Lucio Battisti, Giardini di marzo

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il carretto passava e quell’uomo
gridava gelati
al ventuno del mese i nostri soldi
erano gia’ finiti
io pensavo a mia madre
e rivedevo i suoi vestiti
il piu’ bello era nero coi fiori
non ancora appassiti
all’uscita di scuola i ragazzi
vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando
il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar
con la mente e i suoi tarli
e la sera al telefono tu mi chiedevi
perche’ non parli uh uh
che anno e’
che giorno e’
questo e’ il tempo
di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano piu’
e ho nell’anima
in fondo all’anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime
le mie malinconie
l’universo

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Lucio Battisti, Giardini di marzoultima modifica: 2012-03-19T16:40:23+01:00da mangano1
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