Beppe Grillo, Il referendum ci salverà

 

 

da  IL FATTO QUOTIDIANOPiperno chagalljpeg.jpeg

 

“No, di Luigi De Magistris non voglio più parlare. È uno che ha fondato un partito, non mi riguarda più”. Beppe Grillo è perentorio. In tanti nel mondo dei movimenti sono rimasti stupiti dalla polemica tra il fondatore del Movimento Cinque Stelle e l’ex pm. C’è chi sperava in un confronto, magari in un riavvicinamento. Ma Grillo non ci pensa nemmeno, quello che voleva dire l’ha scritto sul suo blog. Basta, da cinque giorni si è buttato anima e corpo sul nucleare.

Niente De Magistris, quindi?
Nemmeno una parola. C’è una questione più seria: oggi celebriamo il funerale dell’energia atomica. Dopo quello che è successo in Giappone, dopo le dichiarazioni del governo che vuole andare avanti per la sua strada tutto è cambiato. È guerra.

Guerra ai nuclearisti?
Io non accetto più un dialogo tra “sì” e “no”. Siamo in guerra tra vivi e morti. Noi abbiamo mille progetti, idee di sviluppo, parliamo di fonti di energia alternative e pulite. Loro hanno merda e cemento.

La accuseranno di saper dire soltanto no…
Macché, noi presentiamo idee concrete. Parliamo di impianti eolici che in molti Paesi ormai danno più energia del nucleare. Parliamo di fotovoltaico, di geotermia. Fonti di energia pulite che se fossero sviluppate e applicate soddisferebbero i nostri bisogni energetici. E stimolerebbero la ricerca e l’economia dando lavoro a milioni di persone.
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Belle parole, diranno i critici. Ma poi come si illuminano le nostre case?
Sono soluzioni concrete. L’essenziale è integrare le fonti: così in Sicilia si potrebbe puntare sul fotovoltaico, in Sardegna sull’eolico, in Toscana sulla geotermia. Ognuno deve sfruttare le proprie potenzialità. Finora non è stato così, si sono costruiti mulini dove non c’è una bava di vento, specchi solari dove non batte mai il sole. Spesso la rete elettrica non riesce nemmeno a ricevere l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Questo perché tanti ci vogliono mangiare, perché mancano controlli e coordinamento. Deve farlo chi governa.

Va bene, ma in concreto?
Stiamo andando verso il federalismo, no? Ogni regione faccia un piano energetico e poi si metta in rete con le altre. E poi… puntiamo sulla micro generazione, piuttosto che sulla macro generazione di energia che serve alle multinazionali. Insomma, i cittadini producono l’elettricità e poi la mettono in rete, se la scambiano secondo le necessità. Eliminando gli sprechi.

Ma lei crede davvero che basterebbe?
Basta volerlo. Bisogna lavorare molto sull’efficienza. Noi consumiamo 6 kilowatt per persona ogni anno. In Germania si è dimostrato che a parità di servizi si può scendere a 2. Eliminiamo gli sprechi: lo sa che soltanto per mantenere in stand-by i nostri elettrodomestici se ne va il 5 per cento dell’energia? E io, porca miseria, devo costruire una centrale nucleare per tenere spente milioni di televisioni. Soltanto eliminando lo stand-by potremmo chiudere 17 centrali a carbone.

Stiamo parlando del futuro o del presente?
Oggi, dico oggi, possiamo puntare sulla luce fredda e non su quella a incandescenza. Sugli elettrodomestici di classe A. Soltanto con queste due soluzioni si possono risparmiare 38 mila megawatt l’anno. Sono tecnologie già disponibili. L’energia del futuro è l’intelligenza. Ma poi….

Poi?
Vedo la legge Romani che è un’infamia, vedo il governo che taglia sulle rinnovabili e punta sul nucleare. Questi sono dei morti.

Il governo non ha dubbi: il nucleare è la strada giusta. Non saranno tutti impazziti…
La risposta è sotto gli occhi di tutti: con il nucleare noi ci paghiamo i debiti. Abbiamo venduto 511 milioni di Bot ai francesi e loro adesso fanno le nostre centrali. Andiamo a vedere che cosa succede davvero in Francia con lo smaltimento delle scorie, se le ritrovano dappertutto, spuntano sotto le scuole. Le centrali convengono soltanto a chi le costruisce, la gestione non conviene a nessuno. Ma ve la ricordate la Thatcher? Offrì gratis le sue centrali e nessuno accettò di gestirle.

Adesso toccherà agli italiani decidere…
Basta che guardino il Giappone, l’Apocalisse di un’isola che non c’è più. Sembra quasi che si stiano immolando per farci capire che errore rischiamo di compiere. Trent’anni fa sono stato in Giappone, in un supermercato c’erano delle lattughe che crescevano illuminate costantemente dall’energia prodotta dalle centrali nucleari. E sa perché? Per non dover essere lavate. Ecco, noi facciamo le centrali per non lavare le lattughe. Guardando la tragedia del Giappone oggi io vedo anche questo: la natura che vomita milioni di automobili, che sputa fuori l’energia che noi ci ostiniamo a produrre per cose inutili… di notte abbiamo milioni di grattacieli illuminati come alberi di Natale che non ci fanno nemmeno più vedere le stelle. Ma l’energia non deve essere più scambiata soltanto come una merce, deve essere pensata in modo etico, perché per la nostra vita è fondamentale, quasi come l’acqua.

Ma il referendum come andrà finire?
Andremo tutti a votare. A milioni. Perché il nucleare è morto, questi che ci governano sono morti. Sono come il federale di Tognazzi, come fascisti che non si sono accorti del 25 aprile.

Da Il Fatto Quotidiano del 17  marzo 2011

Beppe Grillo, Il referendum ci salveràultima modifica: 2011-03-18T16:14:07+01:00da mangano1
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