Emanuele Bigi, I clic di Terzani

il SOLE 24ORE

I clic di Tiziano Terzani da Saigon al Nepal. Il racconto di un viaggio in Asia lungo trent’anni

di Emanuele Bigi

25 marzo 2011
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Un viaggio esistenziale e nella la storia dell’umanità fotografato da Tiziano Terzani
Uno sguardo sulla realtà, su un passato che muta in futuro e sul viaggio esistenziale di un uomo. La mostra «TizianoTerzani. Clic! 30 anni d’Asia», allestita a Roma a Palazzo Incontro fino al 29 maggio, è tutto questo. Le istantanee del reporter toscano che ha riflettuto con i suoi articoli e i suoi libri sulla magia, il mistero e le contraddizioni dell’Oriente prendono il posto delle sue parole. Diventano un excursus fotografico sulla storia dell’umanità e una radiografia dell’anima di un esploratore di vite.

In Vietnam
Era il 1972 quando Terzani si avventura in Vietnam per raccontare la guerra, mentre era il 1975 quando immortala a Saigon i volti sorridenti dei giovani vietnamiti, uomini e donne. Ce l’avevano fatta: avevano sconfitto Golia (l’America). Quel giorno cambiò la storia dell’Indocina e Terzani era a fianco di quelle persone, lo vediamo, lì, su un carro armato con la sua macchina fotografica al collo e la pipa. Quei sorrisi appartengono a tutte le popolazioni che assaporano la libertà.

La Cina
I pannelli scuri dell’allestimento diventano improvvisamente rossi nella sala dedicata alla Cina. Era il 1980 quanto Terzani immortala la delusione di un grande esperimento «di ingegneria sociale», come la chiama lui, la ricerca di una società più giusta e umana. «Mi fu subito chiaro che la realtà era meno affascinante dei sogni». Il progresso travolge la Repubblica popolare cinese, l’occidentalizzazione si diffonde a macchia d’olio, ma l’obiettivo e la penna del giornalista/scrittore cercano di scovare un paese ancora non addomesticato. Per questo viene espulso. A quel punto l’esploratore vuole toccare con mano la modernità del Giappone, per poi, in contrasto, fotografare la bellezza quasi ultraterrena del Tibet.

Il viaggio interiore
La sua vita è stata un lungo viaggio, un viaggio dentro se stesso e nell’umanità lacerata dall’uomo. La guerra come diceva Terzani «è una cosa triste, ma ancora più triste è che ci si faccia l’abitudine». Si era stufato di raccontare con lo sguardo del cronista, voleva respirare il mondo. «Il viaggio lo nutriva», dice il figlio Folco, curatore della mostra costituita da un centinaio di immagini. Decide allora di praticarlo come forma d’arte, con comodo, con amore. Ritorna in Cambogia «per sentire gli odori e vedere i colori». Inizia il suo percorso interiore. Ecco che le foto si riempiono di silenzi, di vuoti, di distese a perdifiato: è la natura sconfinata a parlare.

In Nepal
La camminata sull’altopiano del Mustang, in Nepal, rappresenta il contatto diretto con le radici del mondo, con il vivere d’altri tempi. Qui incontra il padrone di quel regno, un Re il cui «castello era di pietra e di fango e i cui tesori erano pecore e cavalli». Di fronte a queste istantanee di pura atmosfera ci si abbandona alla riflessione sull’oggi, sull’ambiguo significato di progresso. Il viaggio diventa per l’ex giornalista (morto nel 2004) un nutrimento dell’Io, un concetto di vita. «Dopo anni spesi a pensare al destino dei vietnamiti, dei cambogiani, del comunismo, dei cinesi, alla minaccia del Giappone al futuro dei figli, ai problemi della famiglia finalmente avevo tempo di avere tempo. La natura, la straordinaria natura mi ha dato una mano…». Sembra di sentirlo pronunciare queste parole mentre osserviamo una delle foto scattate dalla moglie che lo ritrae nella sua piccola dimora in Himalaya. Il tetto del mondo.

Tiziano Terzani. Clic! 30 anni d’Asia. La mostra
Palazzo incontro, via dei Prefetti, 22, Roma
Fino al 29 maggio
Curatore Folco Terzani
www.fandangoincontro.it

Emanuele Bigi, I clic di Terzaniultima modifica: 2011-03-25T14:37:48+01:00da mangano1
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