Giancarlo Pavanello, Viaggio

Giancarlo Pavanello
viaggio
[aprile 2009]
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Milano

a Milano per il compleanno di Franz [uno dei due Franz], da festeggiare in casa di amici. è stato faticoso trovare i numerini da mettere sulla torta, ma dopo due o tre tentativi in cartolerie e supermercati ce l’avevamo fatta, reperiti in un negozio denominato “il paradiso delle sorprese”, che vendeva un po’ di tutto, soprattutto oggetti per la casa a prezzi bassi, lo citavamo per la piacevolezza della parola evocativa: l’eden, tanto improbabile in una metropoli insozzata. infatti, perché restare là, nello smog 24 ore su 24 e per tutto l’anno? ma ecco, a tale proposito, un post nel loro blog, con piccole varianti:
pubblicità in Largo Cairoli
Franz si chiede se non sia preferibile lasciare Milano, se queste sono le stupide immagini che vi si incontrano a ogni passo. soprattutto gli pesa l’inquinamento, l’aria infetta. non sarebbe preferibile comprare una casa al mare? potrebbe continuare a tenere la residenza là, poiché bisogna averla da qualche parte. del resto, quelli che amministrano la città vivono
in posti più salubri.

Palazzolo di Sona
[Verona]

quando si doveva stare in casa “in malattia” bisognava inventarsi qualche distrazione, se non si poteva uscire, come agli arresti domiciliari [anche il protagonista della “Certosa di Parma” di Stendhal [Henri-Marie Beyle] aveva ritrovato la felicità in prigione, cfr. le bibliografie, in un’epoca in cui le letterature erano neglette, e più quelle in lingua originale, figurarsi il francese, se l’inglese era il nuovo latino maccheronico, parlato e scritto da “tutti” nel globo terrestre]. e prima del romanzo ottocentesco il “voyage autour de ma chambre” [1794] di Xavier de Maistre [cliccare il nome di questo autore su “google”]. sintesi, please, velocità futurista in un mondo banalmente futurista. Pasqua e Pasquetta: forse un pic-nic in terrazza, che dava su alcuni tetti del paese, sulle colline dalla parte del Lago di Garda non visibile, e sulla vallata attraverso cui passava l’Autostrada del Brennero, e sul Monte Baldo [tuttavia, eravamo abbastanza attrezzati con i computer, i cellulari, e così via, per non fare un “piccolo mondo antico”, si viaggiava da una stanza all’altra senza annoiarsi]. bisognava adattarsi, avvezzarsi a vivere in una dittatura democratica, ossia in un’anti-democrazia dittatoriale e paternalistica, con il padre-padrone di “tutti” gli italiani. itinerari privati: libertà di pensiero, libertà d’espressione [ma al chiuso, non facendo trapelare le nostre critiche].

Lestans di Sequals
[Pordenone]

nel Friuli, una regione che assomigliava alla Francia centrale e occidentale [p.e. intorno a Chinon e Tours], strade asfaltate con poche macchine, e belle campagne, con boschetti, vigneti e a poco a poco basse colline. ai nostri amici che ci ospitavano per l’week-end [Greta e Franz] avevamo portato da Verona i vini più rinomati: l’amarone e il recioto. in un paese delle vicinanze avevamo comprato formaggi e salumi locali, e una “gubana”, una focaccia dolce, una specialità della zona.

durante la festa paesana del 25 aprile avevamo pranzato a base di porchetta e patate fritte [con l’ovvio vino rosso], senza pensare se quel meeting era di “tutti” [gli italiani] o solo di coloro che si riconoscevano nei valori della Resistenza [cfr. i libri di storia del XX secolo]. da Solimbergo [un’altra frazione], ritornando, passando davanti a un cimitero, Franz aveva detto: “ecco la casa del popolo”.

una deliziosa passeggiata intorno alla prima collinetta fuori paese, con Greta, mentre Franz, suo marito, ci aveva già fatto jogging quella mattina stessa, accompagnato da Jack e Winnie, la loro coppia di cani, i “cani della regina” in Inghilterra, di una razza facile da ricordare: Welsh Corgi Pembroke. un falco volava, speravamo che avvistasse un topo [nella nostra povera Repubblica dei Ratti], per osservarlo mentre piombava a razzo, invece si allontanava sempre più, sempre più piccolo nel cielo.

la mattina seguente, domenica, una visita ai dintorni, da un grande ponte si poteva ammirare il fiume Tagliamento, a monte e a valle, Franz, ormai, non si sbagliava più, ogni volta diceva “Isonzo”, bocciato in geografia da Greta. poi Spilimbergo [Pordenone]: cfr. google.

un barbecue sotto la tettoia della loro casa, a ridosso del loro grandissimo giardino, da descrivere con le fotografie [o per indurre all’immaginazione], con tantissime piante, anche spontanee, pergolati, vialetti, panche, un paradiso terrestre privato, fortunati. fra una chat e l’altra [cosa avete capito? non chat virtuali, chiacchiere concrete], parlando di crociere fluviali e marine e oceaniche, Franz [in viaggio con me, Franz, alla ricerca dell’omicida di un nostro lontano parente, un ricchissimo homeless], aveva detto: “i Caraibi, sì, ci sono stato, ma quando vedi una di quelle isole hai visto tutte le altre”. eravamo un po’ scettici sui grandi itinerari esotici, soprattutto quelli organizzati, a differenza di Greta, che consigliava la Florida. [si passava con disinvoltura dalla terza persona alla prima persona, era una narrazione imperfetta, dalle maiuscole alle minuscole e viceversa, discutibile perfino la punteggiatura, come un punto considerato una conclusione iniziale o un inizio conclusivo]

una postilla
[una digressione]

Don Giovanni, se il suo scopo era la seduzione delle donne, tutte le astuzie gli erano lecite, ogni menzogna, ogni lusinga, ogni promessa. La sua mania era uno sfarfallamento di fiore in fiore, l’abbandono dopo la conquista, insomma quando una ci stava poi passava a un’altra, ma cercando di conservare tutto un harem. Per estensione: ottenere l’ammirazione e il consenso dei vari gruppi sociali, di tutto un popolo bue.

Tartufo [cfr. Molière], se il suo scopo era l’ottenimento della fiducia di una famiglia religiosa o bigotta [per detenere un potere come ospite, per averne il sopravvento, per fare i propri comodi di nascosto], si fingeva religioso e bigotto [tutto casa e chiesa, inginocchiato a battersi il mea culpa sul petto]. Invece, in realtà, era uno scellerato [la commedia tragica dell’ipocrisia]. Per estensione: adattarsi alle aspettative delle varie categorie di cittadini, raccontando bugie, suscitando simpatie a destra e a manca, per diventare un piccolo dittatore. [Nella tragedia comica veniva smascherato, ma in un’altra parte del mondo era considerato “furbo” e ammirato, dove trionfava l’omertà e in ognuno la tendenza a “farsi i fatti suoi” per le “buone quiete”, a livello condominiale e a livello nazionale. Un personaggio diventava famoso in televisione per qualche misfatto? Subito gli si aprivano le porte del successo. Un altro protagonista mondano faceva soldi, tanti soldi, non si sapeva bene come? Accolto con venerazione dal popolo bue. L’universo concentrazionario del marchese De Sade: il trionfo del vizio e le disgrazie della virtù, la perversa Juliette protetta dal Cielo mentre la povera Justine soccombeva.]

Giancarlo Pavanello, Viaggioultima modifica: 2009-05-16T13:50:00+02:00da mangano1
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