Jack Hirschman: The children/I bambini

> THE CHILDREN I BAMBINI
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> allover will remember per sempre ricorderemo
> their legs their arms, l e loro gambe le loro braccia,
> the amputated spaces gli spazi mutilati
> will be Nothing branded saranno il Nulla marchiato
> into their little souls, nelle loro piccole anime,
> never to forget, Israel, per non dimenticare mai, Israele,
> you shattered their vessels che ne hai frantumato il tabernacolo
> with your gunfire, shit on con il fuoco delle tue armi, hai cagato sulla
> the word, said fuck you parola, hai mandato affanculo
> to the fetus in the womb. il feto nel grembo.
>
> You not they pissed on Non loro ma tu hai pisciato sullo
> your own wholly unholy sconciato sacrilegio del tuo
> tetragramaton, its letters tetragramma, quattro lettere
> a fraud and a fake. di truffa e di inganno.
> I wish I could feed you Vorrei poterti ingozzare
> hand grenades in your mug, con le tue bombe a mano,
> I want to stuff dead children voglio rimpinzare di bimbi morti
> into your eyes, lovers of learning quei tuoi occhi, che amano tanto imparare
> lies . menzogne.
>
> May selah be broken Possa il selah spezzarsi
> in your mouth, may amen fra le tue labbra, e che mai
> never find chapter and verse, capitolo o versetto trovi per te un amen,
> may your food turn into possa il tuo cibo trasformarsi
> the gangrenous limbs of the negli arti cancrenosi dei
> children you’ve felled, bambini che hai abbattuto e macellato,
> those little trees of sparks. quegli arboscelli sfavillanti.
> You’ve killed David over Tu hai assassinato Davide una volta
> and over, you star of death. e una volta ancora, tu stella della morte.
>
> O aliyah, how low! O aliyah, come si caduto in basso!
>
> O victory of defeat! O vittoria della sconfitta!
>
> O stones growing in O pietre che crescono fiorendo
> the clenches of fists nel cavo di pugni
> enraged, inferociti,
>
> against you , contro di te,
> you rattler of bones! sonaglio di ossa!
>
>
> —Jack Hirschman traduzione di Deborah Strozier e Giulio Stocchi
>

JACK HIRSCHMAN

Jack Hirschman è nato il 13 dicembre 1933 a New York nel Bronx, figlio di
Stephen Dannemark Hirschman e Nellie Keller. Mentre frequentava ancora il
liceo, comincia a scrivere come reporter per il Bronx Times e il Bronx
Press-Review. Tra il 1951 e il 1959 completa gli studi al City College di New
York e alla Indian University (con una tesi su Joyce).
Nel 1953 Hirschman invia alcuni suoi racconti a Ernest Hemingway, che vive
a Finca Vija a Cuba. Hemingway gli risponde incoraggiandolo a continuare a
scrivere e gli suggerisce di leggere Stephen Crane, Guy de Maupassant,
Ambrose Bierce, Gustave Flaubert e il primo Tomas Mann. Anni dopo, in
seguito alla morte di Hemingway la Associated Press ne diffonde la lettera
che viene pubblicata sui giornali di tutto il paese compreso il New York
Times, come “Lettera a un giovane scrittore”.
Nel 1954 sposa Ruth Epstein una compagna di classe del City College, dalla
quale ha due figli, David nel 1956 e Celia nel 1958 e dalla quale si separa
nel 1972 e divorzia nel 1974.
Professore di inglese alla UCLA di Los Angeles dal 1961 al 1966 ha fra i suoi
studenti Gary Gach, Steven Kesslerm, Max Schwartz e Jim Morrison. Fra il
1964 e il 1965 grazie a una borsa di studio della UCLA fa il suo primo viaggio
in Europa nel quale visita Parigi, la Grecia e l’Inghilterra dove Asa
Benveniste, della Trigram Press pubblica Yod. È l’inizio della tendenza
cabalistica nel lavoro di Hirschman che riapparirà nelle decadi successive.
La guerra del Vietnam comincia nel 1965 mentre Hirschman è in Europa.
Tornato negli Stati Uniti riprende l’insegnamento alla UCLA e dà vita ad una
serie di proteste e manifestazioni contro la guerra. Fra le altre cose comincia
ad attribuire la “A” (corrispondente al voto più alto) a tutti gli studenti
passibili
di arruolamento per aiutarli a sfuggire alla guerra. Per questa attività
definita
“contro lo Stato” viene licenziato dalla UCLA nel 1966.
Rimane in California stabilendosi a Venice dal 1967 al 1970 dedicando tutto
il suo tempo a scrivere, tradurre e dipingere. Inizia una collaborazione con
David Meltzer che pubblica nella rivista Tree diverse sue traduzioni
cabalistiche.
Nel 1972 traduce e pubblica Un Arc-en-ciel pour l’Occident chrétien di René
Depestre. L’opera dello scrittore haitiano lo conduce definitivamente al
marxismo.
Negli anni 1972-1980, quando ormai vive a North Beach, San Francisco,
continua a scrivere e tradurre poesia contemporanea, impara il russo e –
dopo un anno di traduzioni quotidiane – prende a scrivere poesie in quella
lingua. Questa esperienza prosegue fino al 1987.
Dal 1980 si unisce al Communist Labor Party e lavora come attivista culturale
con un gruppo di poeti fra cui Luis Rodriguez, Michael Warr, Kimiko Hahn,
Sarah Menefee, Bruno Gullì, fino al volontario scioglimento del gruppo nel
1992.
Dopo un periodo di transizione, nel 1994, diventa membro della League of
Revolutionaries for a New America e contribuisce al suo giornale “People’s
Tribune”.
Durante gli anni `80, dirige Compages, una rivista internazionale di
traduzione di poesia rivoluzionaria. Poeti di tutto il mondo vengono tradotti in
americano da un gruppo di poeti e traduttori, e poeti americani vengono a
loro volta tradotti in altre lingue. La rivista viene spedita in 50 paesi a
gruppi
rivoluzionari e ad organizzazioni culturali. In quel periodo Hirschman
pubblica l’unica antologia di poesia albanese degli anni comunisti che sia
mai stata pubblicata negli Stati Uniti, Jabishak.

È stato in contatto fin dalla metà degli anni ’50 con i poeti della
beat-generation (alla quale è stato a volte associato) dai quali però si
differenzia subito proprio per le sue posizioni politiche. Pur amico di Allen
Ginsberg, Gregory Corso, Bob Kaufman e di tutti gli altri poeti beat, dissente
da quella che ritiene una rivoluzione “borghese”, fatta di droghe e misticismo
orientale, mentre si sente più vicino politicamente e culturalmente ai
movimenti radicali afroamericani (Black Panther Party e tra i poeti Amiri
Baraka).

Nel 1972 Hirschman comincia a scrivere i suoi poemi lunghi che chiama
Arcanes. Negli ultimi 32 anni ne ha scritti 119 per lo più inediti. Negli ultimi
anni alcuni di essi sono stati pubblicati dalla rivista Left Curve edita e
diretta
da Csaba Polony. Hirschman descrive gli Arcanes come la trasformazione
dialettica materialistica di materiali spesso alchemici o mistici. Essi si
sforzano di portare avanti il significato spirituale del pensiero e del
sentimento dialettico in un senso personale e politico.
Gli Arcani, anche quando toccano temi personali (come nell’Arcano per suo
figlio David, morto a 25 anni per un linfoma nel 1982), hanno sempre a che
fare con le trasformazioni politiche e sociali. Negli ultimi anni il suo impegno
ci ha dato opere di struttura e coscienza politica e poetica che servono
all’anima da baluardo contro l’ondata di caos e fascismo che sta divorando lo
spirito umano.

Ha pubblicato più di 100 libri e opuscoli di poesia, e saggi e traduzioni da
nove lingue. Fra i suoi libri di poesia più importanti: A Correspondence of
Americans (Bloomington: Indiana University, 1960), Black Alephs (Trigram
Books, New York/London, 1969), Lyripol (City Lights Books, San Francisco,
1976), The Bottom Line (Curbstone Press, Willimantic, 1988), Endless
Threshold (Curbstone Press, Willimantic, 1992), Front Lines (City Lights
Books, San Francisco, 2002), I was Born Murdered (Sore Dove Press, San
Francisco, 2004).

Nella sua intensa opera di traduttore troviamo autori come: Majakovskij,
Roque Dalton, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Paul Laraque, Paul
Celan, Martin Heidegger, Pablo Neruda, René Char, Stéphane Mallarmé,
Alexei Kruchenykh, Ismael Ait Djafer, Alberto Masala, Ferruccio Brugnaro. È
stato anche curatore e traduttore nel 1965 della prima importante antologia di
Antonin Artaud pubblicata negli Stati Uniti da City Lights Books, opera che
avrà un’influenza grandissima su molti intellettuali, scrittori, gruppi teatrali
(su
tutti il Living Theatre). Ha rivelato una sensibilità particolare traducendo e
pubblicando diverse poetesse: Sarah Kirsch (Germania), Natasha Belyaeva
(Russia), Anna Lombardo e Lucia Lucchesino (Italia), Katerina Gogou
(Grecia), Luisa Pasamanik (Argentina), Ambar Past (Mexico).

Il rapporto di Hirschman con l’Italia è di lunga data. La poesia che dà titolo
al
suo primo libro, A Correspondence of Americans, fu pubblicata nella rivista
Botteghe Oscure, a Roma nel 1958, due anni prima della sua pubblicazione
negli Stati Uniti. Nel 1980 è in Sicilia per la pubblicazione bilingue della sua
traduzione di Yossyph Shyryn del poeta siciliano, Santo Calì. Nel 1990, una
versione italiana del suo libro di poesie militanti, The Bottom Line, curata da
Bruno Gullì, è pubblicata dall’Editoriale Mongolfiera di Bologna con il titolo:
Quello Che Conta. Nel 1992 comincia un tour in Italia, dando origine ad un
sodalizio con la Multimedia Edizioni e la Casa della Poesia di
Baronissi/Salerno, con il libro Soglia Infinita, tradotto ancora da Bruno Gullì.
Questa collaborazione continua nel 2000 con la pubblicazione della prima
raccolta di Arcani, tradotti da Raffaella Marzano (che ha anche revisionato e
dato corpo unico ad altre traduzioni di Anna Lombardo e Mariella Setzu) che
ha poi continuato a proporre le opere di Jack Hirschman in Italia.
Hirschman è stato tra i primi poeti di livello internazionale ad aderire al
progetto di Casa della poesia, di cui è uno dei più assidui collaboratori e
frequentatori, partecipando a molti dei suoi Incontri internazionali (Salerno,
Napoli, Baronissi, Amalfi, Pistoia, Trieste, Sarajevo).
È spesso accompagnato da sua moglie, la poetessa e pittrice anglosvedese
Agneta Falk, sposata nel 1999.

Nel 2002 la Before Columbus Foundation attribuisce a Jack Hirschman
l’American Book Award for Lifetime Achievement. La motivazione del premio,
scritta dal poeta e scrittore, David Meltzer, recita tra l’altro: “Jack
Hirschman è
una figura incredibilmente presente e tuttavia nascosta nella politica culturale
e nella vita della poesia americana. Straordinariamente prolifico – ai più alti
livelli dell’impegno artistico e del coinvolgimento attivo – il suo lavoro è
generoso, aperto, e profondamente critico. La sua critica non è mai banale o
inefficace ma ha immensa profondità. La sua opera maggiore – Arcani – si
inserisce nella scia dell’epica moderna dei Cantos di Pound, di Paterson di
William Carlos Williams, di The Maximum Poems di Charles Olson e delle
Letters To An Imaginary Friend di Thomas McGrath. Instanca-bile lavoratore
per la giustizia sociale e la libertà artistica. Noi siamo onorati nel dare
riconoscimento alla sua opera e alla sua vita, ed egli onora e sfida la nostra
opera e le nostre vite.”

Nel 2006 la città di San Francisco gli ha attribuito il riconoscimento di “poeta
laureato” e in maggio ha ricevuto a Reggio Calabria il prestigioso Premio
“Città dello Stretto”. Infine a giugno sarà pubblicato (sempre dalla Multimedia
Edizioni, in inglese), in un grande volume (1000 pagine), l’intero corpus degli
Arcani.

Jack Hirschman: The children/I bambiniultima modifica: 2009-01-11T20:24:00+01:00da mangano1
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2 pensieri su “Jack Hirschman: The children/I bambini

  1. Cari Amici, comprendo sempre il dolore, non la sua trasformazione in odio.
    La parola è energia che crea realtà e ogni parola “volgare” crea volgarità, non l’altra faccia della Bellezza, ma la sua desolazione, impossibilità di immaginazione. La parola “Giustizia” è la parola del nostro tempo, è sorella della “Non Violenza” induista, della “Compassione” buddista, della “Agape” cristiana, Giustizia è un nuovo modo di essere consapevoli e responsabili dell’orrore e della sua ineluttabilità, gli opposti ci formano e ci contengono e chiedono rispetto e conoscenza,per essere trascesi. Utopia e disincanto sono la realtà e la possibilità umana d’essere anche divini, senza hibris, senza narcisismi, senza protagonismi, ma con l’umiltà e il coraggio del fare: facendo.
    “Dobbiamo essere degni di ciò che ci accade”. dove “il coraggio è il primo requisito della spiritualità. I vili non possono mai essere morali”, ci ricorda Gandhi. La rabbia è un sentimento umano, ma va accolto dentro noi e dentro noi trasformato, così che fuori possa passare la Giustizia, che non è dente per dente occhio per occhio, ma cura, attenzione, perdono. Un atto di decreazione, assunzione del peccato e di nuova possibilità di vita.
    “Dobbiamo essere degni ” della morte di quei bambini, di ogni bambino, del nostro bambino, per rimettere nella vita Amore e non Odio.
    Trovare il terreno neutrale, intermedio, lo spazio tra un Io e un Tu, sul quale stabilire un legame profondo con un altro essere umano è il Senso di questa crisi, grande opportunità di trasformazione.
    Usiamo parole indignate ma non volgari, usiamo il dolore come leva dell’amore e non dell’offesa, sorridiamo con il cuore a pezzi, non per fingere, non per non sentire, ma per darci sempre opportunità, non di redenzione, ma di vita, qui e ora. Nessun senso di colpa, ma ricostituzione d’armonia.
    Nella natura c’è una fondamentale unità che passa solo attraverso la diversità. E’ qui che dobbiamo sostare, che dobbiamo osare e rischiare ogni nostra sicurezza, è qui che il nuovo nasce grazie alla nostra cooperazione, personale, seria, dolente e gioiosa.
    Sono contemporaneamnete in accordo e contemporaneanete in disaccordo. Non è facile, ma questa è la Via.
    E ad ogni bambino violato, ricordare a me le parole del Vangelo, “meglio sarebbe mettersi una pietra al collo”, oppure assumermi il peso di quella pietra e divenire degno di ciò che mi accade.
    Buon lavoro a noi tutti, la Poesia deve risvegliare Nostalgia di un luogo dove ancora non siamo stati, degno della Vita e del Dono che a noi lei siamo.
    Patrizia Gioia

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