Aldo Giannuli,Come battere Berlusconi. Prima parte: cosa NON fare.

Come battere Berlusconi. Prima parte: cosa NON fare.
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Una volta di più il Cavaliere ce l’ha fatta più per merito dell’inettitudine altrui che per proprio merito. Anche dal punto di vista della corruzione non ha dovuto sprecarsi troppo: si parla di elargizioni da 350 a 500.000 euro, roba da appalto di paese. Questa è gente che costa poco. Diversi lettori di questo blog (parecchi in mail private più che nei post) mi (e si) chiedono se Berlusconi sia invincibile e dobbiamo rassegnarci a morire berlusconiani. Non lo credo affatto e non incoraggio alcuna forma di pessimismo. Berlusconi non è un samurai invincibile (avrebbe detto Tobagi), però è una bruta bestia dalla quale non ci libereremo tanto facilmente. Occorre fare molta attenzione l’importante è fare tesoro dell’esperienza. Ne ho ricavato queste indicazioni e, per ora, parliamo degli errori che NON bisogna mai fare con uno come lui.1- Sfidare Berlusconi in Parlamento: è la strada più difficile.

Dopo il “colpo” del 1994, l’opposizione ha avuto costantemente la tentazione di ripetere l’esperimento, battendolo con una “rivoluzione parlamentare” di tipo più o meno trasformistico. In effetti, Berlusconi ha perso diversi alleati (prima Bossi, nel 1994, poi Mastella nel 1998, Casini nel 2008, da ultimo Fini nel 2010, senza contare  i casi minori come La Malfa, Guzzanti, Pera ecc.), ma la cosa ha avuto l’effetto di farlo cadere solo la prima volta, quando era inesperto. L’uomo ha imparato a muoversi nella jungla parlamentare, sa scegliere bene i suoi yesmen (a differenza degli altri). Per di più il materiale umano che arriva in Parlamento è di qualità sempre peggiore. Ma, soprattutto, a tenerlo bene in sella è l’appeal elettorale di cui ancora gode.
Piaccia o no, il suo punto di forza è che, salvo un solo momento (nel 2008 e per pochissimo), il più forte elettoralmente è sempre stato lui. Anche nel 1996 la sinistra vinse sui seggi, ma con un numero di voti leggermente inferiore a quello dell’avversario.
Di conseguenza, la possibilità di giocare la carta di nuove elezioni in relativa tranquillità gli ha sempre assicurato un vantaggio di posizione decisivo sulla“tenuta” del proprio blocco parlamentare ed ha sempre reso più fragili gli altri. Pertanto è prima di tutto sul piano dei consensi elettorali che occorre condurre la battaglia, anche per rafforzare la manovra parlamentare.

2- Attaccarlo personalmente.

Sino a questo punto, le opposizioni (e prima fra tutte la sinistra) hanno concentrato il loro fuoco su Berlusconi  in quanto persona: il suo conflitto di interessi, i processi pendenti, i costumi sessuali, i favoritismi, la vecchiaia e le malattie, lo scarso credito internazionale  ecc. Ma, nonostante si trattasse in larghissima parte di cose assolutamente provate, certe e palesi, il risultato è stato assai modesto ed il differenziale di consensi con la sinistra è rimasto più o meno costante.
Questo, in parte è dovuto al fatto che i consensi persi dal Cavaliere verso l’astensione e la Lega, sono stati sostanzialmente compensati dalle perdite della sinistra ugualmente verso l’astensione e la Lega. In parte all’inefficacia in quanto tale di questo tipo di campagna: non basta dire che l’avversario fa schifo per ottenere che l’elettorale si sposti verso il suo antagonista.

Gli scandali sessuali sono poco efficaci, perchè, al più, colpiscono settori di elettorato femminile, cattolico ed anziano, ma non contano nulla su tutto il resto e per una parte degli elettori di sesso maschile possono addirittura avere effetti controproducenti.
Gli scandali giudiziari sono inefficaci, perchè si trascinano per anni in inconcludenti iter processuali senza fine (e poco imposta se questo dipende anche dall’ostruzionismo del Cavaliere): la gente se ne disinteressa dopo poco.

Soprattutto, sia gli uni che gli altri hanno l’effetto di rinsaldare le reciproche tifoserie: chi è convinto che Berlusconi sia un maiale ne trarrà conferma, così come farà chi è convinto che sia un povero perseguitato dalle toghe rosse e dagli pseudo moralisti della sinistra. E le leggi ad personam? Sono il mezzo per sfuggire alla persecuzione.
I pochi incerti saranno frastornati dall’immancabile contrattacco berlusconiano, che non avrà difficoltà a trovare qualche esponente di sinistra un po’ ladro o di costumi sessuali non troppo dissimili. Su questo terreno la partita è compromessa in partenza, data anche la potenza di fuoco delle Tv berlusconiane e dei vari media del suo impero. Peraltro, l’attacco giudiziario ormai sconta un effetto assuefazione che lo rende in larga parte inefficace.

D’altro canto, l’attacco personalizzato, in un sistema politico-elettorale ad elevato tasso di personalizzazione fa il gioco di chi riesce meglio a comunicare, usando quegli stessi attacchi per ingigantire la propria figura. E su questo piano il Cavaliere è imbattibile.
Infine, attaccarlo personalmente ne scatena l’aggressività e lo rivitalizza: è proprio quando è sotto attacco diretto che il Cavaliere sfodera meglio le sue risorse di fantasia e capacità comunicativa.

3- Sottovalutarlo

La sinistra detesta Berlusconi e, peraltro, con ben fondate ragioni. Però questo, spesso, la acceca inducendola a sottovalutarlo e negarne le indubbie qualità. Il Cavaliere è costantemente descritto come un farabutto, intellettualmente  mediocre, dedito solo al proprio tornaconto personale, senza alcuna preparazione culturale, volgare, cafone, inopportuno, bugiardo, cialtrone, privo di qualsiasi abilità che non sia quella dei colpi bassi e tenuto a galla solo dai suoi soldi e dal suo impero televisivo.

I soldi ci sono e le televisioni pure ma, diciamocelo francamente, bastano a spiegare il suo successo ventennale? D’altra parte, la sinistra  sulla questione delle televisioni (come sul conflitto d’interesse) ha solo fatto mediocre propaganda, ma quando ne ha avuto la possibilità, si è ben guardata dal fare qualcosa di concreto.
Ma, tornando alla questione precedente: pur senza negare che nel ritrattino di cui sopra ci sono molti aspetti veritieri,  dobbiamo convincerci che l’uomo ha delle qualità non comuni: è un ipercinetico con una capacità di lavoro bestiale, è un grande istrione con una enorme capacità di recita, ha una fantasia diabolica che gli fa spesso cambiare schema di gioco spiazzando gli altri, ha una straordinaria tempestività che gli fa cogliere al balzo le occasioni favorevoli, è tenace, ha coraggio e grinta e non si abbatte facilmente.

Provate a confrontarlo con quei molluschi vestiti di grigio che sono i leaders del Pd e ditemi se non ho ragione.
Dunque, non darlo mai per morto anzitempo, dunque, non sperare che si arrenda: l’uomo è una bestia da combattimento e si batterà sempre sino all’ultimo. E’ sostenuto da un Io ipertrofico e da una autostima sconfinata, per cui è inutile sperare in un suo crollo psicologico.

4- Sbagliare i tempi.

Nell’attacco al Cavaliere ci sono due errori opposti che non bisogna fare assolutamente:
a- cercare la spallata finale senza essere certi del risultato finale, perchè gli attacchi falliti (come l’ultimo, o come la campagna su villa Certosa) lo rafforzano
b- dargli tempo ed essere intempestivi: una volta deciso l’attacco occorre procedere nel modo più rapido possibile, senza concedergli un solo minuto di respiro. Con Berlusconi non ci si possono concedere meline e passaggi all’indietro o arpeggi vari: dritti allo scopo, senza perdere tempo, perchè lui è pronto ad approfittare di ogni tregua per avventarsi.

5- Inseguirlo sul suo terreno e giocare di rimessa.

Uno degli errori politici peggiori che si possano fare in generale è quello di giocare sempre in difensiva o accettare il terreno di contro imposto dall’avversario. Con un personaggio con le caratteristiche di Berlusconi questo errore diventa irrimediabile. La sinistra, ha alternato l’attacco personale a Berlusconi con il costante inseguimento sul suo terreno: dimostrare che è più liberista, più federalista, più securitaria della destra. Inutile dire che la gara è vinta sistematicamente dagli altri, per di più perdendo anche una parte dei propri consensi. Quello che viene fuori è una forma di berlusconismo senza Berlusconi e con un po’ più di giustizialismo. Se proprio occorre confrontarsi sul campo di battaglia imposto da lui è più produttivo smarcarsi e rendere chiara la propria alternatività che tentare l’impobabile gara del chi è più a destra dell’altro. D’altra parte, qualche volta sarebbe anche il caso di andare all’attacco (sul piano politico, non su quello personale), imponendo altri terreni di confronto. D’altra parte anche Napoleone avvertiva che “la parte che resta nello spazio delle due fortificazioni è destinata a perdere”. Figurarsi quando le fortificazioni sono state diroccate da un bombardamento ventennale!

La grande risorsa del Cavaliere è quella di trovare i terreni di scontro per lui più favorevoli, vice versa si muove male quando è costretto ad affrontare lo scontro sul terreno scelto dall’avversario.  Berlusconi, sul piano politico e non personale, gioca meglio in attacco che in difesa: si pensi allo schema di gioco che ha adottato nel suo Milan.

Aldo Giannuli, 20 dicembre ‘

Aldo Giannuli,Come battere Berlusconi. Prima parte: cosa NON fare.ultima modifica: 2010-12-24T16:46:03+01:00da mangano1
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