Alberto Mattioli, Tabucchi agli intelos

da LA STAMPA
16/01/2011 – POLEMICA
Tabucchi agli “intellos”: siete come Berlusconi

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Lo scrittore sferza su “Le Monde” gli intellettuali francesi a favore di Battisti: attaccano magistrati che rischiano la vita
ALBERTO MATTIOLI

CORRISPONDENTE DA PARIGI
Che sferzate. Da togliere la pelle. Antonio Tabucchi si è scocciato della manfrina degli intellettuali francesi sul povero Cesare Battisti vittima dell’Italia fascista e li massacra dalle pagine di . La sua requisitoria ha due atout: non è un’invettiva, anzi è fredda e acuminata come un bisturi, e viene da uno scrittore non solo celebre, ma di ineccepibili credenziali «di sinistra», che oltretutto conosce benissimo la Francia e ne è ben conosciuto.

La critica di Tabucchi parte dall’alto: i «pensatori mediatici» francesi sono «ispirati da una concezione piccoloborghese del superuomo, un “nitzschéisme” di basso livello e mal interpretato». Ma poi, passando dalla teoria alla pratica, chiarisce subito che se Battisti, colpevole di delitti di sangue che l’avrebbero dovuto escludere dalla dottrina Mitterand, ne ha invece approfittato è perché, come ha scritto Bruno Tinti, «collabora con i servizi francesi, ai quali vende tutto quello che sa sul terrorismo internazionale». Poi Tabucchi fa i nomi, di questi pensatori che hanno «santificato» un criminale, ribattendo punto per punto alle loro argomentazioni. Sotto accusa finiscono, nell’ordine, Bernard-Henry Lévy, Fred Vargas e Philippe Sollers.

BHL, «che sul suo blog ha messo l’immagine del signor Battisti accanto a quella dell’iraniana condannata alla lapidazione, Sakineh, dovrebbe riflettere sull’irresponsabilità che dimostra». Certi intellettuali francesi, spiega Tabucchi, «non sanno che i magistrati hanno fatto arrestare un gran numero di mafiosi, di terroristi e di politici corrotti. E non sanno che molti di questi magistrati hanno pagato con la vita. E, evidentemente, non sanno che il signor Berlusconi, dal suo arrivo al potere, a definito la magistratura “un cancro da eliminare”. E, dal suo punto di vista, essa è veramente un pericolo, perché la magistratura in Italia è indipendente e non obbedisce al guardasigilli come in Francia». Quindi difendere Battisti attaccando i giudici vuol dire comportarsi come Berlusconi: un’accusa che gli «intellos» in questione non gradiranno.

Liquidato BHL per interposto Silvio, Tabucchi passa a demolire Fred Vargas, la giallista che ha fatto della libertà di Battisti una ragione di vita. Vargas critica le leggi italiane sui pentiti, «ma ha dimenticato la pentita Frédérique Germain, detta Blond-Blond, che nel 1988 fece condannare i terroristi francesi di Action Directe e che non ha mai scontato la pena perché aveva collaborato con la giustizia». Quanto a come i francesi trattano i loro, di terroristi, Tabucchi ricorda «Nathalie Ménigon, paraplegica dopo il 1996 dopo due attacchi cerebrali», che «ha aspettato fino al 2008 nella prigione di Bapaume per ottenere la semilibertà», oppure Georges Cipriani, rinchiuso dopo il 2001 nell’ospedale psichiatrico di Sarreguemines e che non ne è uscito che nel 2010 per beneficiare, anche lui, della semilibertà.

Infine, Sollers, che ha pontificato sul diritto d’asilo e sulla «guerra civile» che si sarebbe combattuta in Italia. «E’ possibile – si chiede Tabucchi – che il signor Sollers, cui il diritto sta tanto a cuore, non si sia ancora reso conto che esiste in Francia una legge arcaica come la “garde à vue» (più di 24 ore di detenzione nelle celle di un commissariato senza aver diritto a un avvocato e con la perquisizione personale a discrezione dei poliziotti), denunciata anche quest’anno dalla Corte europea dei diritti dell’uomo». Quanto alla presunta guerra civile, in Italia non c’è mai stata «e i brigatisti, che qualche intellettuale francese continua a vedere come degli eroi romantici, erano degli assassini che sparavano alla schiena dei magistrati, dei giornalisti, degli intellettuali e dei poliziotti».

Fuori tre. Ultima sciabolata, collettiva: «Ma questi intellettuali conoscono l’italiano? Non è un dettaglio: per leggere gli atti di un processo in un tribunale italiano, bisogna bene conoscere l’italiano».

Alberto Mattioli, Tabucchi agli intelosultima modifica: 2011-01-17T17:59:07+01:00da mangano1
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