Marco Belpoliti, Politica a colpi di foto

da LA STAMPA 14 MAGGIO 2009

MARCO BELPOLITIPolitica a colpi di foto
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La battaglia si combatte a colpi di fotografie. Come nel marzo del 2001 Silvio Berlusconi e il suo entourage d’addetti all’immagine – la mitica Miti Simonetto in primis – s’affidano alle fotografie. Libero ha confezionato una nuova «Storia italiana», intitolata «Berlusconi tale e quale», ovvero conforme all’originale – prender su e portar via – in 16 fascicoli con tanto di raccoglitore cartonato in vendita a parte. Un nuovo fotoromanzo a puntate con le istantanee ricavate direttamente dall’archivio del Cavaliere e diligentemente orchestrate da attenti cultori del rotocalco illustrato. Grand Hotel o Bolero in versione aggiornata, come se non fossero trascorsi quasi 60 anni dall’epoca in cui le italiane e gli italiani si abbeveravano a quella fonte iconografica per alimentare i loro sogni alla stregua della sposina dello Sceicco bianco di Fellini.

L’Italia torna indietro agli Anni 50? A guardare Chi, il Who’s who della nuova casa reale di Arcore, sembrerebbe di sì. Nel numero della settimana scorsa campeggiava in copertina una meravigliosa immagine del líder máximo con la moglie. Il titolo eloquente: «Veronica, la favola spezzata».

Una foto in cui i due, marito e moglie, dimostrano molto meno della loro età: al massimo 50 anni lui e 40 lei. Dentro la didascalia: foto scattata la scorsa estate nella villa in Sardegna. Il viso del presidente del Consiglio appare disteso e rilassato, privo di rughe, con due piccole zampe di gallina intorno agli occhi, e un leggero sorriso stampato sul volto. Lei, più radiosa che mai, è a dir poco perfetta. Miracoli di Photoshop. Come alla fine degli Anni 80 e inizio Anni 90, quando la mitica Miti arrivava in gran segreto allo studio Imagik di Milano e si chiudeva nella stanza con le foto del Capo per farle correggere a colpi d’aerografo: calvizie, bozzo sulla fronte, naso. E dire che la discesa in campo era ancora lontana, eppure la cura dell’immagine già attentissima. Nella Bibbia dei poveri sparata da Vittorio Feltri nell’allegato c’è persino un’immagine degli Anni 70 distribuita dal costruttore di Milano 2 ai giornali, già ritoccata nella capigliatura e nel profilo. Un procedimento antico, che è l’analogo della restaurazione attuata oggi direttamente sul corpo del Capo mediante le tecniche del trapianto, del lifting e del cerone quotidiano – compreso un discreto, ma efficace, ritocco con la matita intorno agli occhi dato prima di scendere dall’automobile, come hanno notato i cameramen accorsi a ritrarlo in Abruzzo.

Questa settimana Chi torna alla carica e dedica la copertina a lui: «Il mio album di ricordi», con un Silvio-Maigret, con tanto di pipa, foulard di seta al collo e l’immancabile pollice in su, alla Fonzie, ovvero l’ennesima incarnazione del trasformista di Arcore. Nel medesimo numero continua la favola del compleanno napoletano con Noemi che si confessa: «Sono ancora illibata». La foto di lei con il fidanzato appena scoperto – o riscoperto – e i genitori sullo sfondo che si baciano, e dietro il profilo del Vesuvio, è un esempio perfetto della comunicazione attuata dal Grande Ufficio Stampa del Cavaliere, ovvero da Alfonso Signorini, direttore di Chi, la vera rivista politica del presidente del Consiglio. Dal glamour tutto zucchero e miele di «Una storia italiana», fondata sulla famiglia e sul successo imprenditoriale, siamo passati invece al gossip vero e proprio, edificatorio, se si vuole, ma pur sempre gossip quale chiave di autopromozione. La vicenda del divorzio da Veronica diventa così un pezzo della sua storia patinata, un ulteriore esempio di una carriera inarrestabile, e non, come capita a tutti i mortali, di una sconfitta personale.

L’immagine dell’attore consumato, hollywoodiano, prevale su tutto, almeno nei rotocalchi di sua proprietà, e l’intera storia si trasforma in chiacchiera, cicaleccio, rumore di fondo intorno a una vita inimitabile. Una favola per adulti in un mondo massmediatizzato, in cui tutto scompare dietro alle figurine dell’album personale che da privato si trasforma in pubblico: l’album di tutti gli italiani. Si torna agli Anni 50, eppure nel contempo ci si lancia in avanti in una realtà postmoderna, in cui anche l’intimità viene usata a scopo pubblicitario. Persino la chiacchiera più negativa sulla vita sessuale del Capo diventa materia di visione pubblica, incanalata con stupefacente bravura sui giornali patinati del proprio gruppo editoriale. Così, mentre in Abruzzo, vestendo l’abito e il maglioncino nero, il leader politico si trasforma in un santo taumaturgo – un Padre Pio senza stigmate, almeno per il momento -, per farsi toccare dalle folle, alternando questo alla sua naturale propensione a fare il Dj, l’animatore turistico, alla Fiorello prima maniera, negli album sfoderati da Feltri e Signorini si presenta direttamente come «un uomo unico al mondo» («non posso evitare di essere me stesso», ha risposto a Ferruccio de Bortoli a «Porta a porta»).

In quello di Feltri, nella prima puntata appare in copertina come padre amoroso (dei figli di Veronica) e nella seconda è l’interlocutore di Gheddafi (il Colonnello ride, ma chiude gli occhi, Silvio ride e guarda dritto in macchina). Nella «rivista politica» di Signorini, Berlusconi-Re Sole è colui-che-va-verso-il-popolo e sfoglia compiaciuto il proprio album: dai 4-5 anni ai 17, la medesima età di Noemi, anzi più giovane di lei, che nell’articolo seguente parla della propria verginità. E la ragazza appare degna seguace del suo Papi, poiché è ricorsa, come dice il fidanzato su un altro periodico in edicola, Novella 2000, a Photoshop, per accomodare il proprio sedere. Il narcisismo traboccante del presidente del Consiglio non è un segreto per nessuno, così come la sua volontà di presentarsi come uno specchio degli italiani. Gli riesce, sui giornali di famiglia, dove la concorrenza non esiste. Ma sembra capace anche del contrario: fare degli italiani il proprio personale specchio, la superficie riflettente in cui si guarda. Un miracolo che, per durare, ha bisogno di massicce dosi d’incantamento. L’archivio fotografico accumulato nei decenni, e ora sapientemente usato, lo aiuta. Gli anni passano, ma come nel racconto di Wilde, che ha per protagonista Dorian Gray, lui è sempre bello e giovane. Nei romanzi, e ora anche nei fotoromanzi. Fin che lo specchio non si rompe.

Marco Belpoliti, Politica a colpi di fotoultima modifica: 2009-05-14T19:58:00+02:00da mangano1
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