Barbara Pagnini,da ” Ho chiuso le porte”

Barbara Pagnini ha pubblicato qualcosa in L’Arte della Meraviglia
   
Barbara Pagnini    10 maggio Unknown.jpeg

Eva adorava le mani di sua madre.
Le guardava di continuo quasi fossero ciò che di più perfetto e femminile esistesse al mondo. La notte riusciva ad addormentarsi solo tenendole strette a sé. Petra rimaneva immobile con la mano tra le sbarre del lettino vicino al suo letto, aspettando che la piccola Eva si addormentasse. Poi piano, piano la sfilava via, il più delle volte inutilmente, perché Eva la riafferrava a sé stringendola al suo cuoricino con tutte e due le manine, costringendo dolcemente la mamma a farla stare quasi tutta la notte in quella posizione.
Petra ed Eva vivevano in simbiosi perfetta. Si svegliavano insieme ed Eva cominciava a seguire la mamma come un ombra silenziosa in tutti i suoi movimenti giornalieri. Quando erano in bagno, Eva osservava la mamma truccarsi, pettinarsi e prepararsi con perfettissima cura e non mancava mai di dirle “come sei bella mamma!” non appena Petra dallo specchio si girava verso la sua piccola, quasi a cercare la sua approvazione.
Petra trattava Eva già da piccolissima come fosse una donna, le parlava di tutto, le svelava i suoi pensieri, i suoi segreti, ed Eva sembrava capire già da subito tutto quello che la madre le diceva. La ascoltava con attenzione, la osservava con attenzione, ne percepiva la vitalità così come la tristezza, l’aggressività così come la dolcezza infinita che sua madre sapeva comunicare a seconda degli umori e la assecondava con una naturalezza quasi incredibile per una bambina. Da subito si comprese un insolito scambio di ruoli. Tanto Petra era capricciosa, tanto Eva era seria e matura, imprevedibile l’una, imperturbabile l’altra, scatenata la madre, posata la figlia, uno strano gioco del destino. Renato ne fu subito cosciente. Erano due facce della stessa medaglia, la testa e la croce, perfettamente unite, un giorno sarebbero state perfettamente divise.
“Stasera vengo a dormire con te, Eva. Ti va? Mi faresti posto nel tuo letto?”
“Si, mamma. E babbo? Poi non si dispiace?”
“E chi se ne importa! Stasera ho voglia di stare tra donne. Si sta così bene tra noi donne, non credi? Non abbiamo bisogno degli uomini, noi. “
“Hai litigato con babbo, vero?” disse quel visino di cinque anni, gli occhi tondi, la fronte leggermente aggrottata, si era seduta in un angolino del suo letto per far posto alla madre e tutta preoccupata le chiedeva cosa stesse succedendo.
Petra incrociò le gambe di fronte a lei e cominciò a parlarle della vita, dell’amore, di quanto nella vita non fosse mai stata capita da nessuno, di tutto quello che le mancava
“Tuo padre è sempre così silenzioso. Io ho bisogno di parlare! Ma lui niente. “Si”, “no”, “forse”, “va bene”, sempre stò “va bene”. “ Come vuoi tu”, “quello che vuoi tu” e poi alla fine fa il cavolo del comodo suo! Mi sono proprio rotta le scatole!”
Poi improvvisamente le veniva da piangere, allora Eva le dava la manina, l’abbracciava e la accarezzava finchè la madre si addormentava. Poi andava a controllare dove fosse il padre. Era seduto sulla poltrona marrone del salone, le mani in mano, il volto triste e sofferente. Quando vide Eva fare capolino dalla porta del corridoio immediatamente Renato le sorrise, come solo lui sapeva fare, allora Eva si precipitava tra le sue braccia ed entrava nel miglior stato di grazia potesse esserci nel suo piccolo mondo. A differenza della madre lei non aveva bisogno di parlare con suo padre per capirlo. Ne sentiva il calore, l’amore, la sicurezza. Rimanevano così abbracciati per minuti, poi si davano la buonanotte sorridendosi con gli occhi e promettendosi in silenzio di mantenere il segreto di quei loro teneri incontri, non si poteva mai sapere la mamma come li avrebbe presi.
da “Ho chiuso le porte” di Barbara Pagnini

Barbara Pagnini,da ” Ho chiuso le porte”ultima modifica: 2012-05-12T13:16:12+02:00da mangano1
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