Houellebecq, Jacques Prevèrt è un coglione

dal CORRIERE DELLA SERA, 1 SETTEMBRE 2008

1036832073.jpgHouellebecq: Jacques Prévert è un coglione

Jacques Prévert è qualcuno di cui si imparano le poesie a scuola. Ne risulta che amava i fiori, gli uccelli, i quartieri della vecchia Parigi ecc. Gli pareva che l’amore sbocciasse in un’atmosfera di libertà; più generalmente, era piuttosto per la libertà. Portava un berretto e fumava delle Gauloises; lo si confonde talvolta con Jean Gabin; del resto è stato lui a scrivere la sceneggiatura di Porto delle nebbie, di Mentre Parigi dorme ecc. Ha scritto anche la sceneggiatura di Amanti perduti, considerato il suo capolavoro. Molte buone ragioni per detestare Jacques Prévert, soprattutto se si leggono le sceneggiature mai girate che Antonin Artaud scriveva alla stessa epoca. È desolante constatare che il ripugnante realismo poetico, di cui Prévert fu l’artefice principale, continua a fare danni e che si pensa di fare un complimento a Léos Carax accostandolo a lui (nello stesso modo, Rohmer sarebbe probabilmente un nuovo Guitry ecc.). Il cinema francese, in realtà, non si è mai ripreso dall’avvento del sonoro; finirà col creparne e non è un gran male. Nel dopoguerra, circa alla stessa epoca di Jean-Paul Sartre, Jacques Prévert ha riscosso un successo enorme; si è colpiti dall’ottimismo di quella generazione. Oggi il pensatore più influente sarebbe piuttosto Cioran. All’epoca si ascoltavano Vian, Brassens… Innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine, baby boom, costruzione massiccia di case popolari per alloggiare tutta quella gente. Molto ottimismo, molta fiducia nel futuro e un po’ di stupidità. Certamente siamo diventati molto più intelligenti. Con gli intellettuali, Prévert ha avuto meno fortuna. È sfuggito dunque essenzialmente alle tesi di dottorato. Oggi, tuttavia, entra nella Pléiade, il che costituisce una seconda morte. La sua opera è lì, completa e fissa. È un’eccellente occasione di interrogarsi: perché la poesia di Jacques Prévert è così mediocre che si prova talvolta una sorta di vergogna a leggerla? La spiegazione classica (perché la sua scrittura «manca di rigore») è completamente sbagliata; attraverso i suoi giochi di parole, il suo ritmo leggero e limpido, Prévert esprime in realtà perfettamente la sua concezione del mondo. La forma è coerente con la sostanza, il che è proprio il massimo che si possa esigere da una forma. Del resto, quando un poeta si immerge a tal punto nella vita, nella vita reale della sua epoca, sarebbe fargli torto giudicarlo secondo criterimeramente stilistici. Se Prévert scrive, significa che ha qualcosa da dire; torna tutto a suo onore. Purtroppo, ciò che ha da dire è di una stupidità senza limiti, talvolta nauseante. Ci sono belle ragazze nude, borghesi che sanguinano come porci quando li sgozzano. Storia vecchia; si può preferire Baudelaire. L’intelligenza non aiuta affatto a scrivere belle poesie; essa può tuttavia evitare di scriverne di brutte. Se Jacques Prévert è un cattivo poeta è soprattutto perché la sua visione del mondo è piatta, superficiale e falsa. Era già falsa ai suoi tempi; oggi la sua nullità appare lampante, al punto che l’intera opera sembra lo sviluppo di un gigantesco luogo comune. Sul piano filosofico e politico, Jacques Prévert è innanzitutto un libertario; cioè, fondamentalmente, un imbecille .

Houellebecq, Jacques Prevèrt è un coglioneultima modifica: 2008-09-01T17:27:00+02:00da mangano1
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