Qualunque luogo può essere il centro del mondo”

dal blog pensareinunaltraluce

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09/05/10
“Qualunque luogo può essere il centro del mondo”

“Questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti sulla terra, ci fa vedere il male ed il bene, un lanternino che proietta tutto intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l’ombra nera…”
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
A volte ho la sensazione di vivere sempre in bilico tra la ricerca di ciò che ancora non so e non conosco e ciò che vorrei essere.
Vorrei dare forma alla mia esistenza, una forma, però, che non mi chiuda dentro una gabbia da cui guardare immobile il mondo che scorre davanti a me.
Inseguo così la vita nei mille sentieri in cui si presenta come un esploratore curioso, forse un po’ intimorito e incerto, ma pronto a guardare al di là di ciò che si presenta ai miei occhi.
C’è il pericolo dello spaesamento, di perdermi e di abbandonare ogni sicurezza, ma c‘è la gioia dell’incontro che mi sorprende.
Alce Nero, il vecchio capo Sioux diceva nella sua bellissima autobiografia dettata nel 1931 a tarda età di guardare la vita “dall’alto di un colle solitario” e cioè da un prospettiva che impone ordine senso e valore. Egli sapeva che “qualunque luogo può essere il centro del mondo”, e che solo cercare il centro permette di narrare, al di là d’ogni isolamento individuale, la storia di tutta la vita, non solo degli uomini, ma anche di tutti gli altri esseri viventi.

PUBBLICATO DA GIULIA A 03.07 1 COMMENTI
ETICHETTE: * PENSIERI SPARSI, – LUIGI PIRANDELLO

06/05/10
Abbattere i muri della solitudine

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Ho incontrato nella mia vita troppe persone che dietro un’apparente convivialità nascondono il gelo della solitudine, quella solitudine che è vuoto, smarrimento, angoscia; l’angoscia di chi si trova davanti ad un’indifferenza ripetuta, di chi, vivendo tra gli altri, cercando comprensione ha incontrato solo delusione e amarezza. Li ho visti nascondere i propri sentimenti, in un certo senso archiviarli.
E forse in tutti noi c’è qualcosa di incomunicabile, di indicibile. Troppo spesso ci si sente come in un labirinto senza via d’uscita, intrappolati in una dimensione di cui non si conosce lo sbocco, imprigionati dentro noi stessi in pensieri che non trovano la strada del dialogo, della comunicazione Insieme, ma lontano.
Abitiamo tutti la fragilità, ma abbiamo paura di nominarla, di raccontarla così come la sentiamo in noi e la vediamo negli altri.
Abbiamo bisogno di incontri, di scambi umani e solidali. Abbiamo bisogno di porte aperte di ascolto e di parola. Ma abbiamo bisogno di ritrovare la pazienza, di rallentare i nostri passi, di rompere il muro della diffidenza e della paura.
Abbiamo tutti bisogno di una mano tesa verso cui andare, una mente aperta in nostri ed altrui i tuoi pensieri possano trovare dimora.
Ma a chi tocca il primo passo?

Qualunque luogo può essere il centro del mondo”ultima modifica: 2010-05-09T16:52:08+02:00da mangano1
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