Emanuele Bigi,l fumetto apre gli occhi sull’archeomafia

da IL SOLE 24 ORE

 

il fumetto apre gli occhi sull’archeomafia
di Emanuele Bigi

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22 APRILE 2010

Per la prima volta l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma ospita una mostra dedicata al fumetto. Si tratta di un’esposizione sui generis, la cosiddetta nona arte infatti incontra l’archeomafia, ovvero quell‘ambito della malavita che traffica illegalmente oggetti d’arte. Da sei operazioni del comando dei carabinieri del Patrimonio Culturale nascono sei storie a fumetti disegnate da altrettanti artisti e sceneggiate da Silvano Mezzavilla; storie le cui tavole originali sono esposte nelle sale dell’Istituto di Calcografia. “È un modo per avvicinare i giovani, e non solo, a una tematica praticamente sconosciuta – afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente promotrice della mostra – lottare contro gli affari illeciti dei trafficanti d’arte significa tutelare la nostra identità”. E quale strumento migliore poteva esserci per coinvolgere un vasto pubblico se non il fumetto? Nasce così l’iniziativa “Storie d’arte e misfatti” (fino al 16 maggio)allestita da Cinzia Leone e raccontata attraverso i tratti personali di Sara Colaone (“L’offerta”), Marco Corona (“Colori nel buio”), Giancarlo Alessandrini (“Reperti”), Fabio Visintin (“Ex libris”), Maurizio Ribichini (“Fiori finti”) e Giuseppe Palumbo (“Una sacra famiglia”). Le otto tavole che compongono ogni fumetto parlano di realtà, di opere trafugate e poi recuperate, e proprio questi oggetti, i veri protagonisti delle “immagini narranti” e della mostra, sono lì ad essere testimonianza viva della lacerazione di un patrimonio culturale. Nelle bacheche si possono ammirare antiche terracotte, un’opera di Giacomo Balla, il libro “Dominici Cyrilli – Medicinae Doctoris” stampato nel 1796, un mosaico del IV secolo d.C., un falso Schifano, realizzato da un infermiere per arrotondare lo stipendio, e il quadro “Sacra famiglia”, falsamente attribuito a Luca Giordano e utilizzato come moneta di scambio per l’acquisto di armi e droga.
Gli artisti sono stati scelti da Mezzavilla, “in relazione all’atmosfera delle storie”, spiega lo sceneggiatore, “Alessandrini (autore di Martin Myster ndr) mi serviva per il suo segno moderno, la Colaone per la capacità di utilizzare l’acquerello in maniera poetica”. Ne “L’offerta” infatti si va indietro in un tempo lontano a quando venivano plasmati vasi di terracotta: nel caso specifico il nonno insegna la tecnica al nipote, poi la realtà odierna irrompe sulla scena con i carabinieri che, dopo la bonifica di un laghetto ad Aprilia (Latina), trovano una serie di reperti archeologici. “Di Visintin invece mi ha catturato il suo segno lieve ed elegante – prosegue Mezzavilla – che aiuta a penetrare l’anima del personaggio di Ex libris”. Di tutt’altro genere lo stile di Marco Corona “dai toni cupi e realistici”, perfetto per illustrare la vicenda dell’infermiere che nella camera mortuaria si professa Mario Schifano. I toni si fanno più leggeri con i disegni di Ribichini, sull’indagine “Futurballa”, qui il divertente gioco di citazioni sul pittore futurista accompagna la scoperta di un abile falsario d’arte.

Storie d’arte e misfatti
A cura di Paolo Barcucci
Istituto Nazionale per la Grafica-Calcografia, via della Stamperia 6, Roma
Aperta fino al 16 maggio
Orari: mar-dome 10.00-19.00
Fumetto: Storie d’arte e misfatti, Coniglio Editore, 72 pgg., Euro 15,00

Emanuele Bigi,l fumetto apre gli occhi sull’archeomafiaultima modifica: 2010-04-23T16:22:56+02:00da mangano1
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