Walter Vecellio: Antonio Socci, Vasco Rossi, Bento Spinoza

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da NOTIZIE RADICALI 717

Piccole cose, si dirà. Ma a volte sono le apparenti piccole cose quelle che un po’ riconciliano con quel che ci circonda e tocca patire. Il 3 giugno scorso “Libero” ha pubblicato un e8db09e5762edcd3e3519c04e781fa2a.jpgcommento di Antonio Socci che ironizzava con Vasco Rossi: “colpevole” di aver citato, in apertura del suo concerto a Roma, Bento Spinoza. Una citazione contro il potere che Socci non ha gradito.
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Risponde “Blasco”: “Socci Antonio è una specie di integralista religioso toscano, che qualche tempo fa conduceva un programma televisivo che definire fazioso è dire poco. La cosa che colpiva di più era la sua arroganza. b3993a02da5b7972062fa136860ba12e.jpg
Quella che solitamente contraddistingue “coloro i quali sono convinti di essere i depositari della Verità”. Ho letto il suo articoletto dove si prendeva gioco di me e della frase di Spinoza che ho detto prima del concerto: “Chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza”. Tra le altre stupidaggini sul mio conto, metteva in dubbio il fatto che io abbia letto la sua Opera…visto e considerato che secondo lui sono un analfabeta. Ora io non sono certo un professore di filosofia ma vorrei segnalare all’intellettuale Socci che Spinosa sosteneva questo concetto precisamente nel “Trattato Teologico-Politico”. E sempre nello stesso dichiarava testualmente: “Le passioni triste sono necessarie, provocare passioni tristi è essenziale all’esercizio del potere”. Sottolineava inoltre “come ci sia un legame profondo tra il despota e il prete, poiché entrambi hanno bisogno che le persone assoggettate siano tristi”. Noi “musicanti” invece, con la nostra musica, portiamo un po’ di “gioia”. Forse è proprio questo che dà fastidio al caro Socci e a tutti quelli come lui”.
Chapeau! Socci ha trovato il giusto pane per i suoi denti. Il “Trattato ideologico-Politico” venne pubblicato nel 1670, anonimo; una “cautela” che tuttavia non evitò a Spinoza5c7cc1b50feefde0d801bdae4b3a8d38.jpg fastidi e attacchi da parte dei calvinisti: nella sua parte politica teorizza e sostiene la politica borghese dei fratelli Johan e Cornelis de Witt, esponenti di quei circoli liberali al potere in Olanda in quegli anni; nella sua parte teologica è una radicale critica alla religione. Il furore e
il fastidio dell'”integralista religioso toscano” si possono dunque capire.

Auto-iscritti al club degli “analfabeti”, ci si concede il lusso di regalare “all’integralista religioso toscano” qualche altra riflessione spinoziana, che gli si adattano come un vestito modellato da Caraceni: “Quando la mente immagina la sua impotenza, per ciò stesso si rattrista”. Sempre sull'”Etica” (“Origine e natura degli affetti”), ci s’imbatte in “L’umiltà è tristezza sorta dal
fatto che l’uomo contempla la sua impotenza o debolezza”; e più avanti (“La schiavitù umana, ossia le forze degli affetti”): “L’umiltà non è virtù, ossia non sorge dalla ragione. L’umiltà è la tristezza che sorge dal fatto che l’uomo contempla la sua impotenza…Perciò l’umiltà, vale a dire la tristezza dovuta al fatto che l’uomo contempla la sua impotenza, non nasce dalla vera
contemplazione o ragione, né è virtù, ma passione”.
E’ indubitabile, insomma, che “l’integralista religioso-toscano” sia molto passionale; e triste.

Walter Vecellio: Antonio Socci, Vasco Rossi, Bento Spinozaultima modifica: 2008-06-07T00:15:00+02:00da mangano1
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