sentieri erranti,Ancora qualche nota su una “storia inquinata”.

MARTEDÌ 30 OTTOBRE 2012

Web intersezioni 77. “Dispositivo 24”. Ancora qualche nota su una “storia inquinata”.

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In questi ultimi periodi mi sto dilungando su un tema, l’aumento delle ore di insegnamento in classe per i docenti della scuola secondaria superiore,  perchè sono convinto che la proposta unilaterale rappresenti qualcosa di più che l’ennesimo atto di governance da parte dell’Impero mondiale dei poteri finanziari.

Il comma 42 della “legge di destabilizzazione” è comprensibile in tutta la sua portata eversiva se letto non soltanto come un provvedimento per “fare cassa” a spese del precariato cognitivo italiano (l’aumento delle ore di insegnamento in classe comporterebbe automaticamente la contrazione delle cattedre che attualmente permettono a migliaia di docenti precari di sopravvivere di anno in anno)- in verità il risparmio, in termini di spesa pubblica, è irrisorio se rapportato ai flussi di denaro che vengono fagocitate dalle diverse caste- ma come un tassello fondamentale di quel dispositivo di governo dei viventi che prevede tra l’altro, in ordine sparso:

– la subordinazione della politica alle esigenze della finanza internazionale
– la costituzione di una nuova soggettività politica: il produttore/consumatore senza oggetto. Si produce e si consuma per mantenere l’ordine discorsivo (lavoro) attraverso il quale si viene costituiti identitariamente.
– l’elaborazione di un unico paradigma discriminante: la quantità (tu quante ore lavori? Dove, come, in quale contesto o condizione sono interrogativi privi di senso)
– la destrutturazione delle conquiste sociali degli ultimi due secoli (in termini di diritti dei lavoratori, servizi essenziali erogati dallo stato, capacità di contrattazione dei doveri della parte più debole del rapporto di lavoro)
– la precarizzazione di massa come mezzo per l’assoggettamento delle fasce di popolazione potenzialmente meno disposte a vendere se stessi oltre alla propria forza lavoro.
– la ridefinizione delle narrazioni attraverso le quali le soggettività comprendono e fanno esperienza della realtà. Quest’ultimo punto è quello oggetto del post e riguarda la svolta discorsiva che ho chiamato “storia inquinata”. Essa è una narrazione non corrispondente allo stato di cose esistenti, ma verosimile, che fa leva sulle dinamiche emotive di massa (parlerei di insipienza collettiva) per imporre una certa visione della realtà. Far credere che gli insegnanti lavorino soltanto 18 ore e che possano usufruire di 3 mesi di ferie in un periodo di bombardamento generalizzato sulla crisi economica in atto è un modo per preparare il terreno per il varo di norme liberticide che a loro volta faranno da battistrada per ulteriori impensabili azioni di sfruttamento.

Fino a che punto siamo disposti ad accettare di essere presi come pupi in quest’opera di pupari?
Fino a che punto possiamo accettare che altri decidano le narrazioni attraverso le quali maturiamo le nostre credenze?

                        
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Traggo da facebook queste interessanti note sul lavoro degli insegnanti. Spero servano alla riflessione.

“Quante ore fa davvero un docente? Un conticino che propongo al ministro Profumo.

Nella scuola italiana, ad una singola disciplina competono in media 3 ore settimanali di lezione, quindi il docente con 18 ore di cattedra ha di solito 6 discipline da insegnare. Ad esempio la cattedra di matematica e fisica allo scientifico comporta tre corsi di fisica e tre di matematica.

1. La grande maggioranza delle discipline richiede lo scritto: tre scritti a quadrimestre, per un totale di 3×6=18 compiti in classe a quadrimestre. Il compito va pensato, scritto, e stampato e gli esercizi verificati: non meno di un’ora di lavoro a compito, per un totale di 18 ore a quadrimestre per la preparazione.
Consideriamo ora un numero di 25 alunni per classe, si avranno 18×25=450 elaborati da correggere a quadrimestre (900 all’anno!). Quanto tempo occorre per correggere un elaborato? Impossibile farlo in meno di un quarto d’ora, fra interpretare il lavoro dello studente, scrivere delle correzioni che siano proficue per il ragazzo, pensare al voto ed al giudizio e riportarlo sul registro. Facciamo il conto in minuti: 450×15=6750minuti = 112 ore.
Quindi considerato che in un quadrimestre ci sono 16 settimane circa, sommando le 18 ore per la preparazione dei compiti abbiamo 112+18=130, cioè 130/16=8 ore a settimana di lavoro a casa dedicato ai compiti in classe.

2. Veniamo alle lezioni. Possiamo stimare che in media due terzi del tempo in classe sia dedicato alla spiegazione ed un terzo alle interrogazioni. Avremo quindi 12 ore di lezioni frontali a settimana da preparare a casa. Quanto tempo occorre? La risposta varia molto a seconda dell’argomento, della materia, dell’anzianità del docente. Una media ragionevole potrebbe essere tre quarti d’ora di preparazione per ognuna delle 12 ore frontale, totale 9 ore a settimana.

3. Veniamo al ricevimento genitori: mediamente un’ora a settimana nella mia scuola, se contiamo anche i due pomeriggi pieni all’anno di quattro ore ciascuno.
Poi ci sono le ore da dedicare ai consigli di classe, ai collegi docenti, le riunioni dei dipartimenti, tempi quantificati dal contratto: sono 80 ore in tutto, vale a dire se dividiamo per i mesi dell’anno scolastico sono 10 al mese, cioè 2 a settimana o poco più;.

E’ il momento delle somme. Ore settimanali:18 frontali + 8 compiti in classe + 9 preparazione + 1 ricevimento + 2 riunioni = 38 ore a settimana

Un docente con una classe di 25 alunni lavora 38 ore a settimana ed è pagato 1300 euro al mese.

Chiaramente è una stima per difetto perché lascia fuori cento altre cose: gli scrutini(tre all’anno, esclusi dalle 80 ore di cui prima), le ore di buco che comunque vincolano a scuola, i 5 minuti prima dell’inizio della lezione in cui dev’essere in classe (moltiplicate per 200 giorni), il lavoro per scrivere i pagellini e scrivere le pagelle con le medie, scrivere i verbali delle riunioni, scrivere la programmazione ad inizio anno, scrivere il programma svolto a fine anno, scrivere le relazioni (una per classe e per materia), scrivere le relazioni per gli alunni che hanno i corsi di recupero, preparare e correggere i test per i corsi di recupero (sia primo che secondo quadrimestre), scrivere il documento della quinta classe per l’esame, scrivere i giudizi, uno per alunno, in quinta classe, correggere i test Invalsi, essere convocati dal preside, preparare e correggere i test d’ingresso per le classi prime e terze, e se si hanno alunni portatori di handicap o con Dsa, viene richiesto lavoro aggiuntivo per elaborare piani di studio personalizzati e riunioni del Glh.

Ed ancora: scrivere le presentazioni per gli alunni che vanno all’Università all’estero, fare gli esami agli alunni che sono tornati da un anno all’estero (con preparazione di altri scritti e relativa correzione), esaminare gli alunni che hanno chiesto trasferimento da un’altra classe o da un altro corso di studi, riunirsi per decidere di questi trasferimenti, incontrare fuori orario gli alunni di quinta per aiutarli a preparare la tesina per l’esame di stato, tenere aggiornato il registro personale, trascrivere le assenze degli alunni nei registri generali da usare in sede di scrutinio, preparare le esperienze di laboratorio e correggerle; e la lista, come ben sa ogni collega, è ancora molto lunga.”

Non mi nascondo che nullafacenti e assenteisti esistono ovunque e dunque anche tra gli insegnanti, ma la maggioranza si dedica con professionalità, per non dire dedizione, al proprio mestiere. Come dice il proverbio, però: “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”.

sentieri erranti,Ancora qualche nota su una “storia inquinata”.ultima modifica: 2012-11-01T15:26:52+01:00da mangano1
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