GIOVEDI 14 FEBBRAIO, san Valentino, a SpazioStudio presenteremo il libro di Francesco Roat: Robert Walser. La pienezza del vuoto.
Dialogherà con l’autore, un caro Amico di SpazioStudio: Gianni Vacchelli ; Patrizia Gioia condurrà l’incontro . Se ancora non conoscete Robert Walser, uno di quei pellegrini “suchende” come il Siddharta di Hermann Hesse e di Hesse contemporaneo ( 1878-1956), venite ad incontrarne la sua storia. Walser è uno dei più grandi autori svizzeri del Novecento e una delle voci maggiori della narrativa tedesca del secolo scorso. Kafka, Musil, Canetti, Benjamin, lo stesso Hesse, fra i tanti altri, dichiararono da subito la loro ammirazione per Walser, ma egli non conobbe in vita gran fortuna, e non solo editoriale. Come scrive Claudio Magris: appartiene a quella generazione di scrittori nella quale si compie, con risultati di altissima poesia, la fondamentale rivoluzione della letteratura moderna, ossia la disarticolazione della totalità e del grande stile classico”. Ma, a mio avviso, è la sua vita il suo più grande romanzo, una storia che si racconta smarrendosi per le vie di un’erranza senza stelle fisse all’orizzonte, ma ubbidiente, come ogni vero “suchende” al proprio destino, un abbandonarsi al Re, senza mai divenirne suddito. Fu trovato tra la neve da due bambini nella notte di Natale. Aveva seguito la sua stella e, con lei tornò tra le stelle. ( Patrizia Gioia)
I libri erano già tutti scritti.
Ogni azione sembrava già compiuta.
Ogni cosa dai suoi begli occhi veduta
nasceva da fatiche precedenti.
Le case, i ponti e la ferrovia
Eran certo notevoli scoperte.
Lui pensava all’impavido Laerte,
a Lohengrin e al suo cigno cos’ mite,
ed ogni cosa grande era ormai fatta,
nata in un lontanissimo passato.
Fu visto cavalcare a perdifiato.
La vita stava a riva come una chiatta
Che non sa più cullarsi, scivolare.
Robert Walser (1878 – 1956) Contemplazione