Marco Aime, Fantocci, falò e streghe: l’altra faccia del Natale

Fantocci, falò e streghe: l’altra faccia di Natale

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Un libro affascinante da leggere (o regalare) in questi giorni

Marco Aime

Fantocci, falò e streghe: l’altra faccia del Natale

Ambiguità. È questa la parola che sembra attraversare il viaggio di Baldini e Bellosi nel folclore italiano legato alle feste. Sì, perché di un viaggio si tratta, di una sorta di carrellata che, partendo dal Natale, ripercorre, non senza alcuni parallelismi un po’ azzardati, usanze e tradizioni rituali, che segnano il nostro paese, nei momenti delle grandi feste, come l’Epifania, il Capodanno e altre ricorrenze. Con una sorta di andamento pendolare, molte di queste festività affondano le loro radici più antiche in tradizioni pagane, successivamente riprese, rimodellate e rivitalizzate dalla religione cristiana, per poi cadere in nuove forme di paganesimo del consumo, come sempre più spesso accade oggi.

Lo scopo che gli autori si pongono è di rivelare come dietro alle luci colorate, agli addobbi festosi, ai canti e ai tanti richiami alle buone azioni che accompagnano il Natale, ci sia un lato che loro definiscono oscuro, un legame sotteso con usanze e retaggi delle forme religiose più arcaiche, che hanno poi dato vita a sincretismi e stratificazioni, dai quali nascerebbero le attuali forme della festa.

Si parte con una lettura storica del calendario e delle diverse concezioni del tempo, per poi passare alla descrizione delle molteplici coreografie in cui si declinano le feste popolari legate a eventi particolari. Qui inizia un ricchissimo e dettagliato percorso tra riti del fuoco, metafore della vita e della rinascita legate alla terra, culto dei morti nelle figure in cui si manifestano nelle diverse regioni d’Italia. Immagini di fantocci bruciati, per cacciare l’inverno, di falò per illuminare le tenebre, di processioni di defunti che ritornano tra i vivi. Si tratta di descrizioni etnograficamente molto dettagliate, anche se l’approccio antropologico è un po’ troppo “folcloristico” e talvolta datato. È innegabile che molte ritualità affondino le loro radici in un passato lontano e che in molti casi ci siano state delle continuità, ma è altrettanto vero che ogni comunità culturale esprime innovazioni, manifesta una creatività che si può tradurre anche in innovazione e in rottura.

La nota interessante è il tentativo di riconfigurare le festività tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, in una dimensione più vera e popolare, che va al di là della dimensione religiosa istituzionalizzata della festa, che sembra esprimere solo note positive, e che si manifesta, invece, anche in modo più inquietante, grazie alla presenza di figure ambigue, misteriose, anche temibili, come le streghe. Figure con cui, nella vecchia tradizione popolare, si conviveva, come si convive con il male, anche se si cerca di perseguire il bene. Una festa, quindi, meno «finta», meno edulcorata e più radicata nella realtà, che, come si sa, è sempre ambigua.

(Da: La Stampa TuttoLibri del  22  dicembre 2012)

E. Baldini G. Bellosi
Tenebroso Natale. Il lato oscuro della Grande Festa
Laterza, 2012
€ 16

Marco Aime, Fantocci, falò e streghe: l’altra faccia del Nataleultima modifica: 2013-01-03T15:20:43+01:00da mangano1
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