Agnes Heller,«Cari indignados, siate concreti»

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«Cari indignados, siate concreti»
5 novembre 2011  |   Filed under: Cultura,Giornalismo,Headlines,News Categories,Quotidiano Alto Adige  |   Posted by: admin

Agnes Heller all’università di Bolzano (foto Sticcotti)
Agnes Heller: il divario ricchi-poveri è il cancro della nostra economia.

[Questo articolo è apparso giovedì 3 novembre sulle pagine della cultura del quotidiano Alto Adige]

di Luca Sticcotti

Il pubblico delle grandi occasioni ha accolto ieri sera nell’aula magna della Libera Università la filosofa ungherese Agnes Heller, ospite del Centro Pace del Comune di Bolzano e dell’ateneo bolzanino per un incontro pubblico che ha spaziato dalle tematiche care alla filosofa ai più recenti eventi della vita politica, sociale ed economica europea. L’avvio della serata è stato dedicato all’ultimo libro della Heller, che teorizza la “persona buona” come minimo comune denominatore da identificare come riferimento, tanto oggi quanto nel recente passato caratterizzato dai regimi totalitari. La filosofa è partita subito dal nocciolo della questione, spiegando che non vi è contraddizione tra l’esperienza da lei vissuta a contatto con nazismo e comunismo e la scelta di non occuparsi del carattere del “male”. Gettando uno sguardo ad un folto gruppo di indignados altoatesini presenti in sala ha quindi affermato che da giovane si sentiva indignata per il fatto di essere perseguitata, ma poi ha deciso di guardare le cose con uno sguardo diverso ed ha trovato proprio nell’individuazione delle “persone buone” nella società la via per uscire dal suo vicolo cieco. “Nelle memorie dei deportati è evidente il fatto che la loro vita è rimasta appesa ad un filo tenuto proprio da queste persone, spesso anonime, che li hanno aiutati non solo a mantenere viva la speranza ma proprio a restare in vita” ha ricordato, dicendo che anche alle “ignote persone buone” andrebbero dedicati dei monumenti com’è d’uso per i militi ignoti”.
Per rafforzare il suo pensiero la filosofa ha quindi detto che preferisce incontrare persone buone che aderire alla “radicalità”, ritagliandosi in questo modo un ruolo eccentrico nel novero della ricerca filosofica contemporanea. Nel successivo dialogo con Cornelia Dell’Eva della Libera Università e Francesco Comina del Centro Pace Agnes Heller ha quindi identificato nelle ideologie dei totalitarismi le peggiori derive dell’umanità, forti di un meccanismo perverso che porta a confondere il bene e il male, provocando veri e propri deliri dell’irrazionalità. Ad una domanda sui fondamentalismi religiosi la Heller ha poi risposto seccamente, ricordando la loro origine europea, mentre ad un’altra sul fatto che vi siano o meno dei limiti nella distruttività dell’uomo ha invece risposto in maniera provocatoria riconoscendo nella limitatezza intrinseca della vita un vero e proprio salvagente per l’umanità. Il dialogo ha quindi virato sul tema dei bisogni delle persone, un altro classico della ricerca filosofica della Heller. Dopo aver rivendicato per ognuno il diritto di decidere sui propri bisogni la filosofa ungherese ha preso ad occuparsi del tema dell’economia impazzita, parlando in maniera tagliente e categorica. “I bisogni sono in continua evoluzione e quindi la società è perennemente insoddisfatta” ha detto, aggiungendo però che “la situazione attuale è molto grave”, individuando nel divario tra i ricchi e i poveri il problema di fondo e nel meccanismo attuale del mercato una situazione molto simile ad un vero e proprio cancro del sistema economico. “Oggi il mercato finanziario si autoriproduce, creando una ricchezza che non produce nulla e soprattutto nessun posto di lavoro. Si tratta di una ricchezza che la politica ha l’obbligo di ricondurre, riconsiderare e ridistribuire” ha ricordato. Agnes Heller ha concluso il suo incontro pubblico parlando proprio di politica e sviluppando un intenso dialogo con gli “indignados” presenti. “La gente – ha detto – deve sempre porsi l’obiettivo di trasformare la politica. La cosa naturalmente è importante anche se molto difficile nelle dittature, ma anche gli stati democratici si devono trasformare per essere ringiovaniti”. “Per fare ciò” ha ricordato, “ci sono degli strumenti come la democrazia diretta e non bisogna mai mollare. E’ come in un matrimonio: ci si può sempre lavorare sopra e bisogna ricordarsi che senza la democrazia non vi può essere libertà”. Le ultime parole la filosofa le ha quindi dedicate proprio agli indignados, invitandoli a non limitarsi all’indignazione e ad individuare azioni concrete soprattutto per alleviare le sofferenze ed aiutare le principali vittime dell’attuale crisi politico economica.

Agnes Heller,«Cari indignados, siate concreti»ultima modifica: 2011-11-06T14:35:45+01:00da mangano1
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