d’you remember cobRas-antimercato?

Da: “fm7_2012@libero.it” <fm7_2012@libero.it>

Oggetto: d’you remember cobRas-antimercato?

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Il testo del messaggio:

 D’you remember cobRas-antimercato?

Car* compagn* buone nuove…

vi alleghiamo il testo -datato 13 dicembre, ma pervenutoci solo da pochi giorni- che ci annuncia l’archiviazione della pratica istruita contro la nostra azione antimercato dell’11 febbraio (2012): archiviata dunque la sanzione di 213 euro e, perciò, decaduta anche quella di 1.644,24.
«Archiviazione verbali in autotutela» recita il testo: come dire che l’Amministrazione ha preferito non incorrere in un’eventuale causa intentata contro di essa…
Del resto, fin dal giugno scorso, avevamo già sentito affermare, da qualche esponente dell’Amministrazione, che “1600 euro non ci stanno…”, o che “si deve considerare pure il rischio di una causa civile intentata contro il Comune…”, o che nell’acquiescenza al direttore della Esselunga da parte della pattuglia di Polizia Locale potrebbe configurarsi uno “sviamento di potere”…
Ben venga dunque questa notizia che diamo volentieri a quanti hanno sostenuto, in varie forme, la nostra azione.
Una nota è però di dovere: se la questione amministrativa delle sanzioni è andata a buon fine (con tanto di motivazioni…), non può dirsi altrettanto dell’opzione politica del Sindaco: ripetutamente richiesto di prendere pubblica posizione su quei fatti, ha tuttavia preferito non farlo.
Bon, non sorprende, ma è meglio ricordarlo.

Potremmo concluderla qui, con l’atto dovuto di informazione sugli esiti di quell’11 febbraio.
Tuttavia, poiché la forma <non casuale> che assunse, in quell’occasione, la nostra espressione di solidarietà agli immigrati di Pioltello conteneva, in realtà, un’allusione -non più di questo, ma questo concedetecelo- più ’alta’, apertamente provocatoria, non a caso definita, seppure con evidenti limiti, di ’antimercato’, vorremmo si ragionasse su questo, cioè sulla ’crisi’…, su fatti che accadono con crescente quotidianità e sulle possibilità che si hanno di agire su di essi.

In altri termini, se si è d’accordo sul fatto che ciò che chiamano ’crisi’ è in realtà una ’guerra sociale’ condotta contro gli strati sociali più poveri e disagiati della società, è o no di qualche utilità prestare attenzione a fatti solo apparentemente marginali che questa guerra produce? Ed è pensabile, di conseguenza, mettere in moto intenzioni, pratiche, azioni, costituire messaggi che contengano, come, ad esempio, nel caso dell’opposizione agli sfratti, germi d’una messa in discussione diretta delle «ragioni» del mercato, del consumo, o magari del ciclo dei rifiuti alimentari…?…

Prendiamo dalle cronache milanesi un esempio:
E’ SUCCESSO A MILANO….storia di ordinaria disperazione.
Angela una donna di 76 anni come tutte le mattine si reca al supermercato “Pam di via Archimede Milano”; tira fuori gli occhiali per controllare i prezzi con cura meticolosa; scarta il prosciutto crudo e il cotto, scarta i salumi, scarta la mozzarella, tutto costa troppo, deve fare una scelta… Sceglie quella con il costo più basso, la infila nel carrello dove ci sono già una scatoletta di tonno e del pan carré. La Signora Angela, si reca verso la corsia dei formaggi, con le dita sfiora il parmigiano, fruga tra i pacchetti alla ricerca di quello meno voluminoso, legge accuratamente ogni prezzo, e poi lo ripone come se avesse un ripensamento sulla scelta. In verità la Signora Angela non ha abbastanza soldi per comprare il formaggio, decide di andare via, ma é un attimo, vede una scatoletta di Tic Tac alla menta abbandonata vicino al banco frigo, la mano scivola verso la casacca e sospinge la piccola scatolina di Tic Tac nella sua borsa. Lei non lo sa, ma la scena viene vista dal direttore del supermercato: «Signora, Signora mi scusi può mostrarmi la sua borsa?» Pochi euro, appena tre prodotti. «Un controllo di rito, dice con un sorriso la guardia, mi segua di là»… Il locale dove si confessano queste minuscole vergogne è un ufficio: lei da una parte, l’anziana dall’altra. «Forse ha dimenticato qualcosa – dice il direttore – sa, a volte capita…» Lei abbassa gli occhi, è rossa in volto, si vergogna, trema… La signora Angela: “É la prima volta, mi creda non sono una ladra; ho lavorato una vita facendo sacrifici per far crescere i miei figli, ed oggi mi trovo qui a rubare una scatoletta di Tic Tac, mi vergogno molto”. La scatoletta di Tic Tac alla menta finisce sulla scrivania: il prezzo é € 0.75 centesimi. Nonostante questo, il direttore di nome Valerio non ha voluto sentire ragioni, ed ha seguito rigidamente il protocollo chiamando la Polizia per denunciare la donna. Arriva la Polizia, dalla macchina scendono 2 agenti di nome Arturo Scongiu e Francesco Console. Racconta Arturo Scongiu uno dei due agenti: «quella vecchina indifesa che si scusava e diceva piangendo di non avere i soldi per pagare le mentine tremava come una foglia, ho capito subito che si trattava di una persona che fa fatica ad arrivare alla fine della prima settimana del mese. Le ho chiesto quanto pigliasse di pensione; lei, nascondendosi dietro il mio collega, mi ha risposto 320 euro. Mi ha fatto pena, ho immaginato mia nonna che non ho più, ho aperto il portafoglio e pagato le mentine al direttore». E il direttore del Pam? «L’ho chiamato in disparte, c’era tanta gente attorno. Gli ho detto due paroline. A questo punto (eravamo tornati davanti al supermercato) dalle persone che si erano raccolte attorno a noi si è levato un applauso spontaneo, pensa che un signore mi è venuto vicino e mi ha chiesto di poter pagare lui la spesa che la signora Angela aveva fatto: una scatoletta di tonno e del pan carrè». Il gesto di questa donna di Milano è solo il simbolo di una parte dell’Italia che è ridotta veramente in situazioni economiche drammatiche, in totale dissonanza con il denaro pubblico sprecato e male usato, denaro pubblico che potrebbe essere messo a disposizione di quelle povere persone che non hanno cosa mangiare all’ora dei pasti.
FONTI NOTIZIA: Corriere della Sera, Tgcom24, Oggi e molti altri.

Dettagli? Forse, ma di quelli che svelano realtà sempre più diffuse…
Chiediamo: meglio lasciare alla caritatevole, quanto inusuale, comprensione avuta da quei poliziotti gli esiti di fatti riguardanti le certo numerose signore Angela, o piuttosto agire, magari con analoga pietas, ma col  tentativo, certo contrario a quelle intenzioni, di far diventare il fatto in sé un fatto sociale, conflittuale, non relegabile a bonaria concessione di chi detiene il capestro?
Come minimo, di fronte a fatti del genere, viene voglia, sempre dando ampia diffusione della notizia, che so, di mettersi a distribuire tic-tac su tutto il quartiere, di ripetere esperienze e forme di micro-sabotaggio quali il riempimento all’inverosimile, e a più riprese, di carrelli poi lasciati nel più completo abbandono, di innalzare un fantoccio di carta con le sembianze del direttore e farne falò all’ingresso del supermercato,  di……
Tutto ciò magari preparando il terreno per… <tracce> …  organizzare picchetti alla chiusura di supermercati, ristoranti, pasticcerie etc. ed esigere che ciò che pensano di buttare venga distribuito, col vantaggio sociale di alleggerire il carico mostruoso di rifiuti col relativo ciclo… organizzare una sorta di “anagrafe” dei soggetti più interessati perché ne possano essere partecipi… E anche…, sul piano dell’assistenza sanitaria,  fare “anagrafe” e “cortei interni” ai territori metropolitani  per rendere facoltà reale il <diritto> (?) all’assistenza medica d’urgenza per chicchessia, anche immigrati «clandestini»………

Provare a pensare in questa direzione. Del resto, basta con l’opporre parti ed epifenomeni a tutto e radici, o — al contrario — inattingibile complessità sempre sfuggente ad ogni ‘presa’ d’intelligenza critica e attiva, a qualche modestissimo ‘gesto’, atto di parola e d’altro!
In spazi che possono aprirsi inserire elementi di autodeterminazione, presa in carico, in comune, in comunanza di singolarità, anche degli aspetti della vita materiale. Dire “we want bread and roses too”…

                                                                        ***

C’è un tempo per la merce e un tempo per il dono
C’è un tempo per il bisogno e un tempo per il desiderio
C’è un tempo per il profitto e un tempo per l’uso
Uno per il denaro e uno per il bene
Un tempo per il sì e uno per il no
Un tempo per il prezzo e un tempo per il baratto
Un tempo per la merce un tempo per l’umano
Un tempo per il mercato un tempo per l’antimercato
Un tempo per ieri un tempo per oggi

Milano, 6 febbraio 2013
In allegato anche un promemoria del maggio scorso

…ieri ad Atene, dove un gruppo di agricoltori ha iniziato a distribuire frutta e verdura gratuitamente davanti al ministero dell’Agricoltura: 50 tonnellate di alimenti distribuiti in meno di tre ore…

http://baruda.net/2013/02/08/grecia-se-secondo-voi-e-normale-tutto-cio/

d’you remember cobRas-antimercato?ultima modifica: 2013-02-09T16:44:34+01:00da mangano1
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