembra, immoto
In altrui s’affisò; quel labbro, ond’alto
Par, come d’urna piena,
Traboccare il piacer; quel collo, cinto
Già di desio; quell’amorosa mano,
Che spesso, ove fu porta,
Sentì gelida far la man che strinse;
E il seno, onde la gente
Visibilmente di pallor si tinse,
Furo alcun tempo: or fango
Ed ossa sei: la vista
Vituperosa e trista un sasso asconde.
Così riduce il fato
Qual sembianza fra noi parve più viva
Immagine del ciel. Misterio eterno
Dell’esser nostro. Oggi d’eccelsi, immensi
Pensieri e sensi inenarrabil fonte,
Beltà grandeggia, e pare,
Quale splendor vibrato
Da natura immortal su queste arene,
Di sovrumani fati,
Di fortunati regni e d’aurei mondi
Segno e sicura spene
Dare al mortale stato:
Diman, per lieve forza,
Sozzo a vedere, abominoso, abbietto
Divien quel che fu dianzi
Quasi angelico aspetto,
E dalle menti insieme
Quel che da lui moveva
Ammirabil concetto, si dilegua.
Desiderii infiniti
E visioni altere
Crea nel vago pensiere,
Per natural virtù, dotto concento;
Onde per mar delizioso, arcano
Erra lo spirto umano,
Quasi come a diporto
Ardito notator per l’Oceano:
Ma se un discorde accento
Fere l’orecchio, in nulla
Torna quel paradiso in un momento.
Natura umana, or come,
Se frale in tutto e vile,
Se polve ed ombra sei, tant’alto senti?
Se in parte anco gentile,
Come i più degni tuoi moti e pensieri
Son così di leggeri
Da sì basse cagioni e desti e spenti?

Giacomo Leopardi, Sopra il ritratto di una bella donnaultima modifica: 2010-11-08T16:26:00+01:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo