ROBERTO SANTORO,La marcia su Roma di Beppe Grillo

 ROBERTO SANTORO,La marcia su Roma di Beppe Grillo

Il comico che (non) volle farsi Re
La marcia su Roma di Beppe Grillo

di Roberto Santoro
28 Maggio 2012

Beppe Grillo
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Oggi vuole marciare su Roma, evoca lo “stragismo” in atto per fermarlo, butta nel calderone il giallo di Brindisi, Falcone e Borsellino. Ma la scalata al cielo di Beppe Grillo è iniziata cinque anni fa, l’8 settembre del 2007. La giornata del vaffanculo alla politica che portò in piazza due milioni e mezzo di persone in oltre duecento città italiane.
Il “V-Day”. A Bologna, lo Stephen Colbert genovese era riuscito a radunare moltissimi seguaci. L’atmosfera era plumbea, da pubblica gogna, il comico leggeva sul palco le liste di proscrizione. I nomi dei parlamentari, di destra e di sinistra, indagati, corrotti, condannati, da cacciare subito dal parlamento. La mimica dello Yoghi incazzato con il mondo assetava gli animi  della folla insoddisfatta dalla Cassazione e dai tre gradi di giudizio. Quelli che da tempo avevano rinunciato alle ideologie e al pensiero critico si adagiavano cullati dal fuoco sacro del vendicatore che intende radere al suolo il Palazzo e cambiare la Costituzione.
Durante il “rally” bolognese, Beppe Grillo racconta di una telefonata con Paolo Cirino Pomicino. L’espressione del volto è arcigna, prima sorpresa, poi rattristata, infine disgustata. “Vaffanculo Pomicino”. Il gregge bela, s’indigna, proietta sul mattatore le frustrazioni di una vita intera. Si plaude alla caccia alle streghe, si abbocca facilmente alla vandea della democrazia assembleare, si piomba dalla realtà nel sogno, nascosti dietro il simbolo paranarcoide della “V”. Mobilitarsi, ovvero premere “mi piace” su Facebook per cambiare illusoriamente le cose.
Casaleggio Associati. Negli ultimi anni, la poderosa macchina propagandistica del web ha diffuso il mantra del Capo, mentre colonizzava le nostre vite sperimentando nuove forme di controllo furtivo e “stealthiano” della personalità. Gli influencer, agenti-replicanti della viralità, fanno marketing antipolitico sulle autostrade informatiche.  L’indottrinamento avviene nel Blog, una infrastruttura autistica, emittente sorda, tanto chiusa su se stessa da diventare uno dei primi dieci siti al mondo.
Il colpo di fulmine scatta quando Grillo conosce Gianroberto Casaleggio della Casaleggio Associati, l’agenzia web che gli ha dato nuova fama e lauti dividendi. Il comico che volle farsi Re è un gadget che si autovalorizza. “Chi spera di trovare un blog”, dicono gli autori di Chi ha paura di Beppe Grillo (Selene Edizioni), “in realtà entra in uno splendido negozio con un sistema di vendita che funziona benissimo”. Soprattutto, Casaleggio offre a Beppe il potere di organizzare senza un’organizzazione (smartmob, meetup, eccetera).
“Grillo deve spiegarci ancora quali sono gli affari che intercorrono tra il suo partito e la Casaleggio associati, oscura società di marketing specializzata in Rete”, ha denunciato sabato scorso Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del Pd. Il partito democratico e gli amici di Vasto tremano al pensiero di un altro exploit elettorale del Movimento 5 Stelle. Un italiano su tre simpatizza per i grillini, secondo l’Osservatorio di Mannheimer sul Corriere della Sera. Il 42 per cento dei nostri connazionali colloca il movimento a sinistra (data di rilevazione 23-24 maggio).
Fenomenologia di Grillo. Ma quand’è che il comico brillante, il battutista che metteva alla berlina i politici (“Craxi fa un viaggio in Cina e chiede al presidente: ma se qui siete tutti socialisti, chi ruba?”) diventa l’odierno masaniello che solletica le nicchie più ringhiose del web? C’è un giorno, nella sua vita, in cui il senso delle cose sembra smarrirsi. Lo ricorda bene la rivista americana The New Yorker in un compiaciuto reportage: nel 1981, durante un incidente d’auto, Grillo si mette in salvo saltando fuori dalla macchina che stava guidando, precipitata fuoristrada. Una coppia sposata di amici e il loro giovane figlio perdono la vita. L’accusa è pesante, omicidio colposo (la strada, gelata, non era percorribile). “L’incidente ha cambiato Beppe,” dice Andrea Grillo, “da allora è stato un po’ meno allegro, una persona leggermente cupa” (a slightly darker person).
Forse è quella cesura, quella rottura di senso, ad aver trasformato la sagacia in millenarismo, la comicità in randello, il Grillo Parlante nel Savonarola che fustiga Stet e  Telecom. Si convince di dover parlare all’Umanità, di essere un antidoto, o il viatico, per una “morbida Apocalisse”. Complice Casaleggio, prefigura l’avvento di una “nerdocrazia” dai cupi risvolti nicciani, il Bayreuth wagneriano del web ergo sum. I due sodali hanno un solo credo e la verità in tasca: “ogni cosa cambia in meglio grazie a Internet”.
La teatralità megalomaniaca, il luddismo, la propaganda senza contradditorio, sono il coordinato di questo utopismo tecnologico, ma anche il frutto della degenerazione politica novecentesca. L’arte mesmerica del guitto, piuttosto che testimoniare la sua follia, ne rivela la machiavellica capacità di manipolare quel che resta delle masse. Eugenio Scalfari ha scritto senza remore: “Quando vedo prender corpo un movimento del tipo ‘grillismo’ mi viene la pelle d’oca; ci vedo dietro l’ombra del law & order nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura”.
Una volta Grillo ha detto al Corriere: “La distruzione delle informazioni sarà una delle grandi virtù del futuro. Viva la sana censura”. E a Severgnini: “Bossi sarebbe un magnifico dittatore. Un po’ come me”. Scherzava, dicono, come ha sempre fatto e continuerà a fare. Ma forse è l’ora di chiedersi a chi giova la caciara, se c’è qualche centrale di potere, nazionale e internazionale, che approva il metodo del vaffanculo virtuale ed ha premuto affinché il comico dissotterrasse l’ascia di guerra. Secondo MicroMega, i giganti del web stanno monitorando l’Italia per farne un laboratorio della globocrazia internettiana e hanno puntato su Beppe per riusciri. I grillini come tanti “programmi-sentinella” della polis senza testa? The Matrix has you.

ROBERTO SANTORO,La marcia su Roma di Beppe Grilloultima modifica: 2012-05-29T13:56:54+02:00da mangano1
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