Sara Ficocelli, L’area che ci fa socievoli

 da LA REPUBBLICA, 23 MAGGIO

CERVELLO Ecco l’area che ci fa socievoli

Quando gli altri sono una droga
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Dimostrato il legame tra sviluppo della corteccia prefrontale e attitudine a stare con gli altri. Un’altra ricerca spiega che a conformazioni particolari corrisponde una speciale sensibilità
di SARA FICOCELLI

SE SIETE sentimentali, socievoli, se amate stare con gli altri e fare l’amore con il vostro partner, non siete solo delle persone che hanno imparato a godersi la vita ma avete un cervello sviluppato in modo particolare: uno studio inglese della Cambridge University dimostra infatti che chi ha queste caratteristiche è dotato di una fascia più spessa di tessuto nella parte esterna del cervello, appena sopra gli occhi, ed ha più strutturata anche l’area centrale del cerebro. Si tratta di uno studio che prende in considerazioni le dimensioni, e non il funzionamento, della nostra materia grigia e dimostra quanto questa si comporti esattamente come un muscolo, aumentando di volume a secondo dell’utilizzo che se ne fa. 

“Non è chiaro – spiega il professor Simon Baron Cohen, del Centro di ricerca Autismo a Cambridge – se gli uomini sono nati con queste differenze cerebrali o se le regioni in questione siano cresciute in risposta alle esperienze personali. Ma questo studio dimostra che la misura in cui si trova una gratificante socialità è correlata alle differenze di struttura del cervello, e ci ricorda che per alcune persone la socialità è un’esigenza fisiologica, proprio come il cioccolato o la cannabis”. 

Un altro aspetto curioso scoperto dagli scienziati è la relazione tra lo sviluppo di queste due aree e la predisposizione a mangiare cioccolata: semplificando, si può dire che chi ama le tavolette di fondente, il sesso e le serate con gli amici, deve tutto allo sviluppo di queste due aree della corteccia prefrontale. Gli inglesi chiamano questa predisposizione “people-person” e la ricerca in questione, pubblicata sullo European Journal of Neuroscience, è stata condotta ponendo dei questionari a 41 persone sane e sottoponendole a risonanza magnetica: da questo test incrociato è risultato che chi ha un carattere più emotivo e socievole ha anche più materia grigia nelle aree della corteccia orbitofrontale e del corpo striato. Secondo gli esperti la scoperta potrebbe facilitare lo studio di disturbi psichiatrici legati alle difficoltà di interazione sociale, come l’autismo o la schizofrenia. 
Non è comunque la prima volta che lo sviluppo di quest’area del cervello viene messo in relazione con aspetti della personalità umana. Qualche anno fa una ricerca dello University College London ha dimostrato che i tassisti, costretti a mettere a dura prova la memoria ogni giorno, hanno la zona dell’ippocampo più sviluppata della norma. Al di là delle dimensioni, recentemente sono stati svolti anche degli studi sulle modalità in cui quest’area cerebrale lavora: uno studio condotto dal Centro Mente Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento, dall’Institut des Sciences Cognitives (CNRS) di Lione e dall’Università Pompeu Fabra di Barcellona ha dimostrato che non solo esiste un legame tra lo sviluppo di queste aree e la nostra predisposizione a stare con gli altri, ma che le modalità di iterazione sociale variano a seconda della conformazione del cervello, con sfumature precise da individuo a individuo. 
Esiste quindi una relazione tra lo sviluppo di certe aree (corteccia prefrontale mediale, giunzione temporo-parietale, solco temporale superiore e corteccia cingolata posteriore) e la predisposizione a mettersi nei panni dell’altro, riuscendo a prevedere pensieri e azioni e dimostrando quindi una particolare sensibilità nei rapporti sociali. Entrambe le ricerche avvalorano quella che filosofi e psicologi, senza il riscontro di studi di laboratorio, avevano definito anni fa “teoria della mente”, fondamentale per pilotare la nostra intelligenza verso la presa di decisioni efficaci. 
“Lo studio realizzato dai ricercatori dell’università di Cambridge è molto interessante – spiega il neuroeconomista del CIMeC Giorgio Coricelli – e si lega al nostro. Possedere una massa maggiore di materia grigia non significa essere più intelligenti ma avere una predisposizione in più rispetto agli altri, sia essa di tipo strettamente “sentimentale” o anche più specificamente cognitivo, come nel caso dei tassisti inglesi. Ciò che è certo è che chi ha queste aree cerebrali più sviluppate è anche più portato a vedere l’altro come simile, e questa attitudine lo favorità nel tessere rapporti sociali”. 

Sara Ficocelli, L’area che ci fa socievoliultima modifica: 2009-05-23T23:30:00+02:00da mangano1
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