Stefano Bartezzaghi, Il baco del dialetto

dalla rubrica LESSICO E NUVOLE di Stefano Bartezzaghi

Il baco del dialetto
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Allora, un Baco del calo del malo lo abbiamo trovato.

Mi scrive Vittorio Mondello:

“A proposito di omovocalizzazioni mi sono ricordato di uno scherzo della mia gioventù […], naturalmente nel dialetto messinese (che purtroppo si va perdendo) e che fa così:

‘a partasa da cala da mala
‘e pertese de chele de mele
‘i pirtisi di chili di mili
‘o portoso do colo do molo
‘u purtusu du culu du mulu.

[…]

Abbiamo giocato!
Cordialità
Vittorio Mondello”

Ho omesso due passaggi della lettera.

Nel secondo, Mondello mi confermava quello che già sospettavo, e cioè che “purtusu” significa “pertugio”.

Nel primo, Mondello mi diceva che oggi ha settantacinque anni. Non per fargli i conti in tasca, ma 2009 meno 75 fa 1934. A che anni si riferisce con “la mia gioventù”?

Ci interessa perché stiamo cercando di capire se il gioco “Il baco del calo del malo” di cui Natalia Ginzburg parla in Lessico famigliare riferendolo alla propria giovinezza , in epoca fascista, fosse un joke famigliare o qualcosa appartenente al folklore popolare.
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Nel 1963 Mondello aveva 29 anni: le persone di quella generazione non si riferiscono, normalmente, al periodo in cui erano quasi trentenni come “gioventù”. Mi sembra quindi improbabile che Mondello si ricordi la versione messinese del gioco imparato su Lessico famigliare. Mi sembra di conseguenza probabile che la frase fosse davvero nota prima del libro, e non solo nella famiglia Levi (il nome con cui Natalia Ginzburg è nata).

Ah, la filologia dei giochi…

(14 aprile 2009)

Stefano Bartezzaghi, Il baco del dialettoultima modifica: 2009-04-14T16:21:00+02:00da mangano1
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Un pensiero su “Stefano Bartezzaghi, Il baco del dialetto

  1. Wow, très bon billet, je vous remercie pour ces astuces, et je suis pleinement d’accord ! Bref tout est dit, votre article est excellent, je reviendrai régulièrement lire votre blog ! Vous avez une très belle plume, chapeau bas !

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