Franco Romanò,NORVEGIA E ALTRO: ALCUNI DATI E QUALCHE RIFLESSIONE.

Vi passo queste considerazioni di Franco Romanò sull’attentato in Norvegia
Ciao
 Ennio Abate

 Cari tutti e tutte, alcune riflessioni sugli avvenimenti in Norvegia. Credo che
ci attendano anni molto duri e che sia bene guardarli in faccia al piu´ presto.
Forse e´ il tempo di riprendere un cammino di iniziativa politica anche per ques
to.
Il saggio che vi mando e´ lungo, me  ne rendo conto, ma penso che sia un riflesi
sone necessaria a tutti noi, anche per chi non condividera´ affatto la mia anali
si. La pubblico anche sul mio blog, ma ad alcuni di voi preferisco inviarla anch
e personalmente per il rapporto di discussione e amicizia che ci lega.
Una buona estate nonostante tutto. Franco   Romanò

munch_lassassino_1910.jpg

 

NORVEGIA E ALTRO: ALCUNI DATI E QUALCHE RIFLESSIONE.
 
Nel pensar male si ha spesso ragione, ma in questo caso, come in altri, forse si e´ anche facilitati dalle esperienze pregresse: di attentatori solitari che ammazzano cosi´ tante persone in punti diversi oppure che fanno fuori presidenti degli Usa e presidenti in pectore o altri, come se fosse cosi´ facile superare barriere protettive che in altri momenti invece si rivelano assai ben costruite, questi Nembo Kid che compaiono improvvisamente all´orizzonte hanno ormai una storia assai lunga: da Lee Oswald a Jack Ruby, a Shiran Shiran per citare in piu´ noti; in Italia il famoso anarchico Bertoli, per esempio, che la A di anarchia ce l´aveva scritta sul braccio ma che era stato addestrato dal Mossad.
Certo che con Anders Behring Breivik, un po´ si e´ esagerato. Vediamo un po´ i fatti come ci vengono propinati.
 
Due attentati a distanza di un´ora o poco piu´. Sul primo in centro per almeno ventiquattro ore in realta´ si continua a sapere poco, si parla di sette morti, poi arriva la notizia di una rivendicazione da parte di un gruppo jaahdista, ma in serata arriva la smentita che viene confermata il mattino successivo. 
Sulla strage sull´isola, invece, le notizie sono piu´ certe e immediate, anche se il numero dei morti lo si sa poco per volta. Il mattino successivo si sa che c´e´ un arrestato ma non ancora il nome che esce il pomeriggio insieme alla foto: e´alto biondo nazista e norvegese. Questo determina subito un riposizionamento dei lanci d´agenzia, ma di questo vedremo meglio successivamente. Dopo il nome arriva anche la notizia che l´uomo collabora, cioe´ che racconta alla polizia la sua verita´. A quel punto comincia a trapelare anche qualcosa sugli attentati in centroe la cosa che trapela e´ che l´attentatore dell´isola di Utøya e´ stato visto anche li´. Arriva il 25 luglio la conferma che e´ anche lui l´attentatore del centro di Oslo. Dunque: un uomo solo avrebbe posto gli ordigni nel centro, fatti brillare dopodiche´ in una citta´ che si presume subito dopo in allarme raggiunge in meno di due ore un´altra localita´ vestito da poliziotto e con mitraglietta: dice di essere li´ proprio a seguito degli attentati per ragioni di sicurezza (secondo una fonte), secondo un´altra fonte non meglio precisata dice di essere li´ per indagini. Naturalmente nessuno controlla anche se la notizia degli attentati si e´ gia´ diffusa e lui comincia a sparare, ma viene preso subito: da attentatore piu´ abile di Indiana Jones si trasforma nel giro di pochi istanti in un pollo che viene catturato senza fatica: fra l´altro le modalita´ della sua cattura sono ignote, da nessuna parte c´e´ una ricostruzione di come questo sia avvenuto. La cosa ancor piu´ ridicola pero´ e´ che non e´ chiaro esattamente da dove provengano queste deduzioni perche´ le dichiarazioni ufficiali della polizia fino a tutta la mattinata del 25, sono due ed estremamente sobrie quanto nette: Non e´ un attentato islamico (questa  la prima),  abbiamo un imputato confesso che collabora, questa la seconda. Tutte le altre deduzioni fanno riferimento a fonti non chiare.
Vista la palese difficolta´ di poter far credere a un racconto come questo il pomeriggio del 25 parte un altro lancio (che non viene dalla polizia in prima istanza)  che cerca ridimensionare il suo ruolo in centro: gli ordigni sarebbero stati comandati a distanza quindi lui forse era in centro in altri momenti (si suppone per piazzare gli ordigni, visto che si continua a parlare di un attentatore unico.) Ovviamente la toppa e´ peggiore del buco perche´ rimanendo come unico colpevole avremmo un uomo che entra ed esce da palazzi governativi a piazzare ordigni che poi fa brillare a distanza per poter raggiungere in tempo utile l´isola di Utoya.
Puo´ darsi che tutto cio´ possa esser creduto dai velinisti del maggiori quotidiani e reti televisive ma e´ assai poco credibile e infatti il 25 pomeriggio stesso  cominciamo a uscire anche altre testimoninaze. Sulla prima concordano molti siti diversi: riporto la notizia dalla fonte di seguito.      
 
FONTE IL POST: Molti dei sopravvissuti alla sparatoria di Utøya hanno detto di pensare che le persone a sparare sull’isola fossero due, ma fino a questo momento non si hanno riscontri a questa ipotesi. La polizia ha reso noto anche che la bomba di Oslo è stata azionata a distanza e che sull’isola non era presente esplosivo, al contrario di quanto era emerso inizialmente.
 
Ho scelto tale fonte perche´ mette insieme due notizie importanti: per la prima volta la polizia, infatti, dice ufficialmente che gli ordigni sono stati azionati a distanza: la dichiarazione ufficiale secondo me sottintende che non hanno creduto solo a Breivick, il quale dimostra di avere una sua ricostruzione preparata prima da poter vendere, ma anche altri riscontri oggettivi. Questo rende ancor meno credibile che si tratti di un attentatore solo.
 
Un´altra fonte importante e´ quella che segue:
 
FONTE ANPI SEZIONE CARLO ROSSELLI
 
2083 fuga da Oslo

Difficile credere insomma alla teoria del bombarolo/giustiziere solitario, viste la contemporaneità degli atti, l’elevato numero di morti e le testimonianze rese da alcuni sopravvissuti che hanno esplicitamente parlato di un commando.

Anche altre fonti parlano di commando ma sono in numero minore, rispetto ad altre testimonianze che parlano di due sparatori. Ho citato quella dell´Anpi perche´ riporta altri dati ancora piu´ interessanti per cominciare a formulare qualche ipotesi. La fonte Anpi cosi´ prosegue: preciso che queste due notozie qui riportate sono presenti in molti altri siti e non smentite ne´ smentibili come quelle che si riferiscono a tutti i casi precedenti.

Anche in questo caso, i precedenti sono New York, Londra e Madrid, si sono svolte meno di 48 ore prima (degli attentati, aggiunta mia)  esercitazioni antiterroristiche negli stessi identici luoghi dove poi gli attentati si sarebbero effettivametne verificati.

Tali notizie, riportate come ripeto da molti altri siti e fonti anche assai autorevoli  diventano ancor piu´ inquietanti quando si viene a sapere che nel caso di Oslo, tali esercitazioni sono avvenuto proprio nell´edificio che e poi saltato per aria. Non  mi soffermo piu´ a lungo su questo perche´ sia per quest´ultimo fatto sia per i precedenti citati dalla ofnte Anpi, in rete e nn solo esiste una documentazione talmente vasta che ciascuno dotato della buona volonta´ di farlo, puo´ informarsi ulteriormente con tutti  i controlli incrociati che vuole.  Quello che mi sembra invece ancor piu´ inquietante e´ che su tale enorme notizia nessun giornalista della stampa inglese tanto ammirata e altrettanto sopravvalutata, ma neppure spagnola oppure l´Autorevole le Monde (che va scritto cosi´ perche´ autorevole fa parte del titolo del giornale) hanno sollevato a suo tempo interrogativi e chiesto conferme o spiegazioni in merito: vedremo se in questa circostanza si comperteranno nello stesso modo.

Oggi 26 luglio arriva finalmente una prima rottura importante nel muro di dichiarazioni ufficiali, da parte di un giornalista britannico assai autorevole e difficilmente accusabile di essere un ´complottista´: questa e´ una buona notizia. Riporto il suo intervento qui di seguito e che fra l´altro chiarisce come si sia  arrivati cosi´ facilmente all´arresto di Breivick.

di Paul Joseph Watson – Prison Planet.com

Un giornalista britannico chiede come mai le autorità fossero a conoscenza dell’identità di Breivik in anticipo. Nonostante dai media sia considerata inetta a causa del troppo tempo che le è occorso per raggiungere l’isola di Utøya, è ora emerso che la polizia conosceva il nome del killer Anders Behring Breivik prima ancora che lo arrestasse, un’ammissione sorprendente che ha spinto uno dei principali anchormen del giornalismo televisivo britannico a chiedersi come mai le autorità fossero a conoscenza dell’identità del killer in anticipo.

Durante la sua trasmissione Channel 4 News trasmessa venerdì sera, il conduttore Jon Snow ha chiesto «perché la polizia conosceva il nome del killer nel momento in cui era arrivata sull’isola?», ha riferito il live blog del Telegraph.
«Si è arreso al momento in cui la polizia ha chiamato il suo nome tre minuti dopo essere arrivata. Quel che non sappiamo è come la polizia conoscesse il nome del terrorista, prima che lo arrestasse», ha detto Snow, che è riconosciuto come uno dei più attendibili giornalisti televisivi della Gran Bretagna, e non può essere liquidato come un “teorico della cospirazione”.
Snow ha posto la domanda anche sulla sua pagina ufficiale di Twitter.
Come facessero le autorità a conoscere l’identità del killer prima della sua strage dei giovani norvegesi sull’isola di Utøya, addirittura prima che essa fosse giunta al termine, e mentre la congettura stravincente era ancora incentrata sui terroristi islamici, rimane un mistero, così come la questione del perché la polizia non abbia sparato immediatamente a Breivik.
È anche nettamente in contrasto con il punto di vista dell’«incompetenza» su cui hanno fortissimamente calcato il tasto i media del potere per spiegare perché ci siano voluti oltre 90 minuti per la polizia per raggiungere l’isola, un lasso di tempo che ha contribuito in modo significativo a far sì che Breivik arrivasse al punto di poter rivendicare un numero così elevato di vittime .
Alcuni hanno ipotizzato che Breivik possa avere avuto dei complici, e anche se la polizia ha ignorato la presenza di più sparatori nell’isola, durante la testimonianza sul suo caso in tribunale oggi, Breivik ha ammesso che lui era solo una parte di un’organizzazione che includeva almeno altre due “cellule” che stavano progettando futuri attentati.
«Credo che ci fossero due persone che stavano sparando», ha riferito il sopravvissuto Alexander Stavdal al giornale norvegese VG, mentre altri testimoni oculari hanno riferito di aver sentito colpi di pistola da «due posti diversi sull’isola, contemporaneamente.»
Fonte: http://www.prisonplanet.com/police-knew-gunmans-name-before-arrest.html. Traduzione per Megachip a cura di Elena Tattaboi.
 

Lasciamo per il momento la cronaca die fatti e torniamo alla fonte Anpi e alle riflessioni di seguito qui proposte: non le condivido totalmente nelle deduzioni e diro´ la mia in sede conclusiva, ma mi sembrano importanti.
Nessuno nota la coincidenza degli attacchi, ignorata da quasi tutti i media, con il recente impegno politico norvegese in campo petrolifero, finanziaro e geopolitco (sfruttamento giacimenti dell’artico dopo uno storico accordo con la Federazione Russa, coordata StaatOil/Gazprom nell’acquisto del piu’ grosso giacimento petrolifero irakeno, riconoscimento dell’indipendenza palestinese, sobrieta’ ed etica finanziaria etc). Cosa pensare allora di questi tragici accadimenti, che chiave/i di lettura utilizzare per cercare di diapanare una trama che sempre di piu’ si infittisce? Una prima chiave ce la puo’ fornire il manifesto politico dello stragista: 2083 a European Declaration of Independence.

A parte la solita idiosincrasia nei confronti del marxismo, identificato come la sorgente di tutti i mali, il gia’ visto odio nei confronti dell’islam descritto come una minaccia ed un invasore dell’Europa stupisce la posizione antinazista. I riferimenti culturali piu’ che le Wafen SS sono infatti i Cavalieri Templari, i Crociati e tutti i reggenti che hanno combattuto l’islam e difeso la cristianità, tra cui figura addirittura il transilvano Vlad Tepes l’impalatore, piu’ noto come Dracula. Vengono aggiunti ai valori fondamentali del neonazismo sfumature di cristianesimo combattente ed una strizzatina d’occhio al sionismo, visto come alleato nel fronte comune anti isalmico ed anti marxista. Insomma un ulteriore parto di quell’incubatrice d’odio che e’ la cultura anti-comunista; buttando un occhio sui forum del circuito stormfront e suprematismo bianco in generale, si legge come dopo prime perplessità e diffidenze i piu’ si dichiarino « sedotti » dai discorsi e dalle pratiche di questo contadino norvegese.

Gia’ perche’ la seconda chiave di lettura ce la dà direttamente lui, Anders Brehing Breivik, la sua vita ed il modo in cui ha messo in piedi questa raccapricciante strage. Il piano e’ stato minuziosamente pianificato in 9 anni ed e’ stato praticamente autofinanaziato. É cosi’ che uno studente della Oslo bene, si trasforma in un contadino, all’apparenza pacifico, che grazie alla sua attivita’ riesce a procurarsi soldi e mezzi per fare l’attentato, le bombe sarebbero state preparate con un comune fertilizzante a base di nitrato di ammonio. L’attentato sarebbe nelle intenzioni del terrorista l’apertura di un « fronte » contro l’europa marxista e multiculturale che durera’ circa 70 anni e portera’ all’inesorabile vittoria dei cavalieri templari e giustizieri, all’instaurazione di regimi nazionalisti in tutta europa, alla restaurazione di un monoculturalismo di radice cristiana ed alla cacciata delle orde islamiche. Il terrorismo e’ visto come uno strumento per destare l’opinione pubblica, l’organizzazione decentrata ed a cellule indipendenti ed intecomunicanti, la strategia pianificata secondo obbiettivi finanziari, militari e sensibili. Il tutto messo in piedi con una freddezza, un calcolo, un distacco ed un’abnegazione titaniche. Una terza chiave di lettura ce la dà il paese, magnifico, divenuto teatro di questa tragedia. La Norvegia é una nazione piu’ unica che rara per livelli di civilta’, di educazione, di sobrieta’, di rispetto per la natura, di lungimiranza delle classi politiche indipendentemente dal colore, di trasparenza nella gestione della cosa pubblica, di servizi e di solidarieta’ internazionale ed etica finanziaria. La volontà di essere attore attivo nella scena internazionale non e’ nuova, basti pensare ad esempio agli accordi di Oslo, al riconoscimento della Palestina, alla volontà di chiamarsi fuori dalla guerra in Libia, al fatto di essere spsso una voce « fuori dal coro » all’interno della Nato fino alla capacita’ di stringere accordi con la Fedrazione Russa; cio’ e’ ancora piu’ singolare se si considera che il paese non arriva a 5 milioni di abitanti. Cosa capire da tutto cio’?

Non si tratta del gesto di un pazzo, ma di un vero e proprio atto terroristico. Chiamarlo pazzo non solo é riduttivo ma fuorviante. Quindi un terrorista freddo, determinato, colto, capace di analisi politiche, dalla grande determinazione e vocato al martirio ed al sacrificio.La base ideologica e le parole usate da Anders Brehing Breivik non sono molto diverse da quelle usate a suo tempo dal presidente del Senato Marcello Pera, coautore insieme all’attuale pontefice di un libro proprio sul decadimento dell’occidente a causa della perdita delle radici cristiane. É cosi’ che l’ossessione per l’Islam, il Marxismo culturale, le radici cristiane e la tolleranza zero diventa il let motiv di un’ideologia di difesa e restaurazione di una supposta « purezza ».  Cio’ é sintomatico di come anche la destra istituzionale in europa, nonostante gli sforzi di accreditarsi rispettabile, si sia radicalizzata e polarizzata al suo interno, esprimendo inedite capacita’ di spregiudicatezza culturale e trans-nazionalismodiventando una fucina di idee, malsane, da non sottovalutare. Un fatto direttamente legato alla perdita di egemonia culturale da parte delle elites di sinistra, la cui eredità se la stanno spartendo gli elementi piu’ reazionari e revanscisti della società.
Cosa imparare?

La lezione a posteriori che DOBBIAMO trarre é ben sintetizzata dalla risposta del premier norvegese Jens Stoltemberg:

« Risponderemo con piu’ democrazia e piu’ apertura »

Occorre essere consapevoli che in Europa é in atto una vera e propria offensiva della destra su piu’ piani: politico, economico, culturale e da oggi palesemente terroristico. L’attacco é diretto all’immaginario ed immaginifico quotidiano con il preciso intento di creare quello « stato di assedio » necessario per sospendere le libertà civili, politiche e sindacali procedendo a « passo dell’oca » verso la restaurazione, su basi inedite, di quei funesti regimi che gettarono le loro ombre sull’europa degli anni ’30 e ’40, Bulgaria docet. Occorre alzare la testa, la difesa delle conquiste del secolo scorso deve essere il punto di partenza per una nuova carta di cittadinanza europea che fondi su base internazionale una nuova stagione di diritti civili, politici, del lavoro e di rispetto dell’ambiente. Bisogna insomma costruire un’Europa dei cittadini, trasparente e libera dal gioco imposto da banche e finanza internazionale piu’ attenta agli interessi della cittadinanza che dei grossi gruppi industriali finanziari. I valori fondanti devono essere quelli della tolleranza, della pace, dell’antimilitarismo, della solidarietà, dell’uguaglianza, della laicita’, della razionalita’, dell’etica pubblica e della lotta al primato del patriarcato. Occorre inoltre impegnarsi in prima persona e ritrovare nella ricerca delle affinita’ la costruzione di un’alleanza allargata che pianifichi su basi solide e condivise una strategia per il cambiamento.

Quello che non condivido della fonte Anpi e´ che, pur intuendo benissimo che la Norvegia e´ sotto tiro per una serie di ragioni molto bene elencate (intenzione di Uscire dalla Nato, ritiro delle truppe dalla guerra libica, autonomia economica e sovranita´ monetaria), non tira tutte le conseguenze logiche di questo e alla fine sembra accreditare l´ipotesi che l´unica matrice dell´attentato sia quella neonazista. Ovviamente Breivick e´ neonazista, e´ l´autore di questi attentati, non e´ stato il solo a farlo (questo ormai lo ha dichiarato anche lui alla polizia che esistevano altre due cellule in azione), ma facendo indiscutibilmente il suo gioco e quello dei suoi sodali, non sta facerndo soltanto il suo gioco.

Nella guerra asimmetrica un´azione bellica puo´ non avvenire direttamente ma anche nascondendosi dietro l´azione compiuta da un altro. Durante la strategia della tensione in Italia una parte consistente della destra eversiva, penso´ che fosse necessario allearsi con i servizi segreti per poter fare determinate cose. Non tutti erano d´accordo, per esempio non lo era l´autore della strage di Peteano Vincenzo Vinciguerra, poi ve ne erano altri del tutto inconsapevoli di quella alleanza. Dico tutto questo per dire che Breivick e i suoi potrebbero essere sia consapevoli che facendo il loro gioco sono dentro un gioco piu´ grande, sia inconsapevoli di questo. Non ritengo la minaccia neonazista il fattore piu´ pericoloso e destabilizzante nell´Europa di oggi, pur temendone ovviamente la capacita´ distruttiva e criminale che tale atto dimostra, ma la ritengo politicamente sulbalterna (come sempre perche´ si tratta di una storia vecchia), a un comando che sta altrove e di cui loro sono i feroci soldati di complemento.     

Torniamo allora un po´ indietro e cioe´ a quello che riporta anche il giornalista Jon Snow che ho citato in precedenza. Egli nota una curiosa contraddizione: la polizia norvegese sembra davvero un po´schizofrenica, passando dall´efficienza all´inefficienza in continuazione; fre le righe  ricorda anche che le voci di una presunta inefficienza della polizia norvegese, uscirono quasi in concomitanza. Ecco infatti due lancia di agenzia, con le fonti relative, uscite subito il 23 luglio e poi ripetute per un po´ nei giorni successivi:        

Fonte la voce della russia: Nel contempo, subito dopo il duplice attentato alcune agenzie d’informazione hanno pubblicato i link ai materiali di Wikileaks, secondo cui i diplomatici e i servizi segreti americani piu’ volte avevano ammonito i colleghi norvegesi a rafforzare le misure di sicurezza tenendo conto di eventuali attacchi terroristici. A giudicare da quanto accaduto, la Norvegia non ha mai preso sul serio questi segnali di Washington

Today on Fox News, former Bush administration State Department official Christian Whiton acknowledged that the case in Norway “wasn’t Islamic terrorism,” but he quickly downplayed terrorist acts committed by those such as Breivik, saying it’s the first of its kind since the Oklahoma City bombing in 1995. Whiton then attacked the Norwegians for not being serious about terrorism and claimed that European countries are susceptible to terrorism because they’re “neutral in the war on terror”:

Questa martellante campagna sull´inefficienza e sottovlautazione di possibili attentati, e´ stata durante le prime ore successive all´attentato, addirittura assordante, io cito solo queste due fonti, ma sia sulla televisione tedesca sia in altre dichiarazioni troverete le stesse dichiarazioni, tutte indirizzate a una campagna propagandistica con due scopi evidenti: addossare alla inefficienza della polizia e dei servizi di sicurezza norvegesi la responsabilita´ degli attentati per nascondere altre cose ben piu´ importanti: probabilmente tale strategia propagandstiica failpaio con quella parallela dell´attenttatore pazzo, un cliche´ sempre riciclabile. Fra l´altro il consigliere di Bush che ha rilasciato la dichiarazione a Fox News, viene smentito dal Presidente Obama, il quale nel messaggio di condoglianze inviato al püresdietne norvegese afferma nella parte finale della dichiarazione che riporto qui di seguito in grassetto, di non avere informazioni sulle motivazioni degli attentati.

WASHINGTON, July 22 (Reuters) – U.S. President Barack Obama on Friday extended his “personal condolences” to the people of Norway following the blast and shootings in Oslo, and said he had no information yet on the motives. (Reporting by Laura MacInnis; Editing by Vicki Allen)

Delle due l´una: o l´attuale presidente non e´ informato dai suoi servizi segreti che il governo norvegese era stato avvertito, oppure la campagna sulla inefficienza norvegese serve ad altri scopi. Infatti la dichiarazione chiave di Christian Whiton, e´quella che sottolineo in grassetto piu´ sopra e che riorto tradotta qui di seguito:

Whiton ha poi attaccato i Norvegesi perche´ non prendono seriamente le minacce del terrorismo e si lamenta fortemente del fatto che le nazioni europee sono soggette al terrorismo perche´ sono ´neutrali nella Guerra al terrore.´

Traduco in italiano corrente la dichiarazione di Christian Whiton: europei (la Norvegia e´ la nuora perche´ suocera intenda), se non vi allineate alla strategia americana ci saranno molti attentati dalle vostre parti: le profezie che si auto avverano hanno sempre un´origine assai poco divina.  

 

Franco Romanò,NORVEGIA E ALTRO: ALCUNI DATI E QUALCHE RIFLESSIONE.ultima modifica: 2011-07-29T10:37:39+02:00da mangano1
Reposta per primo quest’articolo